Folk - Viking Vario

Live Report: Moonsorrow + Vansind + Ulvedharr + Tol Morwen + Hellfox @Malpaga Folk & Metal Fest, Cavernago (BG) – 27/07/2024

Di Elisa Tonini - 3 Agosto 2024 - 9:37
Live Report: Moonsorrow + Vansind + Ulvedharr + Tol Morwen + Hellfox @Malpaga Folk & Metal Fest, Cavernago (BG) – 27/07/2024

Live Report: Moonsorrow + Vansind + Ulvedharr + Tol Morwen + Hellfox @ Malpaga Folk & Metal Fest, Malpaga, Cavernago (BG) – 27/07/2024

 

Un po’ alla volta, il Malpaga Folk & Metal Fest è arrivato all’True Metalundicesima edizione, guadagnando sempre più rispetto tra i festival metal nazionali ed europei. Tra nuove leve e band più note, nel suo palco sono giunti Finsterforst, Týr (oramai di casa), Sirenia e Dalriada. In tal senso, impossibile dimenticare il concerto di quest’ultimi, nel 2017, funestata da un temporale che impedì loro di suonare l’ultima canzone. La formula del festival si compone di tre giorni, in questa edizione distinti per problemi di natura burocratica; l’ingresso è inoltre gratuito come al solito. Noi di TrueMetal.it abbiamo deciso di presenziare per il secondo giorno, ovvero la data in cui sono presenti i Moonsorrow, il 27 luglio, fortunatamente sgombra da nubi.

La location e la logistica al Malpaga Folk & Metal Fest

Arriviamo circa alle 18 e 30, notando vari punti di parcheggio segnalati da addetti che ci guidavano nella scelta del posto. Erano comunque disponibili delle navette messe a disposizione dell’Organizzazione che consentivano ad arrivare comodamente all’area festival.

Dopo aver perlustrato un po’ la zona in attesa dell’apertura delle cucine, abbiamo notato che il palco è stato spostato in un’area verde ben più grande rispetto a quello che ricordavamo. La disponibilità dei bagni chimici si può dire buona e le bancarelle presenti erano dedicate al merch (vicino al palco) oppure agli hot dog e birre ma noi con calma sceglievamo tra l’ampia offerta di piatti, davvero ragionevoli in termine di prezzo. All’apertura delle cucine decidiamo di ordinare e di sederci tra i numerosi tavoli a disposizione e, quanto acquistato, ci viene gentilmente servito da alcuni giovani volontari dell’organizzazione. Qui un doveroso plauso al cibo, per quel che mi riguarda davvero ottimo. Notevole la quantità delle persone giunte al festival, sia come avventori che come appassionati di musica.

I concerti al Malpaga Folk & Metal Fest

Cinque band sono un numero consistente per un festival gratuito, di cui tre non avevo mai sentito parlare, ovvero Hellfox, Tol Morwen e Vansind. Naturalmente con questi faccio riferimento a quanto ho ascoltato il 27 luglio con qualche paragone dei brani in studio /streaming. Con i Moonsorrow possono invece emergere confronti con il concerto tenutosi al Zona Roveri di Bologna nel 2016, un locale al chiuso. Per quanto riguarda gli Ulvedharr faccio riferimento anche all’ultima volta in cui li ho visti, inclusi nell’edizione dell’anno precedente del Feffarkhorn, Folk Celtic Festival in provincia di Treviso.
In generale mi trovavo perlopiù nella parte centrale e, fortunatamente, il pubblico si è rivelato più calmo del festival citato poc’anzi , anche se qualche pogo, pit e wall of death si è visto nel corso degli ultimi quattro gruppi.

Hellfox

 

Mentre consumavamo il pasto, alle 19.20 iniziano le bergamasche Hellfox, band tutta al femminile, autrici di un gothic-death metal energico e diretto. Il loro look riflette un po’ l’animo oscuro della musica, dotato di una qualsivoglia vena epica e di un piglio vicino ai Lacuna Coil, specie nell’efficace duo tra il growl della bassista ed il clean della cantante. Nei loro circa 40 minuti di concerto hanno eseguito tutto “The Call” (2022″ tranne “Nothing really ends”, terminando a sorpresa con il bis, originariamente saltato perché non c’era abbastanza tempo per una set-list completa. Le Hellfox si sono rivelate un gruppo d’impatto, tutto sommato in linea con quanto propongono su disco in merito ad emozioni suscitate e nella tecnica. Si vede del potenziale di crescita e la discreta quantità di persone sotto al palco hanno dimostrato di aver apprezzato quanto ascoltato.

Hellfox – setlist

Intro
Interlude
Our Lady of Sorrows
Haunted
Raising
Rebirth
Your Name
Bleeding Machine

Encore:
Dead Star

Tol Morwen

I modenesi Tol Morwen iniziano circa alle 20 mettendo in scena un curioso cerimoniale pagano dove una figura femminile vestita di bianco dall’aria un po’inquietante pareva svolgere un rito di purificazione/benedizione dei membri del gruppo incappucciati. Mi attirava come una calamita lo strumento tradizionale ad arco di sottofondo, decisamente arcaico nello spirito per poi spiazzare con un black death fondamentalmente classico. Il gruppo ha denotato una certa carica live, incitando più volte i loro ascoltatori ed offrendo dei suoni tutto sommato adatti per la loro proposta musicale. Gli amanti del genere si sono lasciati andare in un pogo combattivo, mentre altri, come la sottoscritta, aspettano con impazienza i Moonsorrow.

