Live Report: Reckless Love a Romagnano Sesia (NO)

Di Fabio Vellata - 14 Maggio 2014 - 18:50
Live Report: Reckless Love a Romagnano Sesia (NO)

Reckless Love + Simple Lies + Silver Addiction + Superhorrorfuck

Rock n’Roll Arena @ Romagnano Sesia (NO) – Sabato 10 maggio 2014

Live report a cura di Fabio Vellata, reportage forografico di Michele Aldeghi

Seconda serata di quello che, tracciando un ipotetico filo conduttore, potrebbe essere considerato come una sorta di mini festival dedicato ai suoni AOR, Hard e Glam Rock.
Dopo aver goduto, la sera precedente, per la grande prestazione dei fenomenali H.E.A.T, oggi è la volta dell’ex Crashdiet, Olliver Twisted e dei suoi Reckless Love, band glam dalle fortissime connotazioni melodiche che nell’arco di tre album ha saputo conquistare una larga fetta di appassionati sostenitori del genere appartenuto a Motley, Poison e Cinderella.
Supportati dalla presenza di ben tre band locali quali apertura, i quattro finlandesi si presentano in territorio italiano a distanza di qualche anno dalla precedente esperienza in penisola, forti di un nuovo album pubblicato già da parecchi mesi e di una nomea di “fun band” sempre più consolidata.

 

 

Inspiegabilmente posti in apertura di concerto, gli zombetti veronesi Superhorrorfuck sono una delle realtà glam italiane più in forma dell’ultimo periodo.
Autori nel 2013 dell’eccellente “Death Becomes Us” (debitamente recensito su queste pagine), terzo full length in carriera, Dr.Freak e la sua compagnia di non morti ricevono l’ingrato compito di riscaldare una platea comunque già discretamente nutrita nei numeri di presenza.
Il loro glam arrembante condito da un look molto pittoresco e da indubitabili qualità artistiche non tarda ad “arrivare” anche dal vivo, mettendo a segno una performance esuberante e colorata come da intendimenti dichiarati.
Da quando li avevamo visti l’ultima volta, sempre qui a Romagnano, a supporto degli svedesi RagDolls, di tempo ne è passato parecchio. All’epoca, con una platea composta da 8/10 paganti, lo show era stato energico ma, gioco forza, limitato nell’efficacia.
Questa sera il colorito gruppo di glamsters – aiutato da una line up più performante e da una maggiore consapevolezza – ha invece potuto dimostrare tutto il proprio valore, accendendo il pubblico con la grinta di un hard rock ruvido, assassino, divertito ed irriverente.
I Superhorrofuck si mostrano rafforzati da potenzialità indubbie, ormai convinti dei propri mezzi e lanciati come un treno alla conquista del meritato spazio.
Prima o poi, qualcuno si accorgerà di loro anche fuori confine…

Vedi il Photo Report completo dei Superhorrorfuck.

 

La serata prosegue sempre all’insegna del glam, portando sul palco una band meno appariscente nel look ma comunque di buona qualità in termini d’impatto.
Quello dei Silver Addiction è un glam rock che spesso si sporca con svisate punk, diretto, feroce e senza alcun tipo di particolare divagazione.
Il taglio volutamente “ignorante” (in senso buono, ovviamente), porta i brani a scorrere con estrema facilità, intrattenendo il pubblico senza eccessi di gradimento ma con una buonissima sostanza di fondo. La chiusura dello show a carico di “Antisocial”, pezzo realizzato in collaborazione con i terroristi svedesi Vietcong Pornsurfers, è con tutta probabilità il momento di maggiore impatto dello show.
Non male senza dubbio i Silver Addiction: non ancora dotato di una personalità tale da poter spiccare il volo “definitivo”, il gruppo guidato dal singer Dolzan mostra di avere buona consistenza ed un’attitudine senz’altro adeguata in sede live, proponendosi quale valido “sparring partner” nell’avvicinamento agli headliner dell’evento.

