Hard Rock

Live Report: Michael Schenker Group @ Phenomenon – Fontaneto D’Agogna (NO) – 14/05/22

Di Fabio Vellata - 17 Maggio 2022 - 10:00
Live Report: Michael Schenker Group @ Phenomenon – Fontaneto D’Agogna (NO) – 14/05/22

Michael Schenker Group + Everdawn

@Phenomenon, Fontaneto D’Agogna (NO) – 14/05/2022

 

 

Live report a cura di Fabio Vellata
Foto a cura di Davide Sciaky

Qui puoi vedere le nostre foto del concerto.

Un bel sospiro.
Dopo due anni di nulla, annebbiati da eventi impensabili che hanno sospeso qualsiasi attività concertistica, ritrovarsi in una sala ad ascoltare musica dal vivo è una sensazione ai limiti del liberatorio…
Dopo esserci avvicinati con tutta calma al Phenomenon di Fontaneto d’Agogna, in cuor nostro sapevamo già che in qualche modo, la serata sarebbe stata di quelle da ricordare. Un evento live senza restrizioni di sorta dopo tanto tempo. La possibilità di ritrovarsi con amici di vecchia data che non si vedevano da un po’…e la musica di un gruppo alla soglia del mito, come gli MSG, il Michael Schenker group. O meglio, per questa sera, McAuley / Schenker group, derivazione degli MSG che proprio grazie alla presenza dello straordinario cantante irlandese, nei primi anni novanta aveva leggermente modificato denominazione a significare il binomio collaborativo tra due artisti di prim’ordine.
Che occasione insomma: vedere dal vivo, senza limitazioni, uno dei più grandi guitar player di sempre, nome storico, quasi leggendario, del rock mondiale. Sentire la voce di un fuoriclasse come Robin McAuley, tornato ai vertici dopo qualche anno passato in sordina. Il tutto nella cornice delle celebrazioni per il cinquantenario di carriera dell’ex UFO e all’interno di una delle sale da concerto meglio organizzate del nord Italia. Comoda, ben strutturata ed estremamente vivibile.
Ci attendevamo anche un contributo di pubblico adeguato al prestigio dei musicisti, aspetto che si è rivelato invece meno gratificante di quanto auspicabile. Nonostante la qualità della proposta, il Phenomenon è apparso, nel momento di maggiore affluenza, pieno solo a metà.
Un peccato: clima perfetto, serata quasi estiva, traffico scorrevole e zero intoppi. Messo tutto in conto e valutato il livello toccato dagli MSG durante la loro esibizione, il ritorno in Italia di Michael Schenker avrebbe meritato un sold out completo.

Everdawn

 

Con precisione e puntualità, alle ore 19.50 fanno il loro ingresso gli Everdawn, band dedita ad un symphonic metal che, onestamente, non ci è sembrato del tutto compatibile con l’hard rock torrenziale e muscoloso proposto dagli headliner.
Gli Everdawn, gruppo americano con un solo album all’attivo (“Cleopatra”, Sensory, 2021), dimostrano in ogni modo di saper tenere il palco. C’è un bel po’ di esperienza alle spalle: la band vedeva coinvolto, in origine, anche Mike LePond, celebre bassista dei Symphony X.
Brani incardinati con rigore nel genere sinfonico, hanno nel soprano Alina Gavrilenko un’interprete notevole, con buone doti canore e look accattivante.
Piuttosto tradizionali, non certo originalissimi ma comunque gradevoli, gli Everdawn hanno assolto al compito di band d’apertura con buon piglio ed al riparo da particolari sbavature.
La title track del loro debutto “Cleopatra”, assieme a “Ghost Shadow Requiem” i momenti migliori di una performance che pur senza assurgere a particolari vette di pathos non è dispiaciuta agli ancora pochi presenti in sala.

