Hard Rock

Live Report: Steel Panther + Nastyville @ Alcatraz, Milano – 08/07/2024

Di Valeria Usiello - 12 Luglio 2024 - 13:00
Live Report: Steel Panther + Nastyville @ Alcatraz, Milano – 08/07/2024

Live Report: Steel Panther + Nastyville @ Alcatraz, Milano – 08/07/2024 – “On The Prowl, Tour 2024”
a cura di Valeria Usiello

 

 

È una serata milanese calda e umida, ci mettiamo in fila assieme alle zanzare nell’attesa di goderci l’aria condizionata dell’Alcatraz. Ed il concerto, ovviamente!

Nastyville

L’onere, e l’onore, dell’apertura della serata viene affidato ai Nastyville. Sono italiani e sono anche i portabandiera locali del Glam Metal moderno che nel tempo è diventato Sleaze Metal: spetta ai piemontesi creare la giusta dose di energia per preparare i fan degli Steel Panther ad una indimenticabile serata.

Dopo un riassetto della band, con lo storico chitarrista David Visini rimasto come unico membro della formazione originale, salgono sul palco il cantante Marco Luraschi, il secondo chitarrista Christian De Gaudenzi, il bassista Paolo Pretti e Christian Tabita alla batteria.
E’ una versione italiana divertente ed anche irriverente quella che propongono, mescolando diverse influenze musicali: in scaletta ci sono brani recenti e meno recenti come “Sex Crime”, “Red, Black or Green?” e “Wheel Of Fortune”, pezzi adatti al clima caldo, da ballare.

Quello che più mi piace sono gli hook e i riff di chitarra mescolati con un Pop ballabile, i brani diventano allegri e le ballate potenti, l’atmosfera ė quella di una festa peccato solo ci sia poco spazio sul palco per saltare, a capacità ridotta l’Alcatraz offre uno stage piuttosto piccolo.

Nastyville

 

Steel Panther

Era il 27 marzo 2012 quando gli amici impiegano un giorno intero a convincermi che questo concerto avrei proprio dovuto vederlo. Controvoglia mi reco all’Alcatraz. E, a quanto pare, altri pochi malcapitati come me considerato che potevamo contarci. Bene mi dico, mal comune mezzo gaudio!
Da allora, li ho seguiti sino a Los Angeles per vederli suonare sulla Sunset Strip dove sono cresciuti. E, ancora oggi, ringrazio chi quel giorno mi ha regalato una band da seguire.

Sono questi 4 parruccati americani, definiti più volte come i Van Halen che incontrano i Mötley Crüe che incrociano i Ratt che imitano la commedia Wayne’s World, il tutto unito a misoginia, assoli di chitarra devastanti e allusioni libidinose. E’ un copione ormai noto, al punto che se hai già assistito ad altri concerti in precedenza, oltre ai testi delle canzoni puoi ripetere a memoria anche gli scambi di battute. Ma il pubblico ride – quando riesce a capire l’accento californiano accelerato – e i pochi coraggiosi arrivano vestiti come per una serata del Rocky Horror Picture Show: leggings e parrucche, matita nera. Le ragazze litigano per la prima fila, sanno che se sono fortunate saranno chiamate sul palco quando è il loro momento.

Gli Steel Panther entrano in scena sulle note di una divertente Intro appositamente creata in stile ‘prepariamoci al decollo’ in cui viene annunciato che sarà “the greatest night of your life”, una resurrection che ovviamente fa rima con erection!
L’attacco viene affidato ad un brano esplosivo tratto dal loro album di debutto, “Eyes Of A Panther”, mentre la band dà il tono all’intera serata saltando in giro, rivolgendosi ai fan per coinvolgerli, e soprattutto rendendo omaggio all’immagine Glam Metal che amano, con una perfetta miscela di suono, stile e spettacolarità.
L’impatto colorato e colorito potrebbe distrarre, ma lo senti subito che sono prima di tutto musicisti, e pure maledettamente bravi. Guidati dallo straordinario Michael Starr, la cui estensione vocale rivaleggia con qualsiasi frontman delle band Hair Metal anni ’80, lo accompagnano il chitarrista solista Satchel, Spyder al basso e il batterista Stix Zadinia.

