Hard Rock

Live Report: Pino Scotto @ 26/01/2018 – Dragon’s Pub, Crevacuore (Biella)

Di Fabio Vellata - 29 Gennaio 2019 - 9:00
Live Report: Pino Scotto @ 26/01/2018 – Dragon’s Pub, Crevacuore (Biella)

 

Pino Scotto + Spaghetti Wrestlers
@ 26 / 01 / 2019 – Dragon’s Pub, Crevacuore (Biella)

 

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Live report a cura di Fabio Vellata

 
Metti un sabato freddo come il ghiaccio, una salto in birreria con gli amici ed il concerto di un vecchio leone dell’hard rock italiano, di quelli che, anche se sono passati tanti anni, è sempre un piacere rivedere dal vivo, certi che, in qualche modo, offrirà qualche valido motivo per sorridere e farti divertire.
Una situazione ideale per trascorrere una serata piacevole, approfittando del calore tipico di un locale accogliente ed ospitale come il Dragon’s Pub di Crevacuore (Bi) e dell’occasione fornita dallo show di un artista che è garanzia di resa e sostanza.
 
Pino Scotto è un rocker atipico. Lontano anni luce dall’immagine dell’attempato trombone a cui tutto è dovuto per la semplice militanza di antico corso, ha da sempre mantenuto uno stile decisamente “verace”, schietto ed immediato. Alla “buona” potremmo dire in modo molto grossolano.
Nella sua musica, come nella vita, tanta energia, pochi giri di parole, moltissima passione ed una eterna voglia di “esserci”, di mantenere viva quella fiamma luminosa – che in tanti definirebbero “sacra” – accesa nel nome del rock, proprio come lui, duro, onesto e, soprattutto, suonato “a tutto volume”.
Un artista a volte scomodo per la vis polemica e contestatrice che da sempre lo ha contraddistinto, aspetto che, in molti frangenti ne ha probabilmente condizionato un po’ la carriera, costellata da buoni riconoscimenti ma pure da qualche anno d’oblio ed abbandono.
La ferocia con cui Pino si è spesso lanciato contro certa politica e contro il mondo dello spettacolo in generale, è una scelta che in qualche modo si paga: lo stesso rocker campano qualche anno fa non s’è lasciato sfuggire l’opportunità di giocare con il proprio cognome, intitolando orgogliosamente uno dei suoi album con il simpatico ed autobiografico “Lo Scotto da Pagare“. Una testimonianza piuttosto lampante dell’ironia tagliente e dello stile senza compromessi del personaggio “Pino Scotto“, con il quale si potrà essere più o meno d’accordo, ma al quale non si potrà mai non riconoscere una integrità di base incrollabile ancorché, a volte, persino urticante e volutamente fastidiosa.

 

Spaghetti Wrestlers

 
Ad aprire lo show gli Spaghetti Wrestlers, giovane realtà locale, protagonista di un rock semplice ed essenziale che ha nel garage punk una radice ben palese, al netto di qualche inflessione new wave che ne arricchisce i colori e le sfumature.
Puntualmente in scena attorno alle 22.30, il trio composto da Davide Diomede (chitarra), Marco Barberis (Basso e Voce) e Mirko Losito (Batteria), mostra discreto spessore e buona coesione, ponendo in evidenza un taglio molto energico e vigoroso in cui è la chitarra di Diomede a svettare in modo definitivo sui brani. Non ci sono grossi disappunti nell’ascolto della mezz’ora di esibizione del terzetto biellese, forse solo in parte penalizzata dal volume della voce del cantante, talora un po’ impercettibile e sommersa dal resto degli strumenti.
Una prova senz’altro positiva, buona per farsi conoscere e far ascoltare i propri pezzi ad un pubblico tutto sommato eterogeneo come quello convenuto.
L’oceano è immenso ed i pesci che lo popolano innumerevoli. Gli Spaghetti Wrestlers dovranno sgomitare per ottenere un po’ di visibilità: momenti come quello di stasera saranno, ad ogni modo, una ragione in più per provarci sino in fondo.
 

