Live Report: Messa – Shores of Null – Pugnale @ Legend Club, Milano – 06/09/2024
Live Report: Messa – Shores of Null – Pugnale @ Legend Club, Milano – 06/09/2024
a cura di Jennifer Carminati
Photo report completo: Photo Report: Messa@Legend Club 2024 – truemetal.it
Dopo un tour durato un anno e mezzo a supporto dell’ultimo album Close uscito nel 2022, i Messa hanno fatto due last show a fine 2023, potete leggere qui il mio live report del 15 dicembre, prima di una lunga pausa dai palchi della Penisola. Li ritroviamo oggi, venerdì 6 settembre 2024, per l’ultima data italiana per il 2024. Sempre qui tra le mura del Legend Club di Milano, che riapre oggi in grande stile. Il locale di viale Enrico Fermi, che rappresenta da anni un punto di riferimento per gli amanti della musica e dell’intrattenimento, dopo un significativo restyling, è pronto a sorprendere il suo pubblico con un nuovo look, una capienza ampliata e un equipaggiamento tecnico audio e video di ultima generazione. Aggiunta una piccola parte rialzata in fondo alla sala, fronte mix per intenderci, e anche dei rimandi audio, per permettere a chi sta dietro di sentirci e vederci meglio, oltre che, aver ampliata il parco luci del palco: tutto questo è ciò che troviamo d’ora in poi qui al Legend Club Milano. Per celebrare questa riapertura, i gestori del locale hanno organizzato tre giorni di festa con musica dal vivo e tante sorprese dal 6 all’8 settembre. Un’occasione imperdibile per scoprire le novità del Legend e vivere serate uniche all’insegna della buona musica e del divertimento, e noi di TrueMetal siamo presenti alla prima di queste, la serata metal ovviamente.
I padovani Messa sin dagli esordi hanno rivitalizzato la scena doom italiana ed europea grazie a una poliedricità di influenze e una bravura senza eguali nel genere, almeno nella nostra Penisola. Oltre che con gli eccellenti album in studio è soprattutto grazie alle potenti esibizioni live che sono di riusciti ad aumentare sempre più la loro fanbase, e questa sera ne avevo la riprova, con un’affluenza al limite del soldout e un grande affetto dimostrato dal pubblico nei loro confronti. Prima di loro, i romani Shores of Null, si distinguono per la capacità di fondere elementi apparentemente disparati nel loro sound, pesante e rilassante allo stesso tempo: l’aggressività blackened si affianca a sezioni gothic-doom, a dar luogo ad una proposta davvero originale e accattivante. In apertura i bergamaschi Pugnale, con il loro grindcore mischiato al black metal, danno un tocco di aggressività alla serata.
Arrivo al locale, come ormai sapete vicino casa mia, con anticipo rispetto all’apertura delle porte e vedo con piacere una lunga fila di persone pronte a fare il loro ingresso di lì a poco tra queste quattro mura che accolgono sempre dell’ottima musica, più o meno underground, del nostro paese e non solo. E oggi, ho anche io la curiosità di vederlo nella nuova veste e salutare Fil dopo qualche mese dalla mia ultima visita. Pubblico eterogeneo quello di questa sera, come età e tipologia, con accenti diversi provenienti da tutto lo stivale, che fanno capire come questa serata fosse tanto sentita quanto attesa, per vari motivi, uno su tutti la buona musica ovviamente.
Addentriamoci finalmente all’interno e scopriamo come è andata.
Pugnale
Nonostante siano miei compaesani, ammetto di non conoscere i bergamaschi Pugnale, che vedo ed ascolto questa sera per la prima volta in assoluto. E che dire: i 30 minuti a loro disposizione sono di una ferocia inaudita, senza compromesso alcuno. Come detto inizialmente mischiano il grindcore al black metal, aggiungendoci del noise al nichilismo hardcore preponderante.
Questi ragazzi trasudano rabbia da tutti i pori, con i loro ritmi serratissimi e sonorità al limite del claustrofobico, risultando a volte caotici, ma riescono comunque a trasmetterci il loro pensiero annichilente. I Pugnale dal vivo sono aggressivi e veloci, e ci spareranno addosso come schegge impazzite tutti i pezzi della scaletta, che comprende anche 2 nuove canzoni ancora senza titolo. Senza soluzione di continuità alcuna e con una brutale ferocia esecutiva, arriviamo alla fine della loro esibizione.
Un breve ma intenso inizio di serata quindi, e ora se vi becco in giro o al banco del merch direttamente, ve lo vengo a dire di persona: “Brai S’cècc”, come si dice a Bèrghem.
