Live Report: Rhapsody Of Fire a Trezzo sull’Adda (Live Club)

Di Stefano Vianello - 16 Aprile 2012 - 14:20
Live Report: Rhapsody Of Fire a Trezzo sull’Adda (Live Club)

A distanza di qualche mese da uno split che ha fatto tremare i fan, comincia l’avventura dei nuovi Rhapsody Of Fire, con gli arrivi Roberto De Micheli e Oliver Holzwarth al posto degli uscenti Luca Turilli e Patrice Guers.

Il Live Club di Trezzo sull’Adda che inaugura il tour 2012 richiama un’appassionata schiera di metalhead, che attendo l’apertura dei cancelli in epico spregio della pioggia battente.

Le band sul palco compenseranno tanta dedizione con prove agguerrite, nonostante i problemi all’impianto sonoro che flagelleranno parte dell’esibizione. Il pubblico apprezzerrà e applaudirà senza riserve i gruppi di spalla come gli headliner, senza distinzione di casta o tradizione guerresca.

 

L’apertura della serata tocca agli aronesi Bejelit, freschi di pubblicazione del loro ultimo album Emerge da cui vengono estratti i brani proposti in questo live: una prestazione davvero notevole quella dei cinque piemontesi, carica di potenza ed energia che viene subito incanalata del pubblico che ricambia con entusiasmo.

I pezzi estratti da Emerge dal vivo rendono molto bene, partendo dalla prima canzone proposta e opener del disco The Darkest Hour. I problemi audio citati poco sopra iniziano subito, infatti per gran parte del brano il chitarrista Sandro Capone ha la chitarra che non funziona a dovere e si intrattiene con i tecnici per risolvere la questione. Niente paura, dal pezzo successivo torna tutto a filare liscio e vengono proposti in successione Fairy Gate e la titletrack Emerge. L’impatto sonoro è potente e la gente accorsa apprezza lo stile dei Bejelit incitandoli a dare ancora di più.

Vengono proposte nel finale We Got The Tragedy e Dancerous che chiudono questa prima parte della serata nel modo migliore.
Davvero una grande prestazione, breve ma di tutto rispetto, quella dei Bejelit che dimostrano una tenuta di palco e una maturità ormai da veterani.
 

Foto e Live Report a cura di Stefano “Elrond” Vianello

 

 

 

 

Tocca ora ai Kaledon entrare in scena. L’ormai rodata band romana non ha bisogno di presentazioni, infatti il pubblico delle prime file li acclama con calore nel momento in cui salgono sul palco. Anche la loro esibizione viene leggermente turbata da problemi audio: in diverse occasioni fastidiosi riverberi applicati alle voci fanno capolino, nonché potenti fischi dai microfoni alterano l’esibizione. La band ovviamente non ne può nulla e continua la propria esibizione senza fare una piega. Vengono proposti diversi brani pescati dalla discografia del gruppo, vere e proprie hit che fanno anche parte del Best Of  da poco uscito.

I pezzi proposti sono decisi e tirati e la folla apprezza decisamente lo stile dei sei romani che propongono canzoni come Clash Of The Titans, Surprise Impact, The God Beyond The Man e The New Kingdom, con un Marco Palazzi in grande forma che corre su e giù per il palco incitando la gente a cantare insieme a lui. Uno show di poco più di trenta minuti si conclude tra gli applausi di un Live Club ormai quasi pieno, pronto a ospitare il ritorno dei Rhapsody Of Fire sulla scena italica.

Foto e Live Report a cura di Stefano “Elrond” Vianello

 

 

 

 

Grande attesa in quel del Live Club di Trezzo sull’Adda per la “prima” italica dei Rhapsody Of Fire di Alex Staropoli e Fabio Lione senza il Loro terzo pard di sempre, Luca Turilli. “Prima” anche per il nuovo chitarrista Roberto De Micheli, dopo la fuoriuscita di Patrice Guers nonché di Oliver Holzwarth al basso.

Affluenza di pubblico più che dignitosa nel cuore della Lombardia nonostante i tempi di vacche magre generali e la serata infrasettimanale, da sempre in Italia penalizzata rispetto al classico sabato sera. I Nostri partono alle 21.45 precise con l’accoppiata Ad Infinitum/From Chaos to Eternity e confermano di essere “macchina da guerra” collaudata, da qualche anno in grado di guardare dritto negli occhi qualsiasi altra band del globo. I tempi dei deludenti concerti degli inizi sono decisamente dimenticati.

Fra classici e materiale più recente i triestini spaccano a dovere, raggiungendo il climax durante le performance di The March of the Swordmaster, Dawn of Victory, The Magic of the Wizard’s Dream e Holy Thunderforce (queste ultime tre da pelle d’oca). Band in palla, senza dubbio, che non disdegna l’interazione con il pubblico soprattutto quando Fabio Lione ricorda che Land Of Immortal è il pezzo con il quale ha “iniziato” con i Rhapsody ma soprattutto nel momento in cui inneggia a Christopher Lee, britannico Doc, classe di ferro 1922 che sa parlare l’italiano come farebbe oggi Dante Alighieri, aneddoto compreso.

Concerto intenso, quello dei Nostri connazionali, senza dubbio. La mancanza di Luca Turilli è palpabile, ma questo lo si sa tutti, non tanto per quanto attiene l’aspetto musicale ma soprattutto riguardo il carisma che un Rhapsody 100% come lui sapeva trasmettere. La storia della musica dura è piena di esempi ove lo split con un chitarrista ha in qualche modo segnato il cuore degli ultras di un gruppo: da Ritchie Blackmore a Fast Eddie Clarke passando per KK Downing ma bisogna per forza guardare avanti. Gravissimo neo del concerto la mancanza di un inno nazionale come Lamento Eroico, ancor di più dopo aver ammirato un campione in stato di grazia come Fabio Lione dietro al microfono.

 

Setlist:

1.Ad Infinitum
2.From Chaos to Eternity
3.Triumph or Agony
4.Unholy Warcry
5.Lost in Cold Dreams
6.Land of Immortals
7.Aeons of Raging Darkness
8.Drum Solo
9.The March of the Swordmaster
10.Dawn of Victory
11.Bass Solo
12.The Village of Dwarves
13.The Magic of the Wizard’s Dream
14.Holy Thunderforce

Encore:
15.Reign of Terror
16.Knightrider of Doom

Encore 2:
17.Epicus Furor
18.Emerald Sword
19.Act VI: Erian’s Lost Secrets
20.The Splendour of Angels’ Glory (A Final Revelation)

 

Live Report a cura di Stefano “Steven Rich” Ricetti
Foto a cura di Stefano “Elrond” Vianello