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Pino Scotto

 
Passate da poco le 23.00 e con un locale finalmente nutrito in termini di presenze, ecco presentarsi sul piccolo palco del Dragon’s Pub l’inossidabile Pino Scotto, accompagnato da un gruppo di musicisti che si rivelerà poi essere valore aggiunto per la riuscita dello show.
Steve Volta alla chitarra, Alex Mori alla batteria e Davor Juric al basso hanno, infatti, contribuito in maniera decisiva alla resa del concerto, dimostrando efficace preparazione e notevole compattezza esecutiva.
Come prevedibile, è stato comunque l’istrionico frontman a calamitare sin dal principio l’attenzione del pubblico, infarcendo lo spettacolo con un misto accattivante di hard rock, heavy metal, denuncia politico-sociale, cabaret, e racconti di vita vissuta, rendendo lo spettacolo – come da tradizione – un’esperienza inconsueta, indefinibile e quasi unica.
Protagonista principale, ovviamente, la musica e le canzoni: una parte più corposa, composta da estratti del recente “Eye for an Eye”, mescolati ad alcuni brani recuperati dalla “prima vita” di Scotto con i seminali Vanadium – band che ha scritto alcune pagine fondamentali della storia heavy rock tricolore – e la successiva, solista, più contaminata, ricca di contenuti personali e di quella virtù “contestatoria” che si è poi affermata come pietra angolare nella poetica dei testi del singer campano.
Aperto da “The Eagle Scream”, lo show è scivolato piacevolmente lungo una scaletta tutt’altro che esigua o risicata, per una buona ora e tre quarti di intenso spettacolo.
Insieme a “One Against the Other”, “The One”, “Cage of Mind”, “Crashing Tonight” ed “Angel of Mercy” (dal già citato “Eye for an Eye”), ecco manifestarsi “Silent Heroes”, traccia dedicata alla memoria di Falcone e Borsellino, “Get Up Shake Up” dei già citati Vanadium, “Third Moon”, pezzo estrapolato dal progetto Fire Trails, via via sino a “La Resa dei Conti”, “Come Noi”, “Rock n’ Roll Core” e “Morta è la Città”. A ingioiellare lo show, le consuete divagazioni a base di politica, battute al vetriolo e aneddoti di vario tipo con la consueta verve tipica di chi ha mille storie da raccontare.
Immancabili inoltre i tradizionali assolo di batteria e basso (a dire il vero ci ha stupiti l’assenza di quello di chitarra…), dimostrazione di pura abilità tecnica.
 
A chiusura di una esibizione intensa ed energica, il graditissimo omaggio ai Motörhead con “Stone Dead Forever” e l’encore riservato alla celebre ed immortale “Born to be Wild” degli Steppenwolf.
 
Setlist:
 
01. The Eagle Scream
02. One Against the Other
03. The One
04. Streets of Danger
05. Get Up Shake Up
06. Silent Heroes
07. Cage of Mind
08. La Resa dei Conti
09. Angel of Mercy
10. Third Moon
11. Come Noi
12. Morta è la Città
13. Assolo Batteria / Basso
14. Rock n’Roll Core
15. Crashing Tonight
16. Eye for an Eye
17. Stone Dead Forever (Cover dei Motörhead)
18. Born to be Wild (Cover degli Steppenwolf)
 

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È trascorso qualche anno dall’ultima volta che Pino ha incrociato il suo percorso con la Valsessera ed il ritrovarlo ancora qui, alla soglia dei settant’anni, con la voglia di riscaldare con un po’ di sano heavy rock questo dimenticato brandello di Prealpi, è stato un avvenimento emozionante e quasi irreale.
Un evento per il quale ringraziare calorosamente l’organizzazione del Dragon’s Pub di Crevacuore, un piccolo avamposto rock, sperduto nel freddo glaciale del profondo nord Italia, che non smette di credere con passione nella musica più vera, onesta e suonata con il cuore.