Live Report: Orden Ogan + Rhapsody of Fire + Unleash the Archers @ Zona Roveri, Bologna 25/10/2017
ORDEN OGAN + RHAPSODY OF FIRE + UNLEASH THE ARCHERS
25/10/2017 @ Zona Roveri Music Factory, Bologna
Serata all’insegna del power metal allo Zona Roveri Music Factory, per la data bolognese del “Gunmen Tour” dei tedeschi Orden Ogan. Ad accompagnarli i nostrani Rhapsody of Fire, con i nuovi Manuel Lotter alla batteria e Giacomo Voli alla voce, ad affiancarsi ai più navigati Roby De Micheli ed Alessandro Sala; nonché al fondatore Alex Staropoli. Sembrava abbastanza evidente, complice anche la locandina dell’evento, che gli headliner nel Bel Paese sarebbero stati proprio i triestini, ma il programma definitivo pubblicato poco prima della data non lascia spazio a dubbi: ai tedeschi il ruolo di protagonisti. In diversi tra il pubblico della prima ora (nemmeno nascosti troppo bene), compreso lo scrivente, sono tuttavia accorsi principalmente per la band di apertura, direttamente dal lontano Canada: gli Unleash The Archers per la prima volta in carriera in Italia con questo tour.
Iniziamo proprio con loro: mentre iniziano a levarsi le prime note della titletrack “Apex” (2017) il pubblico non è proprio quello delle grandi occasioni, disposto su tre/quattro file al massimo, ma con qualche maglietta di inequivocabile provenienza. Lo spazio a disposizione sul palco è ridotto, ma la band capitanata da Brittney Slayes riesce fin da subito ad incuriosire i presenti che vengono calamitati verso il palcoscenico. I brani in scaletta, peraltro, sono stati decisi da un sondaggio pubblicato online dalla stessa band. Discutibile la scelta di partire con un brano lungo e complesso come “Apex” (forse il magnum opus della band, più adatta alla chiusura), ma la successiva “Test Your Metal”, diretta come un colpo ben assestato, ci stordisce e conquista. A seguire altri due pezzoni dall’ultimo full-length:“Cleanse the Bloodlines” e “The Matriarch”, seguite dai singoli del secondo e terzo disco: “General of the Dark Army” e “Tonight We Ride”. Suoni decisamente migliorabili al mixer, con la doppia cassa a divorare le basse frequenze e qualche problema ai microfoni, backing deboli e probabilmente qualcosa di storto alle spie, con la cantante costretta a passare da un radio ad un microfono a cavo. Chiamasi gavetta. Lo show dei ragazzi non lascia comunque spazio a dubbi: assistiamo all’esibizione veramente notevole di una giovane band che riesce ad essere genuinamente metal senza perdersi in divagazioni e contaminazioni, e che può vantare tra le sue fila una cantante superlativa e carismatica. Un gruppo che ragionevolmente cerca di affacciarsi sul mercato europeo raccogliendo nuovi consensi tra il pubblico. Speriamo di riaverli presto in Italia: promossi a pieni voti. #followmetoapex
Setlist
01. Apex
02. Test Your Metal
03. Cleanse the Bloodlines
04. The Matriarch
05. General of the Dark Army
06. Tonight We Ride
Viene il turno dei Rhapsody of Fire, comprimari d’eccezione con un pubblico giunto principalmente per la loro esibizione. La setlist è ridotta ma non mancano i grandi classici da cantare a squarciagola come un esercito di guerrieri, pronti a marciare sul nemico in un’alba vittoriosa. La curiosità è ovviamente tutta indirizzata ai due recentissimi innesti: Manuel Lotter alla batteria si rivela una rocciosa macchina da guerra, classe 1988, giovane promessa del metallo italiano. Apprezzamenti anche per Giacomo Voli, in ottima forma sul palco, vocalmente molto dotato e preparatissimo sui pezzi della band, con una timbrica molto particolare ed ovviamente lontana dall’eccellente precursore Fabio Lione. Cresce l’attesa di vedere i ragazzi in azione su brani inediti, mentre è la sola “Distant Sky” dall’ultimo album a rappresentare il periodo post-split con Luca Turilli, segno di una band ancora molto legata alla tradizione ed alla ricerca di un rilancio completo.
Molto coinvolgente “The Magic of the Wizard’s Dream”, la ballata in onore di (e all’epoca cantata da) Christopher Lee, in cui Giacomo incita il pubblico ad accendere le torce dei cellulari. Solita carica arrembante per “Holy Thunderforce” e “Dawn of Victory” e chiusura col brano più famoso della band, col pubblico che invoca a gran voce “Emerald Sword”.
Setlist
01. Distant Sky
02. Dargor, Shadowlord of the Black Mountain
03. Flames of Revenge
04. Dawn of Victory
05. The Magic of the Wizard’s Dream
06. Holy Thunderforce
07. The March of the Swordmaster
08. When Demons Awake
09. Emerald Sword
Viene il momento degli headliner, gli Orden Ogan. Interessante la scenografia, con due pistoleri dagli occhi rossi a led che torreggiano a fondo palco, sui lati. Peccato che la platea sia in fase di spopolamento, con almeno 1/3 del pubblico già uscito a fare altro o di ritorno sulla via di casa. Forse il cortese scambio di posizione tra le due band con i Rhapsody headliner sarebbe stato più ragionevole? A parere di chi scrive, sì.
L’ordine di Ogan si difende con una buona setlist che bilancia classici a brani dall’ultimo disco, Gunmen (2017), appunto, che dà il nome all’intero tour. La proposta dei tedeschi è caratterizzata da pezzoni caldi e anthemici con ritornelli corali di facile presa, ma che a lungo andare finiscono per non elevarsi mai dietro una certa prevedibilità tipica di certo power teoutonico. I ragazzi sono perfettamente teutonici nella puntualità e precisione, potenti e dal sound scandito a colpi di professionalità. Non mancano momenti profondi come durante “Fields of Sorrow”, introdotta da una gag sul silenzio del pubblico in sala, giusto in quanto è il momento di seppellire tristemente la moglie citata nel testo. Poca interazione in generale con il pubblico, con gli animi un po’ freddi oltre le prime file.
Gli Orden Ogan salutano una platea ormai ridotta all’osso con la celebre “We Are Pirates” e “The Things We Believe In”, dal buon vecchio “To The End” (2013), a conclusione di una bella serata di musica metal in terra bolognese.
N.B.: fare meno confusione con gli headliner la prossima volta.
Setlist
01. To New Shores of Sadness
02. F.E.V.E.R.
03. Here at the End of the World
04. Gunman
05. Deaf Among the Blind
06. Sorrow Is Your Tale
07. Fields of Sorrow
08. The Lords of the Flies
09. Come With Me To The Other Side
10. Forlorn and Forsaken
11. One Last Chance
Encore:
12. We Are Pirates
13. The Things We Believe In
Luca “Montsteen” Montini