Heavy

Live Report: ONE SHOT SHOW Vanexa + Mastercastle @ Teatro Valleggia, Quiliano (Savona) – 19/10/2024

Di Stefano Ricetti - 29 Ottobre 2024 - 6:58
Live Report: ONE SHOT SHOW Vanexa + Mastercastle @ Teatro Valleggia, Quiliano (Savona) – 19/10/2024

ONE SHOT SHOW:

VANEXA,

IL CORONAMENTO DI UNA CARRIERA

 

Sabato 19 ottobre 2024, all’interno del Nuovo Teatro di Valleggia a Quiliano (SV), si è consumato l’One Shot Show da parte dei Vanexa.

La formazione ligure, di stanza a Savona, rappresenta un punto fermo nella storia dell’heavy metal italiano. Tutto prese inizio nel lontano 1979 e nel 1983 avvenne il debutto omonimo su full length. Sebbene prima di loro fossero già usciti altri due Lp a marca italiana ascrivibili al genere HM, per la stragrande maggioranza della critica specializzata e anche dei fan “Vanexa” incarna il vero inizio del tutto, a livello nazionale. Questo perché né BerserksStrike seppero dare continuità alla loro carriera, a differenza dei Vanexa, già headliner a Certaldo 1983 e che sul primo 33 giri seppero incanalare sette brani di heavy metal purissimo, di chiara derivazione Nwobhm, una vera e propria novità, in Italia.

 

 

Da allora di tempo ne è passato parecchio, fra centinaia di concerti un po’ dappertutto, cinque album pubblicati, lo scioglimento e la reunion, avvenuta intorno al 2009. La loro traiettoria artistica ha lambito diversi generi, passando dall’HM incorruttibile del primo disco alle tracimazioni nell’hard rock di stampo robusto, sublimato negli ultimi due album, Too Heavy To Fly e The Last in Black.

I due leader di sempre, fondatori e unici membri originali rimasti nella line-up dal 1979 a oggi, ossia Silvano “Syl” Bottari – batteria – e Sergio Pagnacco – basso – si sono poi concessi, negli anni, esperienze tipicamente Punk con i Klasse Kriminale e momenti heavy psych con i 404.

Ma è pensiero comune che il meglio lo abbiano dato e lo diano tuttora in ambito heavy metal, costituendo delle colonne fondanti del genere.

Nella carriera dei Vanexa si sono alternati quattro cantanti, cinque considerando anche Alfio Vitanza, sebbene il suo ruolo risultò piuttosto marginale. Ebbene, i quattro irrinunciabili, ossia Fabrizio Cruciani, Marco “Spino” Spinelli, Roberto “Rob Tyrant” Tiranti e l’attuale Andrea “Ranfa” Ranfagni si sono dati appuntamento in quel di Quiliano per celebrare un’intera vita artistica immolata sull’altare del Metallo.

Ad affiancarli, l’attuale e straconsolidata formazione dei Vanexa, ossia Sergio Pagnacco al basso, “Syl” Bottari alla batteria, Artan “Tani” Selishta alla chitarra, Andrea “Ranfa” Ranfagni alla voce, Pier Gonella alla chitarra.

 

Mastercastle 

 

Ad aprire la serata i Mastercastle di Giorgia Gueglio, Pier Gonella, Steve Vawamas e Alessio Spallarossa, di fronte a un teatro pieno in ogni ordine di posto all’interno del quale si respira l’aria dei momenti che segnano un’epoca. Evento unico e irripetibile, che non avrà mai un seguito, situazione evidentemente percepita dalla stragrande maggioranza dei fan dei Vanexa, a giudicare dal successo in termini di partecipazione. Gente che li conosce da quando provavano a Ellera nei locali della parrocchia insieme con altri che presenziarono al loro concerto di Varazze nel quale si riversò l’intera Liguria HM.

Una moltitudine di persone fondamentalmente della zona che non è mancata per tributare una delle band storiche del panorama nazionale. Tornando allo show, i Mastercastle hanno fatto il loro dovere, alternando brani da un po’ tutti  gli album e offrendo un simpatico siparietto nel momento in cui Roberto Tiranti si è unito a Giorgia Gueglio durante l’esecuzione di “Platinum”. Applausi meritati, i loro, da parte del pubblico, che ha dimostrato di conoscere buona parte delle canzoni proposte.