Vedi il Photo Report completo dei Silver Addiction.

 

Il “feeling” della serata assume invece sfumature completamente differenti con l’entrata in scena dei bolognesi Simple Lies.
Il gruppo, autore di un alternative rock dai tratti spigolosi, ruvidi e drammatici, evidenzia la presenza di un frontman di grande qualità come Alessandro Rubino, singer dotato di un’impostazione vocale straordinariamente spinta sui toni acuti che, parimenti, si rende notevole per un’espressività di tutto rispetto.
L’impatto del gruppo tuttavia, a causa forse di un songwriting e di una proposta non esattamente in linea con il tenore della serata, meno diretta ed esplosiva, non risulta dei migliori. I brani, monolitici, aggressivi e caratterizzati da melodie che non riescono a trascinare nel breve spazio di un ascolto veloce, lasciano, in effetti, un po’ inerme la platea, che applaude per il notevole impegno profuso dal gruppo ma non mostra particolare coinvolgimento in termini emotivi.
Lo stile del quintetto felsineo risulta molto piacevole in studio, mentre appare ancora afflitto da qualche staticità di troppo in versione live, elemento che porta le canzoni a rivelarsi come poco dinamiche ed un pizzico prive di quegli spunti necessari ad accendere gli animi.
Siamo certi ad ogni modo, che in un contesto diverso i Simple Lies avrebbero con tutta probabilità reso molto di più.
Le doti e l’attitudine non mancano, del resto.

Vedi il Photo Report completo dei Simple Lies.

 

Sono passate da un po’ le 23.00 quando quel mattacchione di Olliver Twisted irrompe sul palco alla testa dei colorati Reckless Love.
La band finlandese che ha rapidamente scalato le classifiche di gradimento dei glamster affezionati ad suono che “più eighties non si può” è attesa – impossibile negarlo – ad un confronto più o meno diretto con i cuginetti svedesi H.E.A.T, esibitisi la sera precedente.
Vero, il genere è parecchio diverso, tuttavia sono molte le caratteristiche che accomunano le due band: in ascesa costante, apprezzatissime sia dai vecchi, sia dai nuovi appassionati e guidati da un binomio di frontman che incarnano in modo perfetto il prototipo dell’animale da palco che tanto spopolava negli anni ottanta. Bellocci, un po’ folli e parecchio talentuosi.

Più votati al divertimento selvaggio, da buoni rockers vecchia scuola, i Reckless Love non si negano in ogni modo a piacionerie assortite, lasciando al buon Olli – ex Crashdiet – il ruolo di assoluto protagonista, nel bene e nel male.
Autori sin qui di un trio di album – due dei quali in particolare, di grande valore – i quattro finnici offrono una setlist piuttosto omogenea e variegata, con estratti pescati dall’intera produzione.
La partenza riservata all’inno “I Love Heavy Metal”, una dichiarazione d’intenti tanto ruffiana quanto efficace, piazza lo show immediatamente sulle coordinate del “rock n’fun” più diretto e semplice, doppiata nel breve volgere di pochi istanti da “So Happy I Could Die” (che tanto fa Poison) e “On The Radio”, dal non convincentissimo “Animal Attraction”.

È tuttavia con “Bad Lovin’” che lo show schizza realmente verso l’alto, garantendo divertimento e saltelli in serie nonostante una prova vocale del singer che non appare sempre nitida e “pulita”.
Unico e forse più significativo limite dei Reckless Love è proprio la scarsa cura con cui Olli si pone al microfono, “massacrando” letteralmente le proprie corde vocali. Il talento c’è, tuttavia le urla scriteriate, l’approccio troppo istintivo e l’utilizzo totalmente privo di controllo dello “strumento”, sono questioni per ora marginali che però, progressivamente, iniziano ad avere un certo peso. La resa, infatti, non è per nulla uniforme ed il decadimento – tra i primi brani ed il finale – si percepisce con una certa nettezza.
Forse, arrivati ad un buon livello come quello attuale, servirebbe acquisire una maggiore tecnica per preservare al meglio ciò che la natura ha fornito: il rischio è quello di trovarsi, nell’arco di qualche anno, ad affrontare qualche guaio importante…