Lineup
C. – voce
R. – chitarra
Z. – batteria
Setlist
- Burial Wounds
- Cult of Silence
- Hanged in Chains
- Wretched Deprivation
- Betrayal of Flesh
- Becoming Annihilation
- Exhumed Tortured Rests
- Pestilence
- Devoured by Iniquities
- Sentenced
- Of Ruins and Remains
- Separated Wounds
- Dissolving the Flesh
- Crown of Worms
- Unto the Black Flame
- Bela Lugosi’s Dead (Bauhaus Cover)
Shores of Null
Dopo un breve cambio palco, giusto il tempo di scambiare quattro chiacchiere con gli amici qui ritrovati, è il turno dei romani Shores of Null, che non avevo mai visto dal vivo, ma conosco molto bene. È un metal malinconico e melodico a volte, più veloce e aggressivo altre, con una vasta gamma di influenze che rendono il loro sound del tutto caratteristico. Non li scopro di certo io oggi, lo dimostra il fatto che molti dei presenti sono qui per loro, gli Shores of Null da anni calcano con successo i palchi di mezzo mondo, quello dell’Hellfest ad esempio.
Giusto per impreziosire ulteriormente la caratura di questa nostra realtà, i nostri hanno un frontman davvero eccezionale, da far invidia a band più blasonate del genere: espressivo e quasi solenne nell’interpretazione, Davide, trova sempre il tempo e modo di ringraziare il pubblico, regalandoci nel mentre una performance davvero superba, con la sua caratteristica e raffinata miscela di voci pulite e growl, ed un ampio uso di piacevoli armonie vocali che sono diventate il marchio di fabbrica della band nel corso degli anni.
Questo, nonostante il genere che fanno, non certo dei più facili, anzi, e che ha visto nel corso del tempo moltissimi gruppi meteora nel panorama musicale italiano. Gli Shores of Null invece ci sono eccome tra le stelle del firmamento tricolore e lo dimostrano con la scaletta suggestiva scelta per questa sera.
Solo un paio di flashback nel passato, con Ruins Alive e Quiescent, e il resto delle bellissime emozioni lasciato ai brani dell’ultimo The Loss Of Beauty, album straordinario uscito lo scorso anno che vi invito ad andare ad ascoltare, se non già fatto.
La decina di brani eseguiti dai nostri hanno confermato, qualora ce ne fosse bisogno, che gli Shores Of Null trasudano professionalità e bravura da tutti i pori, con menzione d’onore al frontman, dal carisma incalcolabile, ed un livello altissimo di qualità nell’eseguire i brani, spesso complicati e non di facile presa sul pubblico, che sembra comunque conoscerli tutti a menadito.
Una grande performance per una band ormai affermata sul territorio italiano e una carriera in costante ascesa anche a livello internazionale. Vi auguro di continuare così, lasciate lontano la ripetitività e date libero sfogo alla vostra bravura che di band così in giro ne abbiamo sempre più bisogno. I vostri testi celebrano la bellezza nell’imperfezione e nella transitorietà e vogliono essere un invito a cercare “il bello” in tutto ciò che è effimero, e io di meraviglia ne trovo davvero tanta nella vostra musica, che è tutt’altro che transitoria. Resta, eccome.
Lineup
- Davide Straccione – voce
- Gabriele Giaccari – chitarra
- Raffaele Colace – chitarra
- Matteo Capozucca – basso
- Emiliano Cantiano – batteria
Setlist
- Transitory
- Destination Woe
- The Last Flower
- Ruins Alive
- Quiescent
- Darkness Won’t Take Me
- Nothing Left to Burn
- Black Drapes for Tomorrow
- My Darkest Years
- A New Death is Born
Messa
E come ogni volta che vengono a farci visita in quel di Milano, anche questa sera si ripete un quasi sold-out, a dimostrazione che quando la buona musica c’è, le persone accorrono, qualunque giorno sia, e sulla qualità della proposta dei padovani Messa non credo ci sia dubbio alcuno. Il quartetto formato da Alberto Piccolo (chitarra), Marco Zanin (basso), Rocco Toaldo (batteria), Sara Bianchin (voce), partendo dalle sonorità dei Black Sabbath, è riuscito ad emanciparsi e creare un qualcosa di proprio, grazie a sonorità psichedeliche tipiche degli anni ’70, allungando i suoni tra la drone-music dei Sunn O))) e il dark-jazz del Dale Cooper Quartet, richiamando le atmosfere cupe contemporaneo della sacerdotessa dark per eccellenza Chelsea Wolfe nell’interpretazione di Sara, come anche i suoni esasperati degli Electric Wizard con accelerazioni e decelerazioni continue.