Cinque minuti scarsi di cambio palco e poi è la volta dei Vanexa, preceduti dai tributi filmati di alcuni artisti di calibro mondiale quali Graham Oliver (Saxon), John Gallagher (Raven), Tony “Demolition Man” Dolan (Venom Inc.), Steve Brodian (Mountain Rec. USA), Michael Hopkins (Quartz), Robb Weir e Jacopo Meille (Tygers of Pan Tang) e Ricardo Confessori (Angra). Piccole grandi soddisfazioni che stanno a significare quanto i Vanexa abbiano seminato, e bene, negli anni.

 

Fabrizio Cruciani 

 

Brucia la Città” è il primo pezzo della scaletta, ovviamente con Fabrizio Cruciani dietro al microfono, così da riandare alla fine degli anni Settanta, quando il gruppo scriveva canzoni heavy metal in lingua madre. Niente male la sua performance, assolutamente convincente, tenendo conto che l’ultimo suo concerto con i Vanexa risaliva più di quarant’anni prima! A seguire “Jane” e “Hiroshima”, in ossequio al programma, che impone tre brani a testa per ogni singolo cantante.

 

“Spino”

 

Per i metallari duri e puri in sala, alcuni dei quali carichi di borchie come si era usi fare qualche decennio fa, il momento clou dello show era quello ricomprendente il periodo di “Vanexa” e “Back From the Ruins”, rispettivamente il debutto e il secondo album della carriera, quindi con “Spino” dietro al microfono. E il tempo per Marco Spinelli sembra essersi per davvero fermato al 1985, dal momento che la sua prova risulta essere particolarmente graffiante e aggressiva, per alcuni addirittura più scintillante di quando aveva qualche lustro in meno sul groppone. “Midnight Wolves”, “Hanged Man” e “Metal City Rockers” paiono in quel momento le modalità migliori per suggellare l’epoca più fottutamente heavy metal della band ma alla fine della performance di “Spino” cresce un dubbio grande come una casa che poi diventerà, purtroppo, rammarico, nonché l’unico neo di una serata magica: costituisce autentico sacrilegio non proporre un brano simbolo della band come “1.000 Nights” – o “Mille Notti” nella sua versione italiana – in un’occasione del genere!

 

Roberto Tiranti e Pier Gonella

 

Il concerto continua con Roberto Tiranti dietro al microfono, cantante dall’impostazione completamente diversa rispetto ai due che lo hanno preceduto, che insieme con i Vanexa sfodera una versione di “Night Rain on The Ruins“ da brividi, andando a siglare uno degli highlight dell’intero show. A completare il suo intervento vengono suonate “In The Shadow of the Cross” e “Against the Sun”.

 

“Ranfa”

 

La quarta sezione, quella con Ranfa alla voce, riporta ai Vanexa di oggi, particolarmente in palla e ampiamente rodati, ma anche più votati alle sonorità hard rock, ben rappresentate da “Too Heavy to Fly” – un pezzo che se la gioca con i grandi loro classiconi del passato – seguito da “Paradox” e “The Last in Black”, il brano che ha fornito il titolo al loro ultimo disco, del 2021.

 

Vanexa: i quattro “tenori”

 

Un attimo di pausa e lo zenit viene raggiunto nel momento in cui le prime note di “Rainbow in the Night” si irradiano fra le mura del Teatro Nuovo di Valleggia: il brano viene eseguito con tutti e quattro i cantanti allineati, a dividersi diligentemente le varie parti. È il finale ma anche l’apoteosi di una notte irripetibile, nella quale il piacere di ritrovarsi e suonare insieme di fronte ai propri die hard fan idealmente sgorga dalle assi del palco sino all’ultima fila di seggiole della platea.

 

Vanexa ai saluti finali (unica foto NON di A. Lami)

 

A corroborare il tutto dei suoni assolutamente all’altezza delle aspettative, gli effetti pirotecnici mirati, i video a tema che scorrevano sullo schermo durante le varie canzoni ma soprattutto il clima di fratellanza che si respirava nell’aria. Cala definitivamente il sipario con l’immagine di Roberto Merlone sullo sfondo, chitarrista e fondatore insieme con Syl e Sergio del gruppo, più volte ricordato lungo lo show, purtroppo mancato nel 2019 a soli 61 anni.

Avanti, Vanexa!

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

Si ringrazia Andrea Lami di Metal Hammer (Instagram: andrea.lamirock) per la gentile concessione del materiale fotografico.