Live Report: MetalItalia.com Fest 2016 @ Trezzo sull’Adda
MetalItalia.com fest
10 settembe 2016 @ Live Club -Trezzosull’Adda
Live e Photo Report a cura di Elena”DraconianHell” Pisu
Eccomi al MetalItalia.com fest, giunto all’ edizione 2016. Causa intoppi lavoritivi arrivo al Live Club a metà dell’esibizione dei Distruzione. La storica band italiana torna in auge dopo diversi anni di silenzio, sempre capitanati dagli inossidabili fondatori Dimitri Corradini e Massimiliano Falleri. I Distruzione sembrano non aver perso nessuna delle caratteristiche che li rendeva una delle grandi metal band della scena italiana degli anni 90/2000. Con il loro suono ruggente e una tenuta palco davvero grandiosa, riversano sul pubblico affamato di musica scariche adrenaliniche fatte di “distruzione” e potenza. La band sul palco non ha affatto perso il suo lustro, anzi sembra che gli anni li abbiano temprati , rendendoli una band più matura e pronta a tornare a far parlare di se. I Distruzione creano uno spettacolo coinvolgente, andando a toccare pezzi miliari della loro carriera e chi come me è della “vecchia guardia”, non ha potuto che gioirne.
Dopo un veloce cambio palco è giunto il momento di assistere ad un’ esibizione unica nel suo genere, e da quello che si vocifera, questa del MetalItalia Fest, sarà anche la sola possibilità di vedere dal vivo sullo stesso palco, in un unico progetto, due storiche band del metal italico ovvero Cadaveria e Necrodeath. L’ ep Mondo Oscuro offre la possibilità di vedere le due band sotto nuova veste, caratterizzata da una miscelanza davvero particolare tra i membri delle due formazioni che si alternano sia nelle esibizioni dei pezzi sia nell’entrata e uscita dal palco dei vari membri delle band. Non ci resta che attendere l’inizio di questo spettacolo nello spettacolo. L’ allestimento del palco è ultimato, ed è una nota essenziale per quella che è definita la regina del metal italiano, parliamo ovviamente di Cadaveria. Una piccola bara bianca, luminarie da chiesa e due carrozzine per neonati, una in pizzo bianco e l’ altra completamente nera bastano per “ravvivare il palco”. L’ esibizione è davvero molto intensa, soprattutto con ‘Free Spirits’ e ‘Carnival of Doom’ tratti dall’ultimo lavoro in studio della band “Silence” uscito nel 2014. Con ‘Memento’ in tutto il locale cala una sorta di velo funereo che va a ricoprire tutto e tutti. Cadaveria e soci sanno come entusiasmare le folle, forti di una lunga esperienza discografica e live. Esibizione sicuramente molto intensa anche grazie alla presenza di diverse intro tra un brano e l’altro che davano pregio alla loro esibizione. Con ‘Spell’ e ‘Orgasmatron’ si chiude l’ esibizione di Cadaveria. Il cambio palco dura pochi minuti, e il velo che prima era nero come la pece, si tinge di un grigio metallico. Flegias, dismesse le vesti di Marcelo Santos e rientra nei suoi storici panni. E, di sicuro, non da il tempo al pubblico di raffreddarsi iniziando la loro esibizione con ‘Idiosyncrasy’, seguita a ruota da ‘Church Black Book’ e ‘Lust’. In ‘Mater Tenebrarum’ , ultimo pezzo dello spazio dedicato ai Necrodeath, torna sul palco Cadaveria regalando un’ esibizione che sicuramente lascia il segno. In ‘Rise Above’, ultimo pezzo della serata, entrambe le band si trovano tutti insieme per chiudere degnamente questa loro nuova e diversa avventura.