Tol Morwen – setlist (parziale)

Fate of Gods
Unchained
Berserkerang

Ulvedharr

 

Di casa pure gli Ulvedharr, sia di provenienza che per numero di presenze al Malpaga. Il concerto inizia alle 20 e 50 presentando una nuova formazione, in seguito all’uscita del fondatore Ark per ragioni familiari. Diego, il nuovo cantante, con la sua voce roca si adatta al sound della band, un death/thrash potente e dritto al punto come al loro solito, sfoggiando il loro humor irriverente e bizzarro sia tra di loro che con il pubblico, strappando qualche sorriso. A volte facevano finta di dimenticarsi le canzoni: “Come c**o fa? ” oppure, al momento delle foto, è partito un commento sulla base musicale per loro “discutibile”, ovvero un: “Togliete questa musica[…] “Siete impazziti ?!”.

In fin dei conti, il metal è anche questo, non si prende sempre troppo sul serio. Il pubblico era già più numeroso e coinvolto tra pit e wall of death. Poco più distante da questi, divertente la scena di tre ragazzini che imitavano i pit dei più grandi e, non molto segretamente volevano aggregarvisi. Uno degli Ulvedharr, ad un certo punto è sceso a suonare tra il pubblico ed in molti si avvicinano a lui, mostrando l’affetto che i fan hanno per il gruppo o per la musica in generale. Tra quanto proposto, personalmente ho continuato a preferire “Master Liar” in quanto a ispirazione, per il resto, credo che gli Ulvedharr possano essere un validissimo gruppo per gli amanti del genere.

Ulvedharr – setlist

This Is War…
A Full Reload of Fear
War is in the Eyes of Berserker
Legion
Skjaldborg
Master Liar
Revenge Loop
Dagon
The Last Winter
Onward to Valhalla

Vansind

Prima volta in Italia per i danesi Vansind, gruppo folk metal basato su mitologie nordiche e norrene, composto da sette membri con all’attivo svariati singoli, un EP ed un full-length uscito l’anno scorso. Per quel che mi riguarda, qui siamo su sonorità ben più consone ai miei gusti e, quanto a prestazione e resa dei suoni, i Vansind sono stati la star della giornata in questo Malpaga Festival. Il concerto inizia alle 21.55 ed il gruppo ha sfoggiato un accattivante miscuglio tra animo celtico e quello nordico, su cui domina il duellare delle due voci, un corposo growl maschile ed una voce pulita femminile.

E qui le parole per descrivere quest’ultima non basterebbero, una voce in grado di fare la differenza nel loro repertorio e direi non solo. La musica assorbe infatti il suo piglio celestiale, leggero ma anche potente e vibrante. Mi è saltato in mente il paragone con Shlomit Levi degli Orphaned Land in tal senso (seppur diversa sul piano culturale), ma anche Anneke Van Giersbergen per capacità virtuose, tuttavia Line brilla di una luce personale. Quello dei Vansind è una proposta dalla struttura ricca anche grazie all’uso di tin whistle, cornamuse e tastiere, inoltre vi è un equilibrio intelligente nelle melodie, sia catchy e fiabesche che abrasive e minacciose.
Una band che raccoglie sette musicisti di alto livello tecnico, inoltre apprezzatissimo l’uso della lingua danese. Una band assolutamente da tenere d’occhio e sperare che tornino ancora nel nostro paese, in futuro, magari in Veneto ( perdonatemi ma tiro acqua a mio mulino)

Vansind – setlist

Intro
Grib til våben
Den farefulde færd
Blodmosen
Blót
Den første fejde
Håbet Er Sort

Moonsorrow

Alle 23.15 è l’ora degli headliner i Moonsorrow, dopo aver fatto aspettare alquanto la numerosa platea. La data del Malpaga è praticamente l’unica di quest’anno, insieme alla data di Budapest, avvenuta circa una decina di giorni fa. Richard l’organizzatore ha detto che erano presenti persone da molti paesi, fra cui Svizzera, Francia, Croazia e persino dall’Argentina
Senza molti fronzoli, i finlandesi partono con “Jumalten aika”, title-track dell’album dei 2016, ed è da quest’opera da cui i nostri attingeranno perlopiù. Quello che è saltato all’orecchio è stata la maggiore enfasi sulle chitarre, inficiando in maniera importante la resa dei brani, specie la splendida “Jumalten Kaupunki / Tuhatvuotinen Perintö” da “Kivenkantaja” un album che conta moltissimo sulle tastiere. Certamente credo non sia affatto facile replicare la loro proposta musicale in sede live ma in questo caso era proprio un problema di bilanciamento suoni.

Fortunatamente i Moonsorrow hanno aggiustato il tiro a partire dalla magica “Jotunheim”, suonata senza l’intro acustico, e le tastiere si sentivano come dovevano, per poi chiudere in bellezza con l’epica “Sankaritarina” e “Matkan Lopussa” ( quest’ultima da registrazione). Peccato per “Jumalten Kaupunki[..]”, se fosse stata dopo “Jotunheim” avrebbe avuto altra resa. Spero che dalla prossima volta i Moonsorrow facciano tesoro della lezione e tengano d’occhio le tastiere in sede live perché a mio parere, sono l’elemento chiave nella loro musica, quello che tiene legato il tutto. In ogni caso, un piacere assoluto averli rivisti.

Moonsorrow – setlist

Jumalten aika
Ruttolehto incl. Päivättömän päivän kansa
Jumalten Kaupunki / Tuhatvuotinen Perintö
Suden tunti
Jotunheim (senza intro acustico)
Sankaritarina
Matkan Lopussa (canzone suonata da registrazione)
(Outro)

Conclusione

E così si conclude la giornata del 27 luglio, con l’augurio che il Malpaga continui così, portando musica di qualità e non solo, per gli anni a venire.

Elisa “SoulMysteries” Tonini