Gothic

Live Report: Moonspell @Live Trezzo (Mi) 2/10/2016

Di Vittorio Cafiero - 9 Maggio 2017 - 9:54
Live Report: Moonspell @Live Trezzo (Mi) 2/10/2016

E’ una tiepida serata di tarda estate, piuttosto che di primo autunno, quella che vede andare in scena il ritorno dei portoghesi Moonspell sulle assi del Live di Trezzo, accompagnati per l’occasione dagli Eleine e dai The Foreshadowing. Appuntamento decisamente succoso per tutti gli amanti dei suoni a tinte oscure. Ultimamente i Moonspell non sono più sulla cresta dell’onda come un tempo, riuscirà l’effetto nostalgia di una tracklist incentrata sui grandi successi del passato a richiamare un numero significativo di partecipanti? Vediamo come è andata…

Eleine

Puntualissimi alle 20 salgono sul palco i giovani svedesi Eleine, dopo l’omonimo esordio dell’anno scorso uscito su Cardiac Records. Sconosciuti alla maggior parte degli astanti, catturano subito l’attenzione di tutti grazie alla prorompente omonima vocalist: modella e performer a tutto tondo, Eleine è anche una discreta cantante che interpreta i pezzi con passi di danza e accenni di “belly dance”. La band scandinava propone un symphonic metal a forti tinte goticheggianti, che ha le sue radici ben piantate negli anni ’90 ma che si sviluppa con le specifiche del nuovo millennio, ossia chitarra a sette corde che fa muro costante e una fase solistica non preponderante, soprattutto affidata alle tastiere, sempre presenti. Il rischio di cadere nel cattivo gusto c’è, eppure la band lo evita con una certa disinvoltura, grazie ad un look ben curato, a una forte dose di personalità – i ragazzi “ci credono”, per farla breve, basti ricordare la richiesta al pubblico di partecipazione attiva durante la corale “Death Incarnate” – e a delle canzoni ben costruite. Climax della performance, la conclusiva “Break Take Live”, che vede l’affascinante Eleine interpretare il pezzo avvolta in un mantello effetto-crisalide davvero impattante. Da tenere d’occhio.

Setlist:

  1. Land Beyond Sanity
  2. Gathering Storm
  3. A Sin
  4. Death Incarnate
  5. Story Untold (inedita)
  6. Break Take Live

The Foreshadowing

Non è la prima volta che i capitolini The Foreshadowing accompagnano in tour internazionali i Moonspell: era già successo nel 2013 durante il Voices From The Dark tour (all’epoca presenti anche Marduk e Inquisition). In seguito, i nostri avevano sperimentato la vita on the road assieme ad Swallow The Sun e Antimatter. Sale dunque sul palco una band affiatata e sicura, che basa gran parte della setlist sul nuovo album, l’apprezzatissimo “Seven Heads Ten Horns”. La proposta dei Romani fa la spola tra un gothic robusto e un doom metal solenne, a seconda del pezzo e dell’album. Dal vivo, guadagnano in potenza, tanto che le tinte goticheggianti vengono forse meno; poco male, la pesantezza la fa da padrone, ma è da dire che la dinamica non manca. E, a tal proposito, vale la pena sottolineare un punto abbastanza importante nell’evoluzione che i The Foreshadowing hanno vissuto negli ultimi anni: l’entrata in pianta stabile di Giuseppe Orlando (ex-Novembre) alla batteria ha giovato tantissimo al gruppo. Al di là della sua esperienza nell’ambito strettamente fonico e alle sue capacità tecniche, il batterista è dotato di quel tocco e di quella fantasia che portano il ruolo della batteria dal semplice accompagnamento al vero e proprio arricchimento dei pezzi: la scelta dei fill, tutta da ascoltare ed osservare, amplifica l’energia del gruppo. Tutta la band è comunque in palla e fa quadrato attorno alla performance vocale di Marco Benevento, sempre evocativo e personale. Lo show dei The Foreshadowing scorre via senza intoppi, con un pubblico che apprezza attento e saluta positivamente la prestazione. Uno slot di supporto sicuramente meritato, quindi.