 

21.02
Abbiamo annotato con precisione l’orario di quello che è stato un vero e autentico evento. Che per mille motivi diversi già suggeriti, non ultima la validità di quello cui avremmo poi assistito, potrà in seguito ritenersi memorabile.
Senza paranoie, pomposità o troppe cerimonie: eccolo. Michael Schenker, il suo solito sorriso sardonico, il colbacco d’ordinanza con occhialini sovrapposti e l’andatura bizzarra che quasi lo fanno sembrare un personaggio da fumetto, è subito sul palco, intento a smulinare la Flying V sulle note della opener “Ascension”.
Un’entrata che è contemporaneamente attitudine e manifesto programmatico: si bada alla sostanza, alla musica, a quello per cui i fan hanno pagato e a cui vogliono assistere. Un concerto “vero”, fatto di poche parole e di un fiume di note, piene, corpose, scroscianti.
Ma soprattutto “tante” e senza sosta.
Un modo di proporsi seguito alla lettera anche dall’alter ego Robin McAuley che, dopo l’esecuzione dello strumentale introduttivo, arriva sulla scena già “armed and ready” (proprio come la loro canzone). Voce pronta, corde vocali d’acciaio, nessuna incertezza sin da subito: la doppietta “Cry for the Nation” e “Doctor Doctor” spiana le prime file con un misto d’intensità e qualità. Che voce pazzesca!
Una sensazione che si fa ancora più tangibile nella recente “Sleeping with the Lights On“, per lasciare spazio poi al delirio perpetrato con due pezzi di granito come “Looking for Love” e “Warrior”.
Sempre scarsino il pubblico: i presenti tuttavia, non hanno potuto fare a meno di constatare l’eccellente stato di forma di tutto il gruppo. McAuley a rubare letteralmente la scena, Schenker a dispensare il solito fiume di riff inossidabili. Più riparati ma comunque “palpabili”, Steve Mann alla seconda chitarra e Barend Courbois al basso, così come il batterista Bodo Schopf, intenti a svolgere il proprio ruolo con esemplare professionalità, senza tuttavia togliere spazio ai due leader carismatici.
Solo il tempo dello strumentale “Into the Arena”, e poi tutti assieme si riprende a martellare come fabbri, esaltati da una prestazione di McAuley che si fa più intensa, potente e travolgente con il passare dei minuti. Un alieno. Sorridente ma determinato, il frontman irlandese non perde tempo in chiacchiere e coinvolge il pubblico senza parole o artifici. Dritto al cuore del rock, sguainando la voce come una spada tagliente che squassa l’aria.
Lo conferma “In Search of Peace of Mind”, momento in cui si raggiungono picchi vocali mostruosi, inseguita senza cedimenti da “Red Sky”, “Emergency” – dal nuovo cd in prossima uscita – e “Lights Out”, uno dei tanti brani degli UFO che verranno proposti stasera.

Si scivola così agilmente nella seconda ora di uno show tirato e fulminante: la band guidata da Schenker e McAuley appare però fresca e sul pezzo come se avesse appena iniziato ad esibirsi. Sibilano altre pallottole e sono altri giri di hard rock portentoso e fiammeggiante. Dopo aver lasciato spazio ad un rallentamento con le atmosfere appassionate della recente “After the Rain” arriva la botta di “Armed and Ready“. Proprio lei, sarà uno degli apici della serata assieme al torrido, muscolare e inesorabile blues di “Rock to the Ground”. Voce stellare, persino migliore di quella di Graham Bonnet che aveva scolpito il pezzo nel 1982, senza il minimo cedimento in nessun frangente.
Ci si avvia al finale, ma c’è ancora parecchio da vedere e sentire: dopo un nuovo estratto dal prossimo cd intitolato “A King is Gone” (sul nuovo disco degli MSG, interpretata niente meno che da Michael Kiske) si arriva ad una sorta di “gran galà degli UFO” inaugurato dalla celebre “Rock Bottom”.
Difficile non lasciarsi prendere dalle note selvagge della canzone, soprattutto nel ritornello intonato da tutti i presenti (nel frattempo divenuti, per fortuna, un po’ più numerosi). Lunghissimo il tradizionale assolo centrale con successiva reprise, durante la quale non è mancata nemmeno una repentina invasione di palco da parte di un fan particolarmente acceso. Conseguente parapiglia e vigoroso intervento della security: anche questo fa spettacolo e restituisce un’atmosfera da concerto che non respiravamo davvero da troppo.

