Live Report: Lost In Sanity + Nasty Tendency, 15-01-2009
A voler essere sinceri, in questo periodo e soprattutto in queste zone, il giovedì sera non è forse il momento migliore per un live show di stampo Hard Rock anni 80: il programma che ci propone lo staff del Motorockas, coraggiosa (coi tempi che corrono) e valorosa avanguardia di tutti gli amanti del genere, prevede le esibizioni di Nasty Tendency (Italia) e Lost In Sanity (Olanda); e noi – inossidabili e inguaribili sostenitori della causa – non vogliamo certo farci scappare l’evento.
Ore 22.30: l’inizio dello spettacolo vede uno sparuto drappello di rockettari dare il più caloroso dei benvenuti agli opener della serata, ovvero i Nasty Tendency, capitanati dal baldo Maury Lyon (ex Gunfire). Il gruppo è nato nel 2007, dedicandosi alacremente alla scrittura di materiale proprio e cominciando ad affinare l’intesa, nell’ottica di toureggiare dentro e fuori i confini nazionali.
Dopo gli ultimi rivolgimenti verificatisi all’interno della band, la formazione definitiva è ora la seguente:
– KC DOLL: VOCALS
– LUKE NASTY: KIDD LEAD GUITAR
– JOHNNY CURLY: GUITAR
– MAURY LYON: BASS
– ANDREW SPRING: DRUMS
La partenza è abbastanza disinvolta, specie se si considera che l’innesto della nuova cantante è avvenuto di recente. Dopo un paio di pezzi, i musicisti si “sciolgono” ulteriormente, anche grazie al progressivo interesse manifestato dai presenti. Il repertorio – nonostante qualche problemino di suono – risulta molto piacevole; le canzoni sono ben eseguite e, col trascorrere dei minuti, confermano l’inequivocabile indirizzo del quintetto: gli ingredienti sono quelli, inconfondibili, della classica ricetta che fece la fortuna di parecchie Hard Rock band negli anni 80, come si accennava in premessa, nella fattispecie frutto di influenze USA e UK. Ecco la set list nel dettaglio:
– BETTER MAD THAN DEAD
– SWEET BABY RUNNING WILD
– INTO THE FIRE
– DEVILS ON THE STREETS
– DESIRE
– FIGHT TO SURVIVE
– SLEAZIN’ IN THE CITY
– LIKE A NIGHTMARE
La giovane cantante tiene bene il palco, con voce potente e pulita, adeguatamente supportata da quel vecchio marpione di Maury, vera anima del gruppo. Il chitarrista, dal canto suo, incide sulla buona riuscita della performance con buoni fraseggi e ottima tecnica. Nello stile si ritrovano tutte le componenti essenziali (tiro deciso di basso e batteria, schitarrate aspre e assoli incisivi) che hanno caratterizzato illustri modelli del passato, quali Riot, Twisted Sister, Kiss, Warlock, e così via, per un’apprezzabile commistione di Hard and Heavy che gratifica il pubblico in sala. Applauso finale più che meritato, dunque.
Il tempo di trangugiare una birra in buona compagnia, mentre i tecnici si affaccendano per il cambio stage, ed ecco finalmente apparire gli headliner della serata, ovvero i Lost In Sanity, con la loro singolare formazione “mista” che arriva dai Paesi Bassi:
– PATRICIA BOEHM: VOICE
– PEGGY SMITS: GUITAR
– LEON DE BREE: BASS
– RONNY SMITS: DRUMS
Si parte con la rocciosa “Sometimes”, che evidenzia subito una buona coesione di gruppo: i suoni sono un po’ devastanti, ma ci facciamo investire volentieri da questo muro sonoro, vista la qualità della musica. La robustezza dell’impalcatura è garantita da una base ritmica sostenuta e pesante, sparata nei diffusori dal duo Leon/Ronny, mentre le due donzelle nerovestite stanno al passo con grande mestiere e scioltezza, rivelandosi una bella sorpresa per chi – fra il pubblico – non avesse ancora assistito a una loro esibizione.