Il tempo vola senza rendersene conto e c’è già un’ altro cambio palco. Puntuali come degli orologi, salgono sul palco i finnici che da qualche anno hanno trovato largo consenso anche in terra italica, gli Insomnium. La band di Turku capitanata da Niilo Sevänen, fa il suo ingresso sul palco accolti da un vero e proprio boato da parte dei fan. La scaletta prevede alcuni tra i pezzi migliori della carriera della band iniziando con ‘The Primeveral Dark’ per poi seguire a ruota con l’immancabile pezzo che li ha portati alla ribalta della scena internazionale ovvero ‘While We Sleep’. E le attese ‘Change of Heart’, ‘Ephemeral’, ‘Down with the Sun’ giusto per citarne un paio. Gli Insomnium ancora una volta dimostrano di meritare la nomea di band tra le migliori della scena internazionale. Il pubblico è estremamente coinvolto e partecipe, ma c’è una cosa attesa da tutti e che tutti, vista la presenza nello stesso festival anche dei Dark Tranquillity, aspettano con trepidazione, ovverò la possibilità di vedere finalmente il famoso duetto che gli Insomnium hanno avuto in ‘Weather the Storm’ con il rosso leonino che risponde al nome di Mikael Stanne… e difatti l’ attesa e la speranza non sono state vane. L’ingresso in palco del frontman dei Dark Tranquillity è accolto come un tuono e l’esaltazione del pubblico cresce a livelli inauditi. Credo che la grande affinità musicale ma sopratutto umana che lega queste due realtà scandinave sia stata notata da tutti. Stanne, con tutti gli Insomnium non si risparmiano nulla sul palco, dando il 110%. Il pubblico letteralmente era in delirio e pochissimi rimanevano fermi immobili. L’ esibizione degli Insomnium è stata grandiosa, condita sopratutto da “grazie” e “kiitos” a non finire. Ma purtroppo le cose belle hanno sempre una fine e per la band è giunto il momento di congedarsi dalla folla e lo fa con il cavallo di battaglia ‘Mortal Share’. Il pezzo migliore per far calare il sipario su un’ esibizione che è sembrata scorrere come via come un temporale estivo, senza che nessuno si accorgesse del tempo che passava. Davvero un’esibizione da ricordare e che rimarrà nelle menti dei metalhead presenti.
Lasciamo le lande finniche e le loro atmosfere lente e suadenti e ci prepariamo al devasto sonoro. Dopo una ventina di minuti di cambio palco arrivano al MetalItalia.con fest con il loro distruttivo thrash/death targato stelle e striscie, i Demolition Hammer. Per chi pensa che il metal, il vero metal, non è per gente di mezza età, beh credo debbano ricredersi. La band ha iniziato alla grande e senza troppi preamboli, scaraventando un muro sonoro sul pubblico. Questo trio ha davvero dell’incredibile. Primissima volta per me poterli vedere dal vivo e definirli delle macchine macina-sassi è dire poco. Con una scaletta fatta dei pezzi storici della loro, seppur breve, discografia, propongono brani come (giusto per citarne qualcuno) ‘Skull Fracturing Nightmare’, ‘Neanderthal’, ‘Aborticide’ passando per ‘Infecticous Hospital Waste’, ‘Cataclysm’,ecc. Il pogo è stato praticamente costante, ma la situazione si fa veramente seria e distruttiva con ‘.44 Caliber Brain’ pezzo in cui il Live Club rischia davvero di crollare sotto la potenza che i Demolition Hammer e il pubblico innescano. Show davvero senza eguali. Potente, massicco, aggressivo e apocalittico al punto giusto come il thrash di grande caratura sa dare e trasmettere. Un segno di ripresa di un attività continuativa e nuova dopo lo scioglimento della band nel 1996 avvenuta dopo la morte dell’ ex batterista Vinnie “Daze” Civitano.
Dopo questo momento di “storia” del thrash, passiamo a un’ altro pezzo di storia, ma del death. I Dark Tranquillity probabilmente sono una di quelle band che è nel dna degli italiani. Band seguitissima e con un larghissimo gruppo di fan sfegatati che li segue in tutto e per tutto. Tornano in Italia per quest’ennesima data, al MetalItalia.com Fest, prima dell’ uscita di ” Atoma” nuovissimo capitolo della band che verrà pubblicato i primi giorni di novembre. Ormai i DT spegnono le 25 candeline di attività musicale e non potevano scegliere pezzi migliori per celebrare questo avvenimento. ‘The Science of Noise’, ‘White Noise/black Silence’, ‘Monochromatic Stains’, ‘The Wonder at your Feet’, senza dimenticare il must per eccellenza e forse una delle canzoni che i fan amano sempre sentire ‘Therein’, ma senza mai dimenticare, ovviamente, ‘Final Resistance’ e ‘The Threason Wall’. Chi ha già sentito dal vivo i Dark Tranquillity sa benissimo la qualità che scaturisce dai loro live e la potenza che è trasmessa dalla band e dal frontman Mikael Stanne. E anche in questo frangente la loro esibizione è stata caratterizzata da suoni pressocchè perfetti, da una grande presenza scenica anche supportata dalle immagini che scorrevano dietro il magnifico videowall posto alle spalle della band. Devo aggiungere che la band con i nuovi componenti, anche se turnisti, Erik Jacobson e Anders Iwers, ha ripreso lo slancio che sembrava perso negli ultimi anni. Poi ci sono i momenti ai quali non ti abitui mai, neanche dopo 25 anni passati da fan, ovvero quando mr Stanne interrompe a caso le canzoni per venire subito rimpiazzato dai fan, che cantavano tutte le canzoni, creando quel legame unico che unisce pubblico a musicista e del quale, i Dark Tranquillity, nonostante tanti anni sulla scena, ancora oggi fanno fatica a credere quanto forte esso sia. Non posso affermare che sia la loro esibizione migliore avendone viste un centinaio, ma sicuramente sarà una di quelle da annoverare tra le migliori, in quanto a suoni e impatto musicale – emotivo. I Dark Tranquillity sono sempre una garanzia.
