Live Report: Profane Omen, Amoral ed Ensiferum a Romagnano Sesia (NO)
In occasione della data italiana del tour degli Ensiferum, siamo andati ad assistere al concerto alla Rock and Roll Arena. Buona lettura.
Live report a cura di Giacomo Cerutti.
Guardando la gente in coda al rock and roll Arena, si notano dei visi pitturati, ma non pensate ai ceroni da blackster, bensì ai tipici trucchi celtici in onore degli ENSIFERUM, band di Helsinki che stasera porterà nel novarese una ventata di folk-metal.
Come band di apertura troviamo i PROFANE OMEN, band finlandese nata nel ’99 con all’attivo un EP e tre album tra cui il fresco “Destroy!”. Tutti i lavori hanno riscosso un buon successo, grazie alla loro capacità di amalgamare heavy metal, hardcore, post-thrash e death metal melodico. Davanti al palco trovano posto solo le prime due file di fan piazzati per l’headliner, ma accolti con un caloroso applauso, i ragazzi ricambiano colpendoci col loro potente sound, dandoci subito una scossa con riffs agguerriti e pelli pestate a dovere, ma lasciando sempre spazio alla melodia, soprattutto negli assoli. Nonostante la scarsa presenza si formano i primi nuclei di pogo, trascinati dal vocalist in gran forma che si impone col potente growl incitando il pubblico finché non cattura l’interesse di chi si aspettava uno special guest più coerente alla proposta dell’headliner. La prestazione dei Profane Omen è stata entusiasmante ed energica, raccogliendo riscontri positivi anche dai più scettici.
La serata prosegue con gli AMORAL. Rimanendo sulla via della sperimentazione, questi eclettici ragazzi di Helsinki, sono stati classificati come band classic rock del 21° secolo grazie al loro sound: essi mescolano armoniosamente il power/metal col rock progressivo, condito dal cantato in growl. Nati alla fine degli anni ’90, oggi hanno confezionato cinque album che hanno riscosso sempre più successo, in particolare il quarto “Show Your Colors” e l’ultimo “Beneath” (in cui il vocalist decide di cantare sia in growl che in pulito). Quest’ultimo li ha portati a diventare una delle band metal più importanti del panorama metal finlandese, con già centinaia di live alle spalle. Con molta grinta entrano in scena, il vocalist Ari Kouvinen incita subito gli spettatori pre- riscaldati ma ancora troppo calmi. Probabilmente la gente per apprezzarli deve masticare bene il loro sound, sostenuto dalle pesanti chitarre ritmiche di Ben Varon e Masi Hukari abbinate agli assoli che conferiscono velocità e melodia. Il tutto è solidamente strutturato sulle fondamenta del rock-death/melodic tenute da Juhana Karlsson alla batteria Pekka Johansson al basso e l’abilità di Ari Kouvunen nel cantare in pulito e in growl. Se l’intenzione degli Amoral era di lasciare un segno indelebile ce l’hanno fatta! Dinamici ed energici hanno fatto saltare, pogare e cantare senza sosta, calorosi e simpatici tanto da affermare ironicamente in italiano “la pizza di mia nonna è migliore di quella di tua nonna”.
Dopo l’esibizione degli special guest, i fan sono in fermento per i tanto attesi ENSIFERUM. Il locale è pieno e appena le luci si abbassano parte il coro “ENSIFERUM, ENSIFERUM, ENSIFERUM…” talmente forte da coprire l’intro “Symbols”.
Senza indugi si aprono le danze con l’epica “In My Sword I Trust”, prima track del quinto album “Unsung Heroes” forgiato quest’anno, da cui vengono tratte anche “Burning Leaves”, “Pohjola” e la title track; molto patriottiche ed articolate con parti corali cantate dagli esaltatissimi fans. Cavalcando lungo il repertorio sfoderano “Guardians Of Fate”, “From Afar” e “Heathen Throne”. Tutte le canzoni rendono evidente la maestria nel combinare l’aggressività e la melodia del folk/metal; inoltre nelle linee di chitarra di Petri Lindroos e Markus Toivonen si sentono influenze heavy/trash che, con morbidezza, passano alle parti melodiche accompagnate dalle melodie di Emmi Silvennoinen. Ovviamente non mancano delle vere e proprie sassate come “Blood Is The Price Of Glory” e “hero In A Dream” che scatenano un pogo micidiale, riversandosi sulla prima fila che assaggia il cemento del palco, tremante dalle cavalcate in doppia cassa di Janne Parviainen. Concludendo con la potente “Iron”, i Nostri fanno una breve pausa in preparazione alla battaglia finale.
Petri Lindroos non ha bisogno di annunciare le ultime tre canzoni, ci pensa la folla con “TA TA TATA” “LAI LAI HEY” e “BATTLE BATTLE”: ovviamente si tratta delle intramontabili “Twilight Tavern”, “Lai Lai Hey” e “Battle Song”; ma ancora insoddisfatto, dopo aver incitato numerosi mosh pit, il cantante legge da una busta da lettera la frase “MUOVETE IL CULO” e così è stato, una bolgia infernale pervade l’arena, gli Ensiferum fanno headbanging fino a svitarsi la testa e non mancano gli amatori dello stage-diving. Come finale a sorpresa eseguono un remake folk della celebre “William Tell Overture” di Rossini, interminabili urla ed applausi accompagnano la band che si ritira.
Non c’è che dire, i “portatori di spade” della Finlandia hanno fatto letteralmente tremare la ROCK AND ROLL ARENA, con un’esibizione devastante, ottima tenuta di palco e suoni massicci, una vera e propria battaglia con vittoria assoluta senza prigionieri.