Si procede con l’infuocata “Got you in my pocket”, seguita dal cavallo di battaglia “Bad and Nasty”, il cui ritornello si conficca nella testa come una lancia. Qualcuno ha scritto che “la freccia è la proiezione dell’anima”, dunque si può accettare di buon grado questa sorta di “penetrazione”! Il sound è violento, ma ben strutturato, e la performance è senza dubbio di prim’ordine. Si vede che questo quartetto misto ne ha fatta, di strada, tritando Rock and Roll a tutto spiano sulle rotte europee. L’esibizione procede fluida, senza soste né flessioni o cali di intensità, grazie anche alla simpatia che suscitano le due scatenate rockettare.
Ecco la rassegna completa delle songs proposte nel programma:
– SOMETIMES
– GOT YOU IN MY POCKET
– BAD AND NASTY
– WHITE RABBIT
– WHIP ME
– BLOW ME AWAY
– CHANGES
– FEELS LIKE HOME
– MONEY
– WHOLE LOTTA ROSIE
– BAD AND NASTY (Reprise)
– LET THERE BE ROCK
Il repertorio risulta assai piacevole e variegato, con alcuni episodi veramente degni di nota: a parte la già accennata “Bad and Nasty”, riproposta nel bis con la celeberrima “Let There Be Rock”, alquanto personalizzata nell’arrangiamento (riff iniziale lento, e poi accelerata improvvisa), sono da sottolineare: le intense “Blow Me Away” e “Changes”, l’altra cover “Whole Lotta Rosie” e, infine, la graffiante “Money”, nella quale Patricia, occhi spiritati e penetranti, offre mazzette di banconote lanciandole sugli attoniti spettatori. Questi apparenti bigliettoni da 100 dollari, in realtà, si rivelano banconote da One Thunder Dollars, emessi da The United Souls of L.I.S. (che sta per Lost In Sanity) e recano le immagini dei componenti della band.
In definitiva possiamo affermare che i Lost In Sanity sono piaciuti a tutti coloro che hanno assistito alla loro performance, grazie alla verve e all’entusiasmo palesato da questi figli dei tulipani. La grintosa frontwoman ha messo in mostra una voce al vetriolo, quanto mai adatta alla tipologia di prodotto musicale, e la chitarrista si è distinta – al di là di quelli che sono gli aspetti meramente tecnici – per uno spessore di suono assai notevole e per una buona presenza scenica, sia on stage sia giù dal palco, viste le sue frequenti scorribande tra il pubblico durante il concerto. Il bassista, dal canto suo, è stato sempre regolare e preciso nel suo incessante lavoro, così come il rumoroso ma ordinato drummer, che si è rivelato un autentico picchiatore dalla mano pesante: buona tecnica e tiro giusto, per un equilibrato uso di martello e scalpello, come impone la tradizione di un ruspante e genuino Hard and Heavy da scolpire nella roccia.
Rivedremo presto i Lost In Sanity come supporto ai connazionali Vengeance, nel prossimo European Tour 2009, in quanto entrambe le band appartengono alla nutrita flotta battente bandiera olandese della MAM Agency, gestita dal folkloristico Erik Prins, anch’egli presente allo show di stasera, con indosso la sua inseparabile giacca scamosciata alla Kit Carson.
Sarebbe certamente auspicabile un maggiore seguito da parte del pubblico, considerato l’indubbio valore dei musicisti che si accingono a macinare migliaia di km per diffondere il Verbo in Paesi lontani…
Grazie a Erik e grazie, soprattutto, allo staff del Motorockas, abbiamo quindi potuto assistere a un’altra pregevole “rocking night”, con un coinvolgente spettacolo all’insegna del puro e spensierato divertimento.
Per concludere, la tentazione anche stavolta mi indurrebbe a infognarmi nelle solite (e sempre più frequenti, ahimè) riflessioni concernenti le più numerose presenze che meriterebbero certi eventi e certe band, ma credo sia meglio abbandonare i pur legittimi e giustificati istinti delle vene polemiche, e lasciare che nelle nostre vene continui a scorrere serenamente il vecchio e sano Rock and Roll.
Marcello Catozzi