Ringraziando il pubblico che, più di tutti, sta aiutando la band a coronare il proprio sogno, ecco il primo momento rilassato dello show a carico della melodica e sentita “Edge Of Dreams”, preludio alla più scattante e danzereccia “Back To Paradise”. L’esuberanza sul palco del quartetto è ormai irrefrenabile: le “spaccate” di Olli e le espressioni compiaciute non si contano. Il pubblico, dal canto suo, sembra gradire in modo totale, manifestando il proprio assenso cantando i ritornelli dei brani praticamente a memoria.
“Sex, Drugs & Reckless Love” e “Born To Break Your Heart” sono il contorno della “leppardiana” “Dance” (uno dei pezzi più deboli di “Animal Attraction” al quale avremmo preferito la più solida “Badass”) e l’anticipo di uno dei momenti migliori della serata, giunto in corrispondenza della deliziosa “Beautiful Bomb”, uno dei brani portanti del disco d’esordio edito nel 2010.
Il Rock n’Roll Arena non si fa trovare impreparato, accompagnando il gruppo per l’intera durata della canzone.
Ancora divertimento allo stato puro ed incontaminato con “Romance” e “Animal Attraction”: il lungocrinito singer finlandese non perde occasione per mostrarsi ancora una volta perfetto nella parte di “rubacuori” stile anni ottanta, esibendosi in pose da fotomodello che non hanno – ovviamente – lasciato insensibile il folto pubblico femminile.

Fuochi d’artificio per il finale: la divertentissima “Night On Fire”, sorretta da uno dei cori più azzeccati degli ultimi tempi e l’altrettanto frizzante “Hot”, conducono lo spettacolo ai titoli di coda, asservito, come sempre, al classico rito della rentrée della band al completo per il bis.
L’encore, immancabile, è a carico del primissimo brano composto in carriera dal gruppo che, significativamente, è anche uno dei migliori: “One More Time”, “una volta in più”. Un titolo profetico per il bis perfetto.

Al termine dell’esibizione, il commento oggettivo che si propone è quello di uno spettacolo divertente, colorato e carico di feeling allegro.
Twisted è un bell’animale da palco che – come già specificato – ha un ottimo talento vocale seppure un po’ mortificato dall’eccessiva istintività e da qualche urlaccio di troppo. La band da par suo, si è distinta per il piglio infallibile: allineata alle spalle del proprio leader, sa fare decisamente bene il proprio mestiere, offrendo una prestazione nitida e senza sbavature.

Il confronto con gli H.E.A.T non regge, ovviamente, e va colto solo come un gioco offerto dalla casualità di due show posizionati l’uno all’indomani dell’altro. Tuttavia, al netto di un talento sbalorditivo in casa svedese, sfidiamo chiunque a dire di non essersi divertito alla grande anche la sera del 10 maggio.
Meno enfasi, più “caciara” e di certo meno perfezione: ma se ad un concerto si va per saltellare, cantare i ritornelli e farsi trascinare da canzoni che divertono senza riserve, beh, diciamo pure che anche Olli ed i simpaticissimi Reckless Love sanno, abbondantemente, il fatto loro…

Vedi il Photo Report completo dei Reckless Love.

 

Setlist:

01. I Love Heavy Metal
02. So Happy I Could Die
03. On The Radio
04. Bad Lovin
05. Edge Of Our Dreams
06. Back To Paradise
07. Sex, Drugs & Reckless Love
08. Dance
09. Born To Break Your Heart
10. Beautiful Bomb
11. Romance
12. Animal Attraction
13. Night On Fire
14. Hot

Encore
 
15. One More Time