Live Report: Kyuss Lives! a Roma
Chissà se il bambino di quella ragazza incinta che ascoltava beata i Kyuss all’Orion avrà delle ripercussioni con quelle bordate di note basse che hanno investito il suo “rifugio” per tutta la sera….. Magari nascerà un nuovo fan dello stoner!
5 giugno 2012: all’Orion Live Club di Ciampino arrivano i Kyuss Lives!: reincarnazione della band culto di ogni stoner rocker che si rispetti.
Foto e report a cura di Francesco ‘Darkshine’ Sorricaro
La serata è topica. Certo, del quartetto originario di Palm Desert, California, a dar vita a questa serata rimane solo una metà; ma quando in quella metà hai la voce inconfondibile ed il carisma di John Garcia, senza dubbio hai raggiunto almeno il 65% del totale.
Forse anche spinto da questo ragionamento, è il pubblico delle grandi occasioni quello che riempie sin da subito l’arena del locale. Maestri di cerimonie? Gli Inferno Sci-Fi Grind ‘n’ Roll con la loro formula velocità+asprezza+pazzia+ironia=divertimento; in una parola: grind!
Un’esibizione come sempre sopra le righe, condita da battute, espressioni facciali improbabili, coreografie da far invidia ad Amici di Maria De Filippi, discese nel pit nel bel mezzo dei brani e, soprattutto, dall’originalità e dalla superba tecnica dei 5 romani; qualche piccolo problema al microfono del singer non ha impediato l’apprezzamento lusinghiero di un pubblico che, teoricamente, dovrebbe essere di gusti diametralmente opposti alla proposta musicale degli Inferno. Ottimo biglietto da visita per il loro ultimo The Fall and Rise and Fallo f Inferno Sci-Fi Grind ‘n’ Roll.
Quando giunge il momento dei Kyuss Lives!, la sala è piena e pronta ad esplodere. Due enormi amplificatori da basso campeggiano sulla sinistra del palco e sono l’unico marchio di fabbrica del gruppo che sta per salire.
Quando Brant Bjork, l’altro membro fondatore presente questa sera, va a sedersi dietro le pelli con il suo consueto aspetto da esponente del cartello della droga colombiano, l’entusiasmo tocca il soffitto.
È Hurricane ad aprire le danze, e John Garcia, vestito di nero e tornato in forma rispetto ai concerti di due anni fa, sfodera subito una voce strepitosa, da far invidia alle sue stesse registrazioni degli anni ’90!
L’inizio dei è di quelli col botto: della serie “silenzio e pedalare”. I brani si susseguono senza soste e senza la benché minima parvenza di cali di forma. One Inch Man, Gardenia e poi due eccezionali versioni di Asteroid e Supa Scoopa and Mighty Scoop, con la sua coda pachidermica e davvero infinita, grazie ad un Bjork che qui comincia seriamente a divertirsi.
È il momento di attingere all’album più atteso: quel Blues for The Red Sun che li ha resi famosi e capostipiti di un genere. Thumb, una Green Machine cantata a perdifiato anche dai barman dietro al bancone ed una magnifica Freedom Run esaltano Garcia, che non si muoverà pelvico e sinuoso come una volta, ma sa mettere a frutto il suo lento ciondolare appeso all’asta del suo microfono.
Il più esaltato di tutti è però, a sorpresa, l’ultimo arrivato Billy Cordell. Il giovane bassista, entrato da pochi mesi nella band in sostituzione di Nick Oliveri, sembra un fan sfegatato chiamato a sorpresa dal pit. Si agita, salta, suda e lancia bordate tremende col suo basso che colpiscono dritte allo stomaco. Uno spettacolo che invece non riesce proprio a coinvolgere il solito, statico Bruno Fevery, ma non si può voler tutto!
La serata continua piacevole, con il pubblico romano che sembra non aver mai ascoltato altro: cori, pogo selvaggio ed incessante, air guitar qua e là, tutte cose che dimostrano quanto i Kyuss fossero attesi questa sera.
La setlist volge al termine dopo un’ora e mezza abbonante di show chiuso dall’interminabile gorgo psichedelico di Spaceship Landing e da Odissey, che dà fondo alle energie residue del pit.
Un semplice saluto dal personaggio John Garcia e dal resto della band: pochissimi fronzoli per uno spettacolo che ha appagato tutti pienamente in questa estiva serata romana. I Kyuss visti stasera, seppur dimezzati, sono apparsi in una forma e con un tiro invidiabile, e lasciano sinceramente sperare per un prosieguo discografico della loro carriera. Chissà se agli assenti sarà davvero convenuto non prendere parte a questa tournèe. Per quanto mi riguarda, una cosa è certa: il sound innato della Capitale è lo stoner!
Setlist
Hurricane
One Inch Man
Gardenia
Asteroid
Supa Scoopa and Mighty Scoop
Thumb
Green Machine
Freedom Run
Whitewater
El Rodeo
100°
Molten Universe
Conan Troutman
Spaceship Landing
Odyssey