Live Report: Sweden Rock Italy a Bresso (MI)

Di Stefano Burini - 22 Marzo 2014 - 16:00
Live Report: Sweden Rock Italy a Bresso (MI)

SWEDEN ROCK ITALY 
14/03/2014 @Blue Rose Saloon, Bresso (MI)

 

 

Il Blue Rose Saloon di Bresso (MI) si appresta ad ospitare un nuovo grande appuntamento di Rock con la R maiuscola. Grazie al connubio tra Rocker Sound Agency e Babalon A/D, questa sera va di scena un festival con la partecipazione di ben cinque band: due svizzere (KIRK e Crystal Ball), una italiana (Thunderage) e le due principali, provenienti dalla Svezia (Grand Design e The Poodles); da qui l’idea di battezzare l’evento in Sweden Rock Italy.

 
 
Intrappolati nel terrificante traffico milanese del venerdì sera, arriviamo al Blue Rose Saloon ben oltre le 20 e 30,  convinti di aver perso la band di apertura (i Kirk) e buona parte dello show dei Crystal Ball. Fortunatamente constatiamo che la crew e le band stanno ancora mettendo a punto suoni e strumentazione, mentre il locale risulta ancora interdetto al pubblico e troviamo addirittura il tempo per scambiare quattro chiacchiere con diversi “amici di concerti” e con i membri delle band, parcheggiati proprio di fronte al locale con il loro tour bus. Tra una parola e l’altra, finalmente giunge il momento dell’apertura delle porte e, dopo un breve set up, i KIRK sono pronti a partire.
 

 

Nel contesto della serata la band svizzera, ad onor del vero, non ha brillato particolarmente, soprattutto in rapporto agli altri gruppi presenti, onestamente di un altro livello, e complice anche la loro proposta, un mix di metal e progressive con (forse troppe) sonorità moderne, che non crea molto appeal tra i presenti. La scaletta attinge a piene mani dall’ultimo lavoro – “Masquerade” – fresco di pubblicazione, ma nonostante il pubblico (ancora poco per la verità) sia sotto il palco ad ascoltare con attenzione la band, il loro set non decolla e la mezz’ora a loro disposizione passa senza troppi sussulti.

Setlist:
Intro
Devil’s Claw
Supersonic Speed
Masquerade
Center Of The Universe
Ashes
Eternity
Fight Or Die
Time

Inizia così, in ritardo di oltre un’ora sulla scaletta prevista, il primo di una serie di cambi palco che ci faranno fare le ore piccole. Sul fondo dello stage si erge la scritta Crystal Ball e giunge finalmente il turno degli attesissimi elvetici chiamati a dare al pubblico presente (decisamente più numeroso) una vera e propria lezione di hard rock.
 

I 45 minuti a disposizione dei nostri cugini d’oltralpe sono incentrati sui brani dell’ultimo album “Dawnbreaker”, ma non mancano salti spazio temporali verso i lavori più datati. Tra gli episodi più apprezzati dai presenti, sicuramente degno di nota, è l’ultimo singolo “Anyone Can Be A Hero”, brano dal tiro allucinante e dotato di un ritornello a dir poco adrenalinico e trascinante. Badano al sodo i Crystal Ball: dai loro strumenti arrivano colate di rock incandescente e la precisione (non a caso) svizzera che li contraddistingue nel suonare li accomuna non poco ai loro connazionali Gotthard; virtù che si nota, peraltro, anche nelle movenze, ma soprattutto nel modo festaiolo di porsi ai presenti, tutto sorrisi e strette di mano alle prime file. Menzione a parte la meritano le due splendide power ballad “The Brothers Were Wright” e “He Came To Change The World”, forse i maggiori picchi emozionali della serata. Tuttavia, anche quando si tratta di pestare duro, gli svizzeri non si tirano certo indietro, come dimostrano l’headbanging sfrenato che accompagna “Back For Good” e “Power Pack”, o i cori del pubblico sul ritornello di “Hellvetia” cantato a squarciagola da tutti i presenti. Sarà davvero dura per gli altri fare di meglio.

Setlist:
Zarathustra Intro
Break Of Dawn
Walls Fall Down
Dance With The Devil
The Brothers Were Wright
He Came To Change The World
Skin To Skin
Power Pack
Sun Came Out
Back For Good
Powerflight
Anyone Can Be A Hero

Encore:
Hellvetia

L’organizzazione del festival decide di riservare ai Thunderage un posto d’onore in questa serata, posizionandoli appena prima delle due band di punta. Una scelta forse un po’ anomala, avendo altre due band straniere come ospiti, ma questa è una giornata speciale per il gruppo milanese: proprio oggi è stato pubblicato il primo, omonimo album e il minifestival di questa sera dà l’occasione loro l’occasione per mettere in scena un release party.

A metà strada tra hard rock ed heavy metal classico, il combo meneghino sfrutta appieno i 45 minuti a disposizione suonando tutto l’album nella sua interezza e facendo di tutto per presentarlo al meglio. La band è in palla e carica come una molla e il singer Paolo Muzzi non perde occasione per incitare in modo instancabile un pubblico che non tarda a far sentire la propria presenza e partecipazione con battiti di mani ed headbanging forsennati. È altrettanto corretto rimarcare che la scelta di destinare ai Thunderage una piazza d’onore nella scaletta del festival è stata ampiamente ripagata dalla grande affluenza di fan di vecchia data giunti al Blue Rose Saloon per celebrare la band meneghina, oltre che dalla grande prestazione offerta da loro stessi. Particolare merito va al talentuoso chitarrista Daniele Colombo, autore di riff ed assoli al fulmicotone e vero  e proprio asso nella manica dei Thunderage, con la sua grande tecnica e la divertente mimica facciale durante gli assoli. Sulle note di “The Strange Case” termina il tempo a disposizione dell’unica band italiana presente stasera, pronta a lasciare il palco tra applausi, complimenti e strette di mano di amici e fans.

Setlist:
Cannon
No More Than Me / Too Many Of Us
Thunderage
Shining Darkness
A Day To Remember
Sliding Doors
The Strange Case

Lo Sweden Rock Italy entra ora nel vivo e, mentre i presenti sotto al palco iniziano ad aumentare in maniera considerevole, il telone dietro la batteria ci avvisa che sta per arrivare il momento della prima volta sui palchi italiani dei Grand Design! Nei 50 minuti a disposizione, Pelle Saether e soci, hanno modo di passare in rassegna i loro due lavori finora pubblicati – “Time Elevation” e “Idolizer” – in attesa della terza fatica discografica attualmente in lavorazione. Il loro stile, molto simile a quello dei Def Leppard degli anni d’oro, ci fa fare un salto indietro nel tempo di circa trent’anni per riabbracciare le immortali melodie e i chorus anthemici che negli anni 80 esaltavano stadi ed arene in mezzo mondo, facendo in modo che quest’oggi parte di quell’atmosfera possa venire ri-vissuta dai presenti al Blue Rose Saloon.
 

Come da copione, i Grand Design puntