Live report: Paradise Lost @Live Club, Trezzo sull’Adda (MI)
PARADISE LOST + LUCIFER
2/11/2015 @Live Club, Trezzo sull’Adda (MI)
Alle 20:50, in un locale che mostra una buona presenza di pubblico, i Lucifer danno il via alla loro performance. La cantante indossa una camicia nera dalle maniche molto larghe, con tanto di occhio sul dorso rivolto verso il pubblico, ondeggia voluttuosamente sulle note dell’intro iniziale, per poi scatenarsi su “Anubi”, primo brano della serata. La proposta sonora, uno stoner-doom, intriso di sfumature anni ‘70, non è certo qualcosa di fresco e originale, e, anche se Johanna Sadonis fa la sua bella figura “danzando” sul palco, altrettanto non si può dire della sua voce, che a tratti risulta decisamente stonata, portando qualche nota di dissenso sul volto di presenti. Menzione d’onore va data al chitarrista Gaz Jennings (ex-Cathedral), uno che con il genere ci sa decisamente fare e che potrà sicuramente dare alla band un grande contributo nel suo sviluppo futuro, e nella ricerca di una personalità ancora da trovare.
Alle 22:00 i Paradise Lost, una delle poche band con gli stessi membri degli esordi, eccezione fatta per il giovane batterista Adrian Erlandsson, fanno il loro ingresso in scena: Gregor Mackintosh sulla sinistra, Aaron Aedy e Stephen Edmondson sulla destra, infine Nick Holmes accolto dall’ovazione del pubblico. “No Hope in Sight”, primo brano estratto da The Plague Within, risuona con tutta la sua oscurità, dando il via a frenetici head-banging e urla incontrollabili. La scaletta della serata, come dichiarato da un Holmes particolarmente disponibile a interagire e a scherzare con il pubblico, vede la predominanza di pezzi dell’ultimo album ma non mancano di certo perle che hanno segnato la storia e l’evoluzione creativa della band, come “Widow” presa da Icon, “Enchantement”, dal meraviglioso “Draconian Time”, “The Painless” da Ghotic, senza rinnegare, con “Erased”, il loro periodo elettronico. I brani nuovi dal vivo sono efficaci, e mostrano un Holmes in forma eccelsa tornare a un cantato più sporco e pesante come in “Flesh from Bone” e “Beneath Broken Earth”, oltre a segnare il definitivo ritorno a quelle profonde e ispirate sonorità doom-death tanto care a Mackintosh e benedette dal pubblico con applausi a profusione. “Return to the Sun” e “An eternity of Lies”, inframezzate da “Faith Divides Us – Death Unites Us” sono l’anima di un encore all’apice sulla conclusiva “Say Just Words”, che fa letteralmente saltare tutti i presenti per l’intera durata del brano e segna la fine di uno spettacolo molto semplice, quadrato e senza fronzoli nel puro stile dei Paradise Lost.
L’evento, in definitiva, ha lasciato il pubblico pienamente soddisfatto e certo di avere ancora a che fare con una band che ha mantenuto nel tempo una freschezza senza pari.
Tracklist
01. No Hope in Sight
02. Widow
03. The Painless
04. Terminal
05. Erased
06. Praise Lamented Shade
07. Victim of the Past
08. Enchantment
09. Flesh from Bone
10. Beneath Broken Earth
11. As I Die
12. Requiem
Encore:
13. Return to the Sun
14. Faith Divides Us – Death Unites Us
15. An Eternity of Lies
16. Say Just Words