L’attesa per questo ritorno live era davvero tanta: chi, come la sottoscritta, li ha già visti sa che dal vivo sono un’assoluta garanzia di psichedelia doommeggiante fatta con tutti i crismi, e con la loro musica possiamo permetterci il lusso di fare un tuffo nel passato e rivivere le atmosfere create da band iconiche del genere che pochissimi dei qui presenti hanno vissuto in diretta. Tornando al qui e ora, siamo tra le mura del locale nuovo di zecca di viale Enrico Fermi, aspettando con trepidazione di assaporare l’atmosfera che si verrà a creare grazie al quartetto padovano che si confermerà, già ve lo anticipo, un’assoluta eccellenza nostrana, di cui andare fieri e orgogliosi, come i loro predecessori sul palco questa sera. Il loro sound è assolutamente sperimentale e allo stesso tempo caratteristico ed unico: pesante, cupo e con episodi evocativamente ambient, ci conduce attraverso una setlist di otto brani intensi, in un viaggio psichedelico a tratti ipnotico per un’ora abbondante che avremmo voluto non finisse mai. Ascoltare i Messa comodamente seduti a casa è una cosa che consiglio a tutti, ma ancora di più vederli nella dimensione live, dove emerge chiaramente tutta la bravura dei nostri: ogni componente ha un’identità ben definita, sia per quanto riguarda lo stile che come approccio alla performance. Alberto, è un chitarrista straordinario, che nei due momenti di solo ci darà prova delle sue incredibili doti tecniche, senza mai ostentarle con supponenza o arroganza, ma semplicemente condividendo la sua bravura con tutti noi qui presenti imbambolati ad ascoltarlo: sorprendente la naturale precisione con cui lo fa. Il bassista Marco, riesce a riprodurre in assoluta scioltezza e grazia, i suoni distorti, pesanti e psych del suo strumento. Rocco, dietro le pelli, è un piccolo metronomo che non perde un colpo, e che dire di Sara, tanto bella, quanto brava e carismatica, un’espressività e un’interpretazione che vanno di pari passo con un timbro vocale del tutto caratteristico che la rende riconoscibile già dalle prime note con cui attacca il concerto alle 22.15 puntuali come previsto.
Nel silenzio totale di un Legend Club ormai gremito inizia a cantare Babalon ed è subito magia. Inizia un lento e continuo headbanging del pubblico ad accompagnare la loro esibizione, pressoché perfetta, con la magnetica Sara al centro della scena, e un’evidente oltre che palpabile complicità e sinergia tra i componenti della band a fare il resto. Segue poi Dark Horse, brano che parla di una delle emozioni che ahimè vivo quotidianamente, l’ansia: non certamente un sentimento positivo ma introdotto in una maniera talmente dolce e delicata da Sara, che ha preso tutt’altro sapore il sentirlo qui e ora.
Menzione d’onore per Leah e Pilgrim, brani dalla qualità e valore artistico indiscutibile, eseguiti con un tale trasporto e pathos emotivo da lasciarci tutti quanti a bocca aperta. Ma come non citare anche Suspended e Rubedo, due pezzi tra quelli di maggior successo estrapolati da Close, album che nel 2022 ho messo come primo nella mia classifica dei Top 5, e ho detto tutto.
Amo i Messa e li ho sempre appezzati e portati in palmo di mano sin dal loro esordio discografico Belfry del 2016 dal quale ci proporranno, oltre all’opener, anche la conclusiva Hour of the Wolf, pezzo con il quale i nostri si congedano purtroppo definitivamente da noi, promettendoci di tornare presto e con del nuovo materiale. Performance che ha soddisfatto le mie aspettative come quelle dei miei compagni di concerto di oggi: Luca V., Claudio, Luca B., Michele, che, come il resto del pubblico, uscirà più che soddisfatto ed entusiasta da queste rinnovate mura del Legend Club di Milano.
Banco del merch doverosamente preso d’assalto, e dovrebbe essere sempre così, anche, o forse soprattutto, per le band underground che di questo anche vivo, o meglio, sopravvivono.
Non smetterò mai di consigliare di ascoltare, ma soprattutto vedere, i Messa, semplicemente perché sono una delle migliori live band italiane degli ultimi anni.
Chi lo sa cos’altro riserva loro il futuro, noi di TrueMetal auguriamo tutto il meglio, perché questi talentuosi ragazzi se lo meritano davvero.
Ci si rivede prestissimo, sempre tra queste righe.
Stay tuned e Stay Metal.
Lineup
- Sara – voce
- Alberto – chitarra
- Marco – basso
- Rocco – batteria
Setlist
- Babalon
- Dark Horse
- Suspended
- Leah
- Guitar Solo
- Pilgrim
- Rubedo
- Hour of the Wolf