Live report: Sebastian Bach a Trezzo Sull’Adda (MI)
SEBASTIAN BACH + HIFI SOCIETY
Milano@ Live Club Trezzo – 3 luglio 2014
Live report a cura di Paolo Radaelli, con la collaborazione di Roberto Gelmi.
Foto a cura di Michele Aldeghi.
In una settimana piena di eventi imperdibili (i Soundgarden a Villafranca di Verona, i Quireboys a Clusone, in provincia di Bergamo), anche l’ex-singer degli Skid Row, Sebastian Bach, ha deciso, per l’unica data italiana, di esibirsi in Lombardia, al Live Club di Trezzo Sull’Adda.
Molti lo considerano ormai finito, una rockstar che ha perso tutta l’ispirazione, mentre altri continuano a sostenerlo, anche ora che si sta dedicando alla sua carriera solista.
“Give ‘Em Hell”, successore di “Angel Down” del 2007, è il suo ultimo lavoro in studio.
L’unico modo per capire quale delle due fazioni avesse ragione era presenziare a questo evento e il sottoscritto non si è tirato indietro.
Tocca agli italiani Hi Fi Society aprire le danze in un Live Club che pian piano inizia a riempirsi.
Al primo ascolto, la musica dei cinque rocker sembra influenzata da band come Turbonegro e Backyard Babies, intuizione confermata dall’omaggio reso all’ex-Hanoi Rocks Michael Monroe.
La proposta musicale degli Hi Fi Society è molto convincente, tanto quanto la loro presenza scenica; non può passare inosservata la clamorosa cresta del batterista appena diciassettenne, ma a suo agio dietro le pelli come un veterano dei palchi.
I loro pezzi sono belli e convincenti e gli Hi Fi Society riescono a giocarsi bene l’opportunità di aprire per un artista del calibro di Sebastian Bach. Speriamo di vederli più spesso in contesti come quello di stasera.
Vedi il Photo Report completo degli HI Fi Society!
Eccoci al piatto forte della serata e al momento della verità: sale sul palco la band di Sebastian Bach.
Della formazione, composta da chitarrista, bassista e batterista, si distingue Bobby Jarzombek alle pelli, noto per aver suonato in band come Riot e con un’icona dell’heavy metal come Rob Halford.
Si parte subito con un cavallo di battaglia targato Skid Row, “Slave To The Grind”, ma Sebastian sembra svogliato e distratto. Sono sul punto di dar credito ai tanti detrattori dell’ex-Skid Row, quando il cantante riesce a rimediare alla pessima entrata in scena, eseguendo l’ottima ed energica “Temptation”, canzone tratta dal già citato “Give ‘Em Hell”.
Tra il pubblico ci sono persone di tutte le età; dai fan più attempati a bambini talmente piccoli da dover stare sulle spalle dei genitori, per poter assistere al concerto. Durante la serata a uno di questi Sebastian lancerà una bottiglietta d’acqua, rassicurandolo sul suo contenuto, tra l’ilarità dei presenti.
La scaletta proposta questa sera è piena di grandi classici, che un tempo Bach cantava in compagnia degli Skid Row; canzoni legate a un passato pieno di bei ricordi, che durante lo show Sebastian ha voluto condividere con i presenti.
Il singer americano, infatti, interagisce parecchio con il pubblico, rievocando la data che fece al PalaTrussardi di Milano nel 1989, quando gli Skid Row suonarono di spalla ai Mötley Crue.
Bach cerca di parlare in italiano, ringrazia i presenti per il sostegno che gli hanno dato in venticinque anni di carriera (prendendo spunto dallo striscione di un fan), ma esterna anche un certo disappunto per la presenza di fotografi sotto il palco.
Sebastian Bach oltre ad essere un ottimo cantante è anche una rockstar e sa come intrattenere e scaldare il pubblico: più volte durante lo show fa roteare il suo microfono a mo’ di lazo. Come racconterà durante lo show, ricorda bene quanto successe durante il suo concerto tenuto al Gods Of Metal 2013, quando il microfono si staccò dal cavo mentre era intento nella stessa pratica!
Il pubblico è talmente entusiasta che Sebastian regala ai presenti un medley di “Wasted Time” e “Breakin’ Down”, cantate a cappella, ottima dimostrazione di come possa contare ancora sulla sulle sue corde vocali nonostante il passare degli anni.
Con “I Remeber you” si raggiunge il momento più emozionante della serata; per questo pezzo i nostri vengono raggiunti sul palco da un secondo chitarrista, il quale, con la sua chitarra acustica, riesce a creare la giusta atmosfera per godersi questa meravigliosa ballad degli Skid Row.
Dopo poco più di un’ora di show, il rocker americano alza una manica della camicia e indica il titolo dell’ultima canzone in scaletta, tatuato sul suo avambraccio: “Youth Gone Wild”. Il pubblico capisce al volo e inizia a recitarlo più volte all’unisono. Parte la musica e, una volta concluso il pezzo tra assoli e headbanging, è giunto il momento dei ringraziamenti e dei saluti.
Concerto sicuramente emozionante, apprezzato soprattutto da chi è cresciuto negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta. I tempi sono cambiati, gli accendini hanno lasciato spazio agli smartphone, ma Sebastian Bach ha dimostrato ancora una volta di poter dar molto al mondo del rock.
Peccato per la scaletta incentrata principalmente sui pezzi degli Skid Row; avrei preferito (insieme a molti presenti) una selezione dai suoi album solisti, ma in fondo in fondo son contento di aver sentito finalmente pezzi come “Monkey Businness” cantati da chi, ormai venticinque anni fa, li ha fatti conoscere al mondo, calcando i palchi con gruppi del calibro di Mötley Crue e Bon Jovi, e continua a mantenere attuali pezzi come “18 & life” e “Piece Of Me”.
Ciao “Seba” e alla prossima!
Vedi il Photo Report completo dei Sebastian Bach!
Setlist:
01. Slave to the Grind
02. Temptation
03. The Threat
04. Big Guns
05. Piece of Me
06. Harmony
07. 18 and Life
08. American Metalhead (Painmuseum cover)
09. Tunnelvision
10. Taking Back Tomorrow
11. In a Darkened Room
12. Wasted Time / Breakin’ Down (a cappella)
13. Monkey Business
14. I Remember You
15. All My Friends Are Dead
16. Youth Gone Wild