Live Report – Rock Hard Festival (prima parte, in tempo reale)

Di Roberto Buonanno - 14 Settembre 2013 - 16:46
Live Report – Rock Hard Festival (prima parte, in tempo reale)

L’organizzazione funziona a puntino, i cancelli sono stati aperti con puntualità svizzera e il pubblico è affluito abbondante fin dalle prime ore. La risposta dei metallari a questo evento  in linea con quello che una volta, tanti anni fa, era la prima avanguardia del metallo estremo.

Agony Face

 

 

I milanesi aprono le danze con un poderoso Technical Death Metal. La qualità del suono è buona fin dal primo gruppo, che attira l’attenzione anche grazie alla generosa quantità di vernice fluorescente con la quale si sono cosparsi i musicisti. 
I brani arrivano prevalentemente dall’ultima fatica “CXVIII Monolithic Squeakings”. I riff della coppia Ricotti / Uberti la fanno da padrone nel sound espresso dal quintetto. L’ugola di Guarinoni rispecchia i canoni del genere spaziando in un range ampio da frequenze sotterranee fino a uno screaming da brividi.

 

 

 

Asgard

 

 

 

 

 

Contrariamente ad altre situazioni dal vivo, finalmente il pubblico si dimostra già particolarmente folto ad acclamare una delle band di speed metal più ben volute del Bel Paese. Al di là di qualche piccolo problema alla voce da parte Mace, gli Asgard infiammano quanto devono e ricevono i giusti Osanna da parte dei convenuti a suon di “Asgard, Asgard, Asgard!”.
 

 

National Suicide

 

 

 

 

Il Thrash metal ispirato agli anni ’80 sulla scia di Overkill, Nuclear Assault, Exodus e simili esalta gli spettatori del Rock Hard Festival.
L’esibizione dei nostrani National Suicide è infatti accompagnata da una grande partecipazione, quasi insolita per un pubblico italiano nei confronti di una band del Bel Paese. I presenti in sala mostrano di conoscere i pezzi, cantano, pogano e si danno a un headbanging sincero e travolgente. Dedica doverosa a Sergio Nardelli prima dell’esecuzione del pezzo che dà il nome al gruppo.

 

 

 
 

 

Death Mechanism

 

 

 
Come nel caso dei precedenti National Suicide, il Bel Paese ancora una volta fornisce un’ottima realtà estrema, molto apprezzata dal pubblico presente in sala. La performance dei Death Mechanism dimostra che i Bulldozer hanno fatto una grande scelta nel volerli come backing band. Il gruppo infatti si è dimostrato molto tecnico e coinvolgente, con la chicca della presenza sul palco di AC Wild e Andy Panigada per due pezzi; il primo originale Bulldozer 100%, il secondo Fire, Fire dei Motorhead.