Gothic

Live Report: Lacuna Coil @Live Trezzo (MI) 28/11/2016

Di Vittorio Cafiero - 8 Dicembre 2016 - 2:16
Live Report: Lacuna Coil @Live Trezzo (MI) 28/11/2016

Come l’autunno volge al termine, così le grandi tournée europee si avviano verso la loro fine, con l’avvicinarsi della pausa natalizia e invernale. Tra questi tour, c’è quello dei Lacuna Coil (per l’occasione accompagnati da Genus Ordinis Dei e Forever Still), con la sua penultima data fissata in quel di Trezzo, nell’ormai collaudatissimo Live Club. Vediamo come è andata.

 

Genus Ordinis Dei

Entriamo nel locale quando i cremaschi Genus Ordinis Dei sono nel pieno della loro esibizione. Il parterre è sufficientemente affollato per accompagnare l’esibizione della giovane band prodotta proprio da Marco “Maki” Coti Zelati dei Lacuna Coil; non solo, il pubblico sembra apprezzare la proposta: un death metal moderno ibridato con accenni di partiture sinfoniche, non eccessivamente invadenti, almeno dal vivo. La voce del bravo frontman Nick K ricorda tremendamente quella di Randall Blythe dei Lamb Of God ed è proprio questo che rende moderna la musica dei G.O.D. Tiro notevolissimo, tanto groove e davvero un’ottima tenuta del palco, da band navigata e questo stupisce, considerando che si tratta di un gruppo agli inizi. Difficile rimanere impassibili ascoltando le ritmiche quadrate e accattivanti che la band propone, tanto che gli astanti non lesinano applausi ed incitamenti. Insomma, davvero una bella sorpresa questi Genus Ordinis Dei, sicuramente da tenere d’occhio.

Setlist:

  1. You Die
  2. Embracing The Earth
  3. Halls Of Human Delights
  4. Flemish
  5. Red Snake
  6. Roots And Idols Of Cement

 

Forever Still

Veloce cambio di palco ed è il turno dei Forever Still, band di Copenhagen sotto contratto con la potente Nuclear Blast. La band capitanata da Maja Shining propone un heavy rock mainstream sulla scia degli Evanescence, costruito completamente attorno alle vocals della frontwoman. Maja Partsch alla chitarra e Mikkel Haastrup si impegnano non poco per dotare i pezzi della giusta carica e la stessa cantante non si risparmia a livello interpretativo. Ma, ahimé, qualcosa sembra non funzionare. Sarà probabilmente la proposta che per essere di impatto necessita di maggiore carisma, sarà semplicemente la qualità dei pezzi non elevatissima, ma lo show non ingrana e dopo pochi minuti sembra che i Forever Still stiano davvero soltanto occupando il tempo che separa dall’esibizione del gruppo headliner. Il pubblico appare distratto e si limita agli applausi di circostanza alla fine di ogni pezzo, per la verità mai troppo diverso l’uno dall’altro. Sembra quindi che al momento alla band danese manchino ancora le caratteristiche per imporsi, anche solo a livello underground e la scelta della grande etichetta tedesca di metterli sotto contratto appare al momento un po’ avventata. In ogni caso, l’esibizione di oggi non ha certo lasciato il segno.  

Setlist:

  1. The Last Day
  2. Awake the Fire
  3. Miss Madness
  4. Fight
  5. Once Upon a Nightmare
  6. Breathe In
  7. Save Me
  8. Scars

 

Lacuna Coil

Giocare in casa è più facile. Ma, nel caso dei Lacuna Coil, la dimensione casalinga prende un significato ancora più incisivo. L’aria che si respira poco prima della loro entrata in scena è particolare: ci si sente in un certo senso in famiglia e non solo per la presenza di tutto il “clan” dei membri della band, con tanto di sciure in gran tiro alle loro prime esperienze in ambito concerto rock, quanto piuttosto per un clima particolarmente positivo ed intimo. Il parterre è decisamente eterogeneo, si va dalla giovanissima gothic girl al metallaro stagionato, dall’amante delle sonorità più moderne e di tendenza fino al neofita in ambito hard’n’heavy. I Lacuna Coil arrivano al Live di Trezzo forti di un tour di successo, con diversi sold out in terra d’Albione che di certo hanno galvanizzato Scabbia & Co. Oltre all’entusiasmo, è impossibile non notare fin dall’inizio dello show il livello di professionalità che la band ha raggiunto dopo quasi vent’anni di vita on the road sui palchi di mezzo mondo. Tutto ciò, non solo per i mezzi tecnici a disposizione, quanto per la tenuta della scena da artisti navigati e per una presenza di rilievo. Chi scrive ricorda ancora le primissime apparizioni dal vivo della band, di spalla ad act quali Moonspell o The Gathering, dove i due all’epoca giovani vocalist cantavano immobili e affiancati in modo assolutamente statico; impossibile non evidenziare quanto oggi l’accoppiata Scabbia-Ferro sia attiva e dinamica sul set, coinvolgendo a più riprese gli astanti. E gli altri membri della band non sono da meno. A tal proposito, menzione necessaria per i due ottimi nuovi acquisti, Ryan Blake Folden alla batteria (già tecnico della band) e Davide Cavallotti alla chitarra (ex Mellowtoy), già pienamente integrati nella “routine” Lacuna Coil, con la piccola eccezione che questa sera la chitarra sembrava leggermente in secondo piano, al livello di suoni. Bisognerà capire come a questo punto la sei corde si integrerà nel sound della band meneghina, considerando sempre la forte predominanza a livello di songwriting delle voci e del bassista Marco “Maki” Coti Zelati, che fa finalmente piacere vedere stabilmente sul palco, dopo i problemi fisici persistenti degli scorsi anni. Lo show fila via molto bene, il pubblico partecipa attivamente e chi è sul palco appare soddisfatto. Da dire che la resa migliore – scontato – sembra essere quella dei pezzi più movimentati, come Spellbound, Our Truth e Trip The Darkness: la band si conferma decisamente “metal”, ma allo stesso tempo trova la sua migliore dimensione nelle tracce più orecchiabili. Molto sentita l‘interpretazione in You Love Me ‘Cause I Hate You, così come è forte la partecipazione in Nothing Stands In Our Way, vero e proprio inno di orgoglio e consapevolezza. Cristina ringrazia a più riprese e non fatica ad instaurare confidenza sedendosi a pochi passi dalle prime file. Il concerto si avvia verso la fine in grande scioltezza, tra gli incitamenti e gli applausi ad una band che era una promessa e che è diventata ormai una consolidata realtà già da tempo. Molti dei contestatori di qualche anno fa (vedi alla voce Gods Of Metal, Bologna 2005) si sono probabilmente persi per strada e nel frattempo la band ha risposto con quello che sa fare meglio, ossia suonare e proporre la propria musica in mezzo mondo: oggi sono un patrimonio della musica rock italiana che ben rappresenta all’estero ed è innegabile che la simpatia sia aumentata nei loro confronti, al di là dei gusti personali. Riflessioni a parte, è stata certamente una gran bella serata.

Setlist:

  1. Ultima Ratio
  2. Spellbound
  3. Die & Rise
  4. Heaven’s a Lie
  5. Blood, Tears, Dust
  6. Ghost in the Mist
  7. The Ghost Woman and the Hunter
  8. Trip the Darkness
  9. Downfall
  10. You Love Me ’Cause I Hate You
  11. Our Truth
  12. Enjoy the Silence
  13. Nothing Stands in Our Way
  14. Delirium
  15. Zombies
  16. The House of Shame

Vittorio Cafiero