Rimaniamo in tema di garanzia, anche se con grande dispiacere prendiamo atto del fatto che ci stiamo avviando verso fine della serata. Comunque, tristezze apparte, per mantanere alto il livello di metallo presente nel sangue dei presenti, sul palco ora è momento degli altri headliner del MetalItalia.com fest, i Sodom. Non vorrei essere considerata blasfema quando dico che loro sono il thrash impersonificato. Ci troviamo davanti alle leggende e tra i padri fondatori del thrash teutonico. Al comando di quest’ artiglieria da combattimento troviamo sempre l’ immenso Tom Angelripper. Ben trentacinque anni di colosso musicale è quello che portano sul palco di questo entusiasmante e distruttivo festival. Dopo un primissimo momento in cui Angelripper ha avuto qualche problema con il suo basso. Ma, da grande metalhead qual’è, non si è fatto cogliere dal panico e ritrovandosi momentaneamente senza strumento ha sfoderato un air guitar degno dei migliori concorsi del settore. La scaletta secondo il mio parere non poteva essere migliore, ‘In Retribution’, ‘In War of Pieces’, ‘Sodomy and Lust’ in cui il pubblico dava letteralmente di matto, ‘Surfin’Bird/The Saw is the Law’, ‘Stigmatized’, ‘City of God’ sono solo alcuni pezzi con cui la band la letteramente “assalito” sonoramente il pubblico presente. Il pogo era perenne e massiccio e chi non pogava sicuramente avrà riportato qualche vertebra della cervicale incrinata, visti gli headbanging violenti che si vedevano. Credo sia abbastanza scontato dire che la security è stata messa duramente alla prova dal continuo crownsurfing e i Sodom, da bravi thrasher rincaravano la dose appensantendo ancora di più il suono con una brutalità mai vista. Ma chi pensava di aver ormai toccato l’apice di cattiveria sonora si sbaglia. Il momento top è arrivato con ‘Iron First’ la famosissima cover in tributo a Lemmy e ai Motorhead e ovviamente, con l’ immancabile e più richiesta ‘Agent Orange’, pescata da quel capolavoro e masterpiece del thrash che è l’ omonimo album. Il pubblico era davvero incontenibile e il locale praticamente pieno sia nel parterre che anche sulle scale e sulla balconata superiore, e tutti, ripeto tutti non riuscivano a stare fermi. I Sodm sono in assoluto una della band che invito sempre a seguire sopratutto in chiave live. La potenza di suono che Tom Angelripper, Markus “Makka” Freiwald e Bernemann ha dell’incredibile. Sono sicuramente una delle esperienze che si deve vivere sulla pellaccia. La band seppur a fatica lascia il palco tra le ovazioni di un pubblico lasciato sudato, stremato, sicuramente dolorante ma con negli occhi l’ esaltazione pura. Insomma abbiamo assisitito a una performance di primo livello. Grandi Sodom!
Ed eccoci alla fine di questa lunga giornata del Metalitalia.com Festival. Giornata segnata dall‘ottima organizazzione, da prezzi vivibili all’interno dell’area esterna e interna per quel che riguarda drink&food. Un ottima acustica anche se , inevitabilmente c’è sempre qualche piccolo intoppo, ma gestito alla grande. Tirando le somme un ottimo festival con band di spicco e sicuramente tra le più amate da una gran fetta di pubblico. E come hanno ribadito spesso durante la loro esibizione i finnici Insomnium, non mi resta che congludere con un Kiitos.
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