L’energia dello spettacolo non cala mai, anche quando si passa dai classici più amati come “Asian Hooker”, “Death to All But Metal” e “Party Like Tomorrow Is the End of the World” alla ballata “Ain’t Dead Yet” o ai pezzi dell’ultimo album “On The Prowl”, che si fondono perfettamente con il resto dei loro successi. Dei due pezzi nuovi, “Friends with benefit” e “1987”, quest’ultimo in particolare mostra la maturità raggiunta come cantautori e la capacità di scrivere brani un po’ seri oltre a quelli comici. E’ un incredibile sguardo nostalgico all’anno a cui allude il titolo, facendo cadere il nome di tutti i grandi del Rock e dell’Heavy Metal come Guns N’ Roses, Poison, Whitesnake, Van Halen, Ozzy Osbourne, Judas Priest e altri.
Non c’è tempo però per la nostalgia, ci pensa Satchel a mettersi un plettro in bocca e indicare un fan tra la folla prima di sputarlo, come John Belushi in Animal House.
E a metà scaletta arriva anche il suo assolo di chitarra, uno dei momenti che attendo sempre con immutato stupore. E’ probabilmente uno dei migliori assoli di chitarra che si possa ascoltare, rivaleggia con quelli di Eddie Van Halen e Mick Mars dei Motley Crue, due dei più grandi chitarristi dell’era Hair Metal. In questo tour manca però l’accompagnamento con la batteria, che rendeva gli assoli di Satchel memorabili: resta comunque una lezione di chitarra magistrale nonostante non si sia vista la sua capacità di impiegare mani e piedi contemporaneamente.

Lo spettacolo procede a ritmo serrato mentre Michael e Satchel si scambiano frecciatine a sfondo sessuale, e dopo il momento acustico che porta Stix a bordo palco con una tastiera per la serenata d’amore ad una fanciulla della prima fila “Impromptu Song for a Girl”, si arriva al momento tanto atteso con la famigerata canzone “17 Girls In A Row” in cui la band invita le donne delle prime file a salire sul palco e ballare. L’esibizionismo forzato di un tempo ora lascia spazio solo alla festa, ed in questo clima più decoroso e meno trash termina la prima parte della scaletta.

La band rientra sul palco sulle note di un brano amato dai fan del calcio, “Seven Nation Army” dei The White Stripes, che porta alla chiusura della serata con l’amatissima “Gloryhole”: il pubblico si scatena cantando a squarciagola, non volendo che la serata finisca. Uno spettacolo degli Steel Panther non è mai deludente infatti, i loro commenti crudi non perdono mai un colpo e la loro musicalità non viene mai messa in dubbio, nemmeno per un secondo, lasciando sempre tutti con la voglia di non tornare a casa. Personalmente, ho sentito la mancanza in scaletta di capolavori come “Community Property” e “Girl From Oklahoma”, ma anche della incredibile imitazione di Ozzy Osbourne che a Michael riesce così bene, sostituita da quella di Bret Michaels. Non molto apprezzato invece l’ironico riferimento a Rick Allen dei Leppard che, oltre a non essere affatto necessario, crea anche un deciso imbarazzo nel profondo.

Il loro amore per l’heavy metal, reso sotto forma di tributo sarcastico, resta comunque innegabile. Il pubblico è felice ed esausto, il viaggio all’indietro verso quei giorni inebrianti dell’Hair Metal degli anni ’80 a bordo della DeLorean degli Steel Panther è valso il prezzo del biglietto.

Scaletta:

Eyes of a Panther
Tomorrow Night
Asian Hooker
Just Like Tiger Woods
Friends With Benefits
Satchel – Solo
Death to All but Metal
1987
Ain’t Dead Yet
Impromptu Song for a Girl
Weenie Ride
17 Girls in a Row
Party Like Tomorrow Is the End of the World
Seven Nation Army (cover The White Stripes)
Gloryhole

Steel Panther

 

Photo Report completo della serata: https://www.truemetal.it/heavy-metal-news/photo-report-steel-panter-nastyvillealcatraz-2024-1161933