Thrash

Live Report: Megadeth @ Rock In Roma 28/06/2018

Di federico venditti - 30 Giugno 2018 - 9:45
Live Report: Megadeth @ Rock In Roma 28/06/2018

LIVE REPORT MEGADETH @ ROCK IN ROMA 28/06/2018

A CURA DI FEDERICO VENDITTI

 

Megadeth Roma 2018

 

 

Nell’anno di grazia 2018 poche band della vecchia scuola, in ambito thrash metal, possono vantarsi di aver mantenuto un livello medio/alto di qualita’ in studio e soprattutto in sede live. Sicuramente i primi nomi che mi vengono in mente sono Testament, Exodus e Overkill, ma solo una band e’ riuscita a ben bilanciare negli anni ottime uscite discografiche con le infuocate esibizioni live: i Megadeth. Sì, e’ vero, hanno pubblicato almeno due o tre album orrendi, ma ormai sono dieci anni abbondanti che MegaDave non sbaglia quasi un colpo in studio (dall’ottimo The System has Failed in avanti, eccetto per il mediocre Supercollider), avvalendosi poi di una serie di musicisti professionali e dotati tecnicamente.
 

Questa sera all’Ippodromo di Capannelle a Roma, ci sono molti spazi vuoti nel prato, ma si sa, il pubblico romano e’ abbastanza indolente e non sempre si fa trovare pronto per le grandi occasioni. Il compito di aprire le danze spetta ai Killswitch Engage, che con il ritorno del figliol prodigo Jesse Leach dietro il microfono, ripropongono in maniera molto convincente tutti i loro classici, principalmente dal best seller metalcore The End of Heartache del 2004 e dal successivo As Daylight Dies del 2006. La band spinge su tutti i pistoni nella loro intensa esibizione culminata nella riuscita cover di Holy Diver del mai dimenticato Ronnie James Dio.
 

Una fitta pioggia si abbatte sulle teste degli spettatori, quando si abbassano le luci ed entrano sul palco i Megadeth capitanati dal rossocrinito MegaDave, seguito dal fido Dave Ellefson al basso e soprattutto dal virtuoso carioca della sei corde Kiko Louriero. Alla batteria c’e’ l’ultimo arrivato Dirk Verbeuren, che svolge diligentemente il suo compito. Il combo californiano parte subito in quarta con Hangar 18, super classico estratto dal multiplatinato Rust in Peace. Si nota che la band e’coesa e ha energia da vendere, anche se ormai la voce di Dave vacilla in alcuni punti (comunque tiene per tutta la durata del live). La scaletta e’ ben bilanciata tra episodi piu’ recenti, come le buone The Treat is Real e Dystopia, e gli anthem di inizio carriera come la velenosa Wake Up Dead. Tra le soprese in scaletta, l’esecuzione inaspettata di The Conjuring da Peace Sells; inaspettata perche’ Mustaine avendo abbracciato la fede cristiana dopo una vita di eccessi (ora si proclama un born again christian), aveva giurato di non suonarla mai piu’ live, dal momento che contiene parecchi riferimenti al demonio. Il sempre sorridente Dave Ellfson intrattiene il pubblico con il bel giro di basso rotondo di Dawn Patrol, che funge da intro alla dinamitarda esecuzione del cavallo di battaglia Poison was the Cure: assolutamente devastante!

Nel corso degli anni i Megadeth non hanno prodotto solo gioielli di thrash puro ed incontaminato, ma anche ottimi esempi di metal robusto e melodico (sempre nella loro folle rincorsa ai rivali Metallica), come nella scura e pesante Trust o come nella successiva e malinconica semi ballad A Tout Le Monde (cantata all’unisono da tutti i presenti). Si prosegue con il singolo in mid tempo della pesante Symphony of Destruction, estratta da Countdown to Extinction e poi si conclude in bellezza con la terremotante The Mechanix (dove sale sul palco la mascotte Vic Rattlehead) e l’inno politico Peace Sells. I titoli di coda spettano alla furiosa Holy Wars, dove un duello solista tra le due asce Mustaine e Louriero lascia il pubblico in estasi.

Certo ogni volta che li vedo dal vivo rimango con l’amaro in bocca per via di qualche esclusione eccellente (avrei voluto in scaletta Devil’s Island e Skin o my Teeth), ma rimane il fatto che i Megadeth live sono un assoluta garanzia di qualita’ cristallina e professionismo. Adesso aspettiamo impazienti il seguito in studio del buon Dystopia, che per inciso era stato composto prima dell’arrivo di Kiko alla solista. Le premesse sono piu’ che buone.

Fed Venditti

 

SETLIST:

Hangar 18
The treat is real
Wake up dead
In my Darkest hour
The Conjuring
She Wolf
Dawn Patrol
Poison was the cure
Sweating bullets
Tornado of souls
Trust
A tout le monde
Take no prisoners
Dystopia
Symphony of destruction
Mechanix
Peace sells
Holy wars