Live Report: Shock’ Metal Fest 2019 – Camporosso (IM), 15/06/19
La famosa battuta “Torta di riso … finita!”, finale di uno sketch ideato dai comici Enrique Balbotin e Andrea Ceccon ed utilizzata per descrivere il carattere generalmente chiuso e a volte un po’ scorbutico di noi liguri, questa volta non ci azzecca proprio. No, perché la caratteristica principale della prima edizione dello Shock’ Metal Fest, tenutasi a Camporosso in Provincia d’Imperia il 15 giugno 2019, è stata proprio l’accoglienza: di quelle che ti hanno fatto sentire a casa appena varcato l’ingresso, frutto di un’organizzazione precisa ed impeccabile, quanto discreta. Tutti, dal capo organizzatore ad ogni membro dello staff, hanno lavorato sodo per mettere a proprio agio il pubblico e per far funzionare le cose alla grande, rimanendo riservati ma sempre presenti, con un servizio d’ordine efficiente, che vedevi che c’era ma che rimaneva nell’ombra.
Bisogna dire che un grosso aiuto l’ha dato la location: l’area festeggiamenti denominata ‘Bigauda’, sita a pochi passi dal centro storico cittadino, lungo la strada che porta al paesino di Dolceacqua, è stata studiata apposta per accogliere eventi del genere: posizione strategica che si raggiunge facilmente, un ampio parcheggio per il pubblico subito limitrofo ed altri nei pressi, un primo piazzale con i servizi per il ristoro (birra a fiumi e carne in gran quantità, da far invidia ad Obelix) ed un grosso tendone per sfuggire alla calura estiva, attrezzato con tavoli e sedie. Per le esibizioni sono stati attrezzati due palchi secondari ed un palco principale. Quest’ultimo posto all’interno di una bella e grande arena dalla forma architettonica ovoidale, con gradinate ampie per ospitare parecchio pubblico ed un’area centrale per gli indomabili.
Il palco è stato equipaggiato in modo molto professionale, con un impianto sonoro e scenico che non aveva nulla da invidiare a quello dei grossi festival. Insomma, è stato fatto di tutto per mettere a proprio agio il pubblico e farlo divertire, compreso il rispetto degli orari delle varie esibizioni, che non è roba da poco.
Il lavoro e la fatica degli organizzatori è stata ripagata: l’affluenza della gente c’è stata, comprendendo oltre a persone locali anche chi ha fatto molta strada, partendo alla cinque del mattino in motocicletta, pur di non perdersi l’evento. Ho ritenuto positiva l’eterogeneità dei fans: molti giovani, ma anche metallari più attempati (come il sottoscritto del resto), la cui sacra passione scorre ancora rovente nelle vene, e famiglie con bambini che ho visto divertirsi un sacco a veder suonare questi strani personaggi dai capelli lunghi, dall’aspetto truce e serio, ma che fan presto ad illuminarsi con un sorriso. Forse, se il bill avesse compreso Death SS e gruppi Black Metal i bambini sarebbero dovuti rimanere a casa, ma lo scopo della manifestazione non era quello di rivolgersi ad un pubblico di nicchia bensì di far conoscere un po’ a tutti quello che è il mondo del Metal, fatto di gente comune che, essenzialmente, vuole ascoltare buona musica e divertirsi senza creare o subire problemi.
L’evento è iniziato a mezzogiorno dando spazio a band appartenenti al sottobosco underground, che si sono esibite su uno dei palchi secondari. La qualità dei gruppi è stata medio-alta, sia per chi ha suonato cover sia per chi ha eseguito brani propri, con buona varietà di generi, passando dal prog, all’Hard Rock fino al Thrash ed a qualche punta di Death.
Intanto, nell’arena si eseguivano i sound check e si mettevano a punto gli ultimi dettagli per la parte principale, prevista a partire dalle 20.30.
Ultimate le esibizioni underground, effettuata una pausa con le ‘Celtic Sole Pole Dance Solution’, che, anche se con il Metal c’entravano poco, sono state comunque un bel vedere ed hanno dimostrato di sapere il fatto loro, il pubblico si è riversato nell’arena in attesa che il cuore della serata cominciasse a battere.
E così è stato: puntuali e senza tanti giri di parole sono entrati in scena i padroni di casa gli Shockin’ Head con il loro potente Heavy Metal, moderno ed originale, carico di adrenalina e di pathos. Il pubblico è stato coinvolto in un battito di ciglia, grazie alle buone capacità da frontman del vocalist, Daniele Sedda, ma soprattutto per le ottime canzoni proposte, contenute nell’album d’esordio ‘XXMiles’, che, dopo poche battute, i fans hanno iniziato a cantare con la stessa foga con cui si seguono ‘Running Free’ o ‘The Trooper’.
Esibizione che ha avuto il solo difetto di durare troppo poco, riuscendo comunque a dimostrare l’alta validità della band e che, nel Metal, se si ha volontà e forza, si può ancora dire qualcosa di nuovo.
Ultimato lo Show degli Shockin’ Head, passato solo il tempo per cambiare gli strumenti e dare una controllata ai suoni, sono balzati sullo stage gli SkeleToon, anche loro freschi di album con ‘They Never Say Die’, dedicato al film cult ‘I Goonies’. Professionisti e professionali hanno scagliato in campo un’energia vitale forte e positiva, incentrata sul divertimento di chi non si prende troppo sul serio, facendo però le cose molto seriamente. Il loro è un Power che, prendendo spunto dai gruppi tedeschi, quali Helloween ed Edguy, diventa virulento e contagioso, grazie anche ad una presenza scenica collaudata e di forte impatto. La capacità di coinvolgere i fans ha raggiunto i massimi livelli quando i chitarristi sono scesi direttamente in mezzo a loro dividendoli in due parti distinte, le cui urla salivano alternativamente seguendo le direttive del carismatico cantante Tomi Fooler.
Insomma, un’esibizione con i controfiocchi che ha compreso brani di repertorio, cover ed estratti dal loro ultimo lavoro.
Dopo di loro è stata la volta degli Headliner (anche se, per questa manifestazione, il termine non è proprio appropriato, vista l’alta qualità di chi li ha preceduti) i grandi Rhapsody Of Fire. Qui, purtroppo, il sottoscritto è mancante non essendo riuscito, per motivi personali, a vederli. Vero è che di un gruppo che ha fatto la storia del Metal italiano, e non solo, c’è poco da dire, ma io non voglio parlare della loro esibizione per sentito dire. Non li ho potuti vedere e di questo mi dispiaccio.
La manifestazione si è chiusa all’una di notte, con ancora tanta musica, bere e mangiare.
Secondo il mio giudizio la prima edizione dello ‘Shock Metal Fest’ è andata più che bene: i miei complimenti a chi ha avuto il coraggio e la forza di organizzarla ed un grazie all’Amministrazione del Comune di Camporosso per non aver dimostrato pregiudizi nei confronti del mondo Metal.
Speriamo che diventi un appuntamento fisso: sarebbe un bel fiore all’occhiello per la Liguria e per il resto d’Italia.