Live Report: Love Machine al Blue Rose Saloon di Bresso (MI)

Di Stefano Ricetti - 9 Ottobre 2012 - 10:44
Live Report: Love Machine al Blue Rose Saloon di Bresso (MI)

Live Report – LOVE MACHINE – 29/09/2012 Blue Rose Saloon, a cura di Giacomo Cerutti

Stasera il Blue Rose Saloon ha l’onore di ospitare i leggendari LOVE MACHINE, portabandiera dell’hard rock/heavy italiano. Nati nel ‘88, due anni dopo sfornano l’omonimo album che riscuote un buon successo permettendogli di intraprendere il primo tour nazionale. Nel ’93 con una nuova line up, registrano “Hungry For Your Love” una perla contenente potenti pezzi rock/heavy e dolci ballate, un successo travolgente che li porta a suonare anche all’estero, proponendo anche degli show unplugged. In seguito al lungo tour, nel ‘96 partoriscono la loro terza fatica “The Nite”, ancora più pesante del precedente ma sempre col giusto equilibrio tra aggressività e melodia, rivelandosi l’ennesimo successo. Ormai hanno raggiunto la fama mondiale, amati soprattutto in Giappone, inoltre hanno avuto l’onore di aprire i concerti di mostri sacri quali Saxon, Gotthard, e W.A.S.P. purtroppo nel ’98 il vocalist LA DRAGO lascia la band che decide di ritirarsi, riunendosi solo nel 2001 per festeggiare con un piccolo tour italiano il loro tredicesimo anniversario che si rivela l’ennesimo successo. finalmente nel 2011 i Love Machine si riuniscono definitivamente riprendendo a scrivere materiale e suonare in Europa.

Vista la mancanza del gruppo spalla il concerto inizia molto tardi, entro nel locale un quarto d’ora prima dell’inizio rimanendo esterrefatto… perché avendolo sempre visto pieno, stasera noto che i tavolini sono sistemati davanti al palco, la gente è seduta come in attesa di uno spettacolo di cabaret… La cosa mi preoccupa vista la loro fama, immediatamente chiedo il motivo ai fans, scoprendo che loro hanno sempre suonato per scelta in locali e pub, apposta per avere un contatto più diretto col pubblico, come per creare un’atmosfera intima e famigliare. Ragazzi… sapere che ci sono band che non hanno raggiunto neanche un quarto della loro fama, tirandosela come se fossero i paladini del metal e ascoltare queste parole è davvero commovente! Fa capire il vero senso e l’umiltà del rock’n’roll di chi lo fa per passione e non per soldi, i Love Machine meritano tutto il nostro rispetto!

Bene l’attesa è finita! La band sale sul palco, parte l’apocalittica intro “Returns a King” di Tyler Bates (colonna sonora di “300”) che spezza la quiete richiamando tutti sull’attenti. Attaccando con la doppietta Shake It Down-Never Surrender, nonostante la maggior parte della gente sia seduta, l’atmosfera diventa vibrante di energia. La band sul modesto palco rimane un pò compressa, Max Adams (chitarra) è schiacciato verso l’amplificatore sinistro mentre AJ Van Damn (tastiere) sta nella penombra della batteria, ma ciò non impedisce di farci emozionare e divertire. Invece LA Drago come scelta stilistica rimane nascosto di chitarra e basso, uscendo allo scoperto alla terza canzone ammaliandoci col suo carisma nonché un timbro vocale pulito e potente. Questa band è una “macchina” in tutti sensi, e nonostante il lungo periodo di stacco i suoi ingranaggi sono sempre ben oliati pronti a scattare come molle senza sosta: Max e Frank Raider macinano potenti riff  e assoli, LA Drago spara degli acuti allucinanti e ogni tanto un goccetto di grappa per lubrificare le corde vocali, Andrei DalZio viaggia sulla batteria come una locomotiva, AJ Van Damn fa parlare melodiosamente la tastiera con le dita più snodate che mai, infine il nuovo bassista Yako Martini si dimostra un solido componente.

La serata procede molto bene, lo spazio è poco ma sufficiente per ballare, in prima linea le loro mogli improvvisamente ritornate ventenni, la prova che il rock mantiene longevi. La band per allietarci esegue delle cover del panorama heavy, passando dai Maiden ai Whitesnake a Ozzy, ecc. Verso il finale la “macchina dell’amore” attacca con la focosa “Hungry For Your Love” e come tradizione LA Drago invita più donne possibili sul palco a ballare, del resto anche l’occhio vuole la sua parte, l’atmosfera si riscalda notevolmente, mentre con “You Can’t Forget” porta una morettina a centro-palco, trasformando la canzone in un intrigante balletto con gioco di sguardi, una sorta di danza della seduzione, terminando con un  trionfale sollevamento della donna e conseguente ovazione. Infine chiudono con la gloriosa “Love machine”, cantata dai fan all’unisono: l’esibizione non poteva finire meglio, urla ed applausi accompagnano i saluti.

I Love Machine hanno bruciato l’ennesima tappa, li aspettiamo alla successiva più adrenalinici che mai.

Giacomo Cerutti

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Setlist

intro “Returns a King” di Tyler Bates

Shake It Down/Never Surrender
Waiting In A Closet
Two Minutes to Midnight (Iron Maiden)
Reaction To Sensation
Here I Go Again (Whitesnake)
Mr. Crowley (Ozzy Osbourne)
Angels In town
We Are The Fire
Silent Lucidity (Queensryche)
Run On Running Train
Fire
Lady In Red
Living After Midnight (Judas Priest)
Hungry For Your Love
You Can’t Forget
We’re Not Gonna take It (Twisted Sister)
Love Machine


(Si ringraziano i Love Machine per gli scatti della serata)