Poco tempo da perdere in mezzucci e stratagemmi iper sfruttati che vorrebbero uscita dal palco e successiva chiamata da parte del pubblico per gli encore. Gli MSG – e li abbiamo apprezzati tantissimo anche per questo – preferiscono andare “dritto per dritto”. Basta chiedere ai presenti se ne vogliono ancora, con immediata risposta positiva. Via quindi alla celebrazione della carriera spesa da Schenker negli UFO con l’esecuzione in rapida sequenza di “Shoot Shoot“, “Let it Roll”, “Natural Thing” e “Too Hot to Handle” (da brividi!) sino a condurre il treno in stazione con l’anthemicaOnly You Can Rock Me“, momento conclusivo di un concerto tirato, denso, senza fronzoli e carico di qualità.
Che, fedele ad una filosofia tenuta per tutta la serata, termina come è iniziato: senza orpelli e al riparo da eccessive melensaggini. Qui si fa hard rock. Vero, cazzuto, con la grinta negli occhi e la forza nelle braccia. Magari scherzoso ed ironico quando necessario, ma sempre rispettoso di chi ha pagato il biglietto per assistere a quello che devono fare i musicisti su di un palco. Suonare.
Cosa che gli MSG, anche dopo tantissimi anni carriera, conoscono e onorano alla perfezione.
Uno stile mantenuto fino all’ultimo istante: saluti, luci accese e tutti soddisfatti con un gran bel sorriso – quelli di McAuley e Schenker – ad augurare la buona notte ai molti fan sazi e compiaciuti.

Apprezzabilissimo nella forma e nella sostanza, quello degli MSG è stato un evento che non avrebbe potuto essere migliore. Come detto in apertura, per molti aspetti memorabile.
Gestito alla perfezione, intenso, completo e ricco di vera sostanza, ha visto il gruppo lanciarsi lungo una scaletta corposa per quasi due ore di esibizione priva di sbavature o momenti di stanca. Alla fine avremo contato ben ventidue brani in una setlist che ha realmente appagato tutti per valore delle esecuzioni e prestanza sul palco.
Con in più, il bonus non indifferente di aver conciliato, per una volta, qualità e tempistiche ragionevoli. Senza inutili band in apertura, alle 23.00, dopo aver assistito ad uno show pieno e soddisfacente che non ha lasciato nessuno deluso, “tutti a casa”. Con un buon margine per scambiare ancora qualche chiacchiera in compagnia o per affrontare il viaggio di ritorno in un orario ampiamente accettabile e non sfiancante per chi arrivava da un po’ più lontano.

Un evento, in pratica, ideale nel senso più completo del termine, con l’unica pecca di un’affluenza non corposa come il nome in cartellone avrebbe meritato.
Per il resto, un gran bel modo per tornare a riassaporare il gusto, unico ed irripetibile, della grande musica live.
Finalmente!

Fabio Vellata

 

Qui il set completo delle nostre foto del concerto.

Setlist MSG:

01. Ascension
02. Cry for the Nations
03. Doctor Doctor
04. Sleeping With the Lights On
05. Looking for Love
06. Warrior
07. Into the Arena
08. In Search of the Peace of Mind
09. Red Sky
10. Emergency
11. Lights Out
12. After the Rain
13. Armed and Ready
14. Sail the Darkness
15. Rock You to the Ground
16. A King Has Gone
17. Rock Bottom – Guitar Solo – Rock Bottom Reprise
18. Shoot Shoot
19. Let It Roll
20. Natural Thing
21. Too Hot to Handle
22. Only You Can Rock Me