Live Report: Michael Monroe a Milano

Di Alex Casiddu - 21 Maggio 2014 - 16:02
Live Report: Michael Monroe a Milano

Michael Monroe + Toseland

Legend Club @ Milano – Domenica 18 maggio 2014

 

 

Live report a cura di Alex Casiddu

In una calda serata di maggio, Milano ed il Legend Club hanno il piacere di ospitare una vera e propria icona del rock, un’ artista capace d’ ispirare con il suo stile la maggior parte dei cantanti glam degli ultimi trent’anni, stimato ed ammirato da nomi come Axl Rose e Steven Tyler: diamo il bentornato a Michael Monroe.

 

 

Ad aprire la serata, incuriosisce la presenza del due volte campione del mondo di motociclismo, James Toseland, ritirato dalle competizioni professionistiche a causa di un infortunio al polso e ormai lanciato nel mondo della musica, con un album appena pubblicato dal titolo “Renegade”.

Nei circa quaranta minuti a disposizione, i Toseland intrattengono il pubblico presente con una miscela di power/pop/rock energico che, bisogna ammetterlo, scorre via piacevolmente e si fa ben ascoltare, con l’ex pilota che dimostra di saperci fare anche dietro ad un microfono.

Con il solo disco di debutto all’attivo, i britannici hanno occasione di esplorare e proporre quasi tutti i brani presenti in “Renegade”; da segnalare le valide “Life Is Beautiful”, “Burning The System” ed il singolo “Crash Landing”. La buona tenuta on stage, maturata anche grazie alle loro apparizioni in veste di special guest nel tour britannico degli Status Quo, lascia intendere che le intenzioni siano serie e vadano oltre il semplice passatempo.

L’ ispirazione, la grinta ed i musicisti validi ci sono, non resta che approfondirli su disco: nel frattempo, la prova del palco è stata superata brillantemente.

 

 

Il fondatore degli Hanoi Rocks torna in Italia, a distanza di tre anni dall’ ultimo tour, con ben quattro date, un compagno di viaggio in meno (il chitarrista Dregen, concentrato sulla propria carriera solista e soprattutto sul ritorno dei Backyard Babies) ma con un album in più (“Horns And Halos” di cui trovate la recensione a questo link) che – in ambito glam rock – può essere annoverato tra le migliori uscite dello scorso anno.

Il platinato singer, da sempre protagonista di show incendiari e adrenalinici, stasera confermerà le attese, guidandoci per novanta minuti in un viaggio attraverso la sua storia: dagli Hanoi Rocks ai Demolition 23, fino alla sua lunga carriera solista, ormai quasi trentennale.

Un intro dai ritmi tribali fa da preludio a “Horns And Halos” – titletrack dell’ ultimo album – seguita a ruota da “Trick Of The Wrist” e “TNT Diet”: che trittico ragazzi, roba da infarto fulminante!

Il locale raccolto ed il palco praticamente attaccato alle prime file, carica non poco Michael che in pratica canta costantemente “face to face” con il pubblico in prima linea, guardandoli dritti negli occhi, salendo addirittura in piedi sulle transenne per avventurarsi il più possibile in mezzo alla gente.

Tutto questo all’alba dei suoi 52 anni e con una vita vissuta senza alcun limite:  roba da far impallidire tutte le giovani – e “trasgressive” (???) – rockstar odierne! 

La band suona con un tiro micidiale. Non potrebbe essere altrimenti con compagni di viaggio quali Sami Yaffa (già bassista degli Hanoi Rocks), Karl Rockfist (batterista già dall’album “Sensory Overdrive”), Steve Conte (chitarrista con due album all’attivo insieme ai New York Dolls) e Rich Jones (chitarrista entrato in sostituzione del defezionario Dregen).

La temperatura all’interno del Legend – già a livelli insostenibili – sale ulteriormente all’ascolto di “Ballad Of The Lower East Side”, “’78” e “Soul Surrender”: il ritmo non accenna a calare ed il frontman finnico sembra aver fatto un patto col diavolo, tanta è la grinta sprigionata tra spaccate e salti dalle transenne al palco. Immancabili le incursioni nella ‘Hanoi Rocks Era’: “Underwater World”, “Taxi Driver” e “Malibu Beach Nightmare”, raccolgono boati e battimani continui da parte dei fan, in completa adorazione del loro idolo che ha sfoggiato per l’occasione la sua immancabile armonica a bocca e il suo sax rosso fuoco.
Le note di “Dead, Jail Or Rock N’ Roll” ci portano alla prima pausa lunga dello show, indispensabile per far riprendere fiato al pubblico: sì, avete capito bene, a dover recuperare le forze è il pubblico, perché i musicisti sono già carichi e fremono per rientrare on stage. Ma come giusto che sia, aspettano che siano i fan a richiamarli.

Alla fine sarà lo stesso Monroe a tornare in scena, dicendo ai circa duecento presenti che i suoi ragazzi solitamente tornano a suonare solo se sentono casino: ovviamente l’appello viene accolto con fragore e una volta risaliti tutti, si è pronti per il rush finale con “Taxi Driver” e la conclusiva “Malibu Beach Nightmare”.

Dopo novanta minuti di musica senza sosta, i titoli di coda possono scorrere sull’ultima data di questo mini tour italiano che – se avrà riscosso lo stesso successo della tappa milanese – servirà sicuramente a far tornare quanto prima Michael Monroe dalle nostre parti.

Chi c’era, potrà dire d’aver visto una delle ultime reincarnazioni del Rock N’ Roll ancora in vita…

…perché il Rock ha bisogno di Michael MonroeMichael Monroe ha bisogno del Rock…e noi tutti abbiamo bisogno del Rock di Michael Monroe!

Setlist:

01. Horns And Halos
02. Trick Of The Wrist
03. Tnt Diet
04. Eighteen Angels
05. Ballad Of The Lower East Side
06. ‘78
07. Stained Glass Heart
08. Soul Surrender
09. Child Of Revolution
10. Half The Way
11. Got Blood
12. Modern Day
13. Underwater
14. Happy Never After
15. Ain’t Nothin’ To Do
16. Nothin’s Alright
17. Dead, Jail Or Rock N’ Roll

Encore:

18. Taxi Driver
19. Malibu Beach Nightmare