The Foreshadowing – Photoreport

Setlist:

  1. Ishtar (Intro)
  2. Fall Of Heroes
  3. Two horizons
  4. New Babylon
  5. 17
  6. Departure
  7. Oionos
  8. Havok

Moonspell

“Avere vent’anni”. Sono passate esattamente due decadi dall’uscita di quel gioiello a nome “Irreligious” che, facendo seguito all’altrettanto bello e sfrontato “Wolfheart”, aveva portato i Moonspell sulla cresta dell’onda del metal internazionale. Per la prima volta una band portoghese partecipava a festival internazionali accanto ai nomi più blasonati. Era il periodo d’oro del gothic metal classico, dove nomi come Tiamat, Sentenced, Anathema e Paradise Lost rappresentavano il lato più intellettualmente evoluto della musica oscura. Dopodiché, una serie di scelte non proprio azzeccate e album meno convincenti federo sì che certi fasti non fossero più raggiunti, tanto che, ammettiamolo, i Moonspell viaggiano da anni ormai su un binario abbastanza stabile privo di particolari scossoni, in termini di fama e “hype”. Con giustificato opportunismo, i Lusitani scelgono quindi di imbacarsi in un tour che celebra questo anniversario, selezionando una setlist che vede la riproposizione proprio di Irreligious nella sua totalità. Come se ciò non bastasse, anche il sopra menzionato “Wolfheart” viene suonato interamente. Un appuntamento quindi imperdibile per chi quel periodo l’ha vissuto ed apprezzato in diretta. Si va in ordine cronologico. Poco da aggiungere sulla qualità dei pezzi, da tanti anni sempre celebrati. L’inizio è spedito, i suoni suono buoni, come da ottima abitudine al Live di Trezzo. Si inizia a fare sul serio già con “…Of Dream And Drama (Midnight Ride)” con il chorus urlato da Fernando Ribeiro che scuote le pareti del locale. Potendo ascoltare questi due album capolavoro nella loro completezza, ciò che si può apprezzare e la capacità dei Moonspell di far convivere nella loro proposta sottogeneri spesso distanti: si passa dal metal estremo con tonalità black degli inizi arrivando fino ad atmosfere da canzone folk, passando attraverso i classici stilemi del gothic metal e toccando ambienti vicini ad una sorta di dark rock orecchiabile. Il tutto mescolato con maestria, senza forzatura alcuna. Belli anche i giochi di luce che accompagnano la prestazione dei nostri, ognuno dei quali sicuro al proprio posto dopo anni di militanza, compreso il bassista Aires Pereira, entrato “solo” nel 2004. Il pubblico (cresciuto progressivamente con il succedersi delle band) è diventato decisamente numeroso ed apprezza performance e scelta della setlist; ognuno chiaramente ha le sue preferenze, ma l’eccitazione sembra crescere con il passare dei titoli e da “Alma Mater” in avanti la simbiosi è totale. La celeberrima “Opium”, in un certo senso simbolo di una breve epoca, “Ruin & Misery” e “Raven Claws” esaltano band e astanti, ma è con “Mephisto” e la conclusiva “Full Moon Madness” che si raggiunge l’apoteosi: gli applausi si sprecano, non servono encore o riprese, il trionfo dei Moonspell questa sera è stato totale.

Moonspell – Photoreport

Setlist:

  1. Wolfshade (A Werewolf Masquerade)
  2. Love Crimes
  3. …of Dream and Drama (Midnight Ride)
  4. Lua d’Inverno
  5. Trebaruna
  6. Ataegina
  7. Vampiria
  8. An Erotic Alchemy
  9. Alma Mater
  10. Opium
  11. Awake!
  12. For A Taste Of Eternity
  13. Ruin & Misery
  14. A Poisoned Gift
  15. Subversion
  16. Raven Claws
  17. Mephisto
  18. Herr Spiegelmann
  19. Full Moon Madness

Vittorio Cafiero