Live Report: Sonata Arctica + Battle Beast all’Alcatraz (MI)
SONATA ARCTICA + BATTLE BEAST
22/11/2012 @ ALCATRAZ, MILANO
Dopo solo un anno di distanza dall’ultimo show, l’Alcatraz vede il grande ritorno dei Sonata Arctica, esponenti del power/metal finlandese nati nel 1996 ed entrati nel cuore dei fan grazie ad album come “Ecliptica” e “Silence”. Attualmente sono impegnati nella promozione della loro settima fatica “Stones Grow Her Name” il quale, nonostante i loro sforzi, non ha ottenuto il successo sperato, risultando molto lontano dai lavori precedenti e mostrando il netto cambiamento a livello musicale e compositivo rispetto ai tempi in cui l’ex chitarrista Jani Liimatainen militava tra le fila dei Sonata. Questo cambiamento ha purtroppo causato un notevole calo di audience e stasera i finlandesi suoneranno per la prima volta sul palco B e anche l’affluenza per accaparrarsi i primi posti è diminuita, passando dal centinaio dell’anno scorso ad una manciata di fan.
Ad aprire le danze tocca ai Battle Beast, heavy metaller nativi nel 2008 a Stoccolma, i quali grazie al debut-album “Steel” (2011) hanno già raggiunto un clamoroso successo e raccolto una notevole schiera di fan italiani (compreso il sottoscritto) nella loro prima apparizione di supporto ai mitici Nightwish. Non appena si spengono le luci si eleva un vigoroso “BATTLE BEAST, BATTLE BEAST…”, culminante nell’apparizione del batterista Pyry Vikki, in piedi al suo drum set, e l’eccitazione del pubblico presente si trasforma nel volgere di pochi istanti in fragorose urla ad accompagnare l’entrata in scena del resto della band. Il primo brano della serata è l’esaltante “Justice and Metal”, con il quale gli svedesi danno immediatamente una scossa al locale. Stasera, peraltro, alla voce troviamo la new entry Noora Louhimo, la quale senza perdere tempo incita la folla senza sosta e cercando di tenere testa alle possenti corde vocali della precedente Nitte Valo. Gli altri membri si mostrano molto carichi e partecipi: Anton Kabanen e Juuso Soinio si mantengono saldamente su di un heavy classico con riff ed assoli travolgenti mentre le corde del basso di Eero Sipilä vibrano a dovere e Janne Björkroth alla tastiera guarnisce abilmente il tutto. Menzione a parte, infine, perl’instancabile Pyry Vikki: una vera e propria locomotiva in corsa. Il pubblico in delirio spintona a volontà, ogni canzone viene ripagata con eclatanti applausi di cui la maggior parte spettano a Noora, che grazie al suo carisma, la forte presenza scenica e le sue poderose corde vocali, ha dato prova di sapersi destreggiare tra acuti e screaming, dimostrando di essere una degna sostituta. Con “Enter the Metal World” i Battle Beast pongono la parola fine su di una performance di tutto rispetto, energica e adrenalinica, purtroppo penalizzata dall’audio , con le chitarre troppo alte rispetto alla voce e ai cori.
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Setlist
Justice and Metal
The Band of the Hawk
Armageddon Clan
Cyberspace
Steel
Iron Hand
Victory
Anton Kabanen Guitar Solo
Enter the Metal World
Ora che il pubblico è ben riscaldato, l’attesa è tutta per suoi beniamini: sulle note dell’intro “Wildfire, part: III” dalla folla si eleva un coro da stadio “SONATA, SONATA, SONATA…” e mentre le luci sono ancora basse la band prende posizione sul palco. Attaccando con “Only the Broken Hearts (Make You Beautiful)” i Sonata Arctica accendono la folla che canta, salta ed applaude all’unisono per poi scatenarsi definitivamente con “Black Sheep”. L’inizio appare intenso e carico d’energia e il pubblico è in visibilio, ammaliato dalla voce dell’insuperabile frontman Tony Kakko e dalla grinta sprigionata dagli esaltanti dai riff di Elias Viljanen, dalle pennate di basso di Marko Paasikoski e dai colpi su pelli e piatti del portentoso Tommy Portimo, il tutto arricchito dalle melodie di tastiera di Henkka. Il fervore iniziale tende, tuttavia, ad attenuarsi a causa della scelta di riproporre nella prima parte dello show un buon numero di pezzi nuovi, i quali non hanno assolutamente quell’energia trascinante dei primi dischi. I fan mostrano in ogni caso un buon gradimento, pur in mancanza di quella scintilla indispensabile per scatenare un sano pogo. Dopo l’esecuzione del singolo “I Have A Right” e dopo aver imbracciato le chitarre acustiche i Sonata danno il via ad una tranche unplugged di concerto, con Henkka al basso e Tommy sul cajòn. L’atmosfera diventa di puro ascolto e canti in coro, con una punta di commozione durante “Tallulah”, mentre come finale Tony improvvisa addirittura un divertente assolo country. Dopo aver ricevuto un’altra dose di applausi, i finlandesi danno inizio all’ultima parte del concerto, composta dai classici: partendo con l’incalzante “Paid in Full” gli animi si risollevano, canti in coro scandiscono l’immortale “Replica” ma l’apice si tocca con “Fullmoon”, il pezzo più eccitante di tutto lo show. Durante la pausa, oltre agli applausi si alza spontanea la richiesta di altri classici, ma il rientro in scena è riservato a due soli pezzi, con “Don’t Say A Word” in chiusura. Durante i saluti i Sonata sono stati senza dubbio acclamati, ma anche sommersi da richieste di altre perle; segnale inequivocabile di una setlist che non ha risposto in toto alle attese dei fan con molto dei classici più gettonati mancati all’appello. Senza dubbio il paragone con le esibizioni precedenti risulta piuttosto pesante e in alcuni punti si è percepita una fastidiosa sensazione di sufficienza. Solo lodi invece per quanto riguarda l’opening act di questa sera, i fenomenali Battle Beast, per certi versi al di sopra di un headliner che pur non deludendo ha forse puntato in maniera eccessiva sulla promozione del nuovo album a discapito delle canzoni più amate dai fan di vecchia data.
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Setlist
Intro – Wildfire, Part:III – Wildfire Town, Population: 0
Only The Broken Hearts (Make You beautiful)
Black Sheep
Alone In Heaven
Losing My Insanity
Broken
The Guy
The Day
I Have A Right
Acoustic
Tallulah
The Dead Skin
Wanted Dead Or Alive (BonJovi Cover)
Tony Solo
————-
Paid In Full
Shitload Of Money
Replica
Henkka Solo
Fullmoon
Encore
Cinderblox
Don’t Say A word
Report a cura di Giacomo Cerutti, fotografie a cura di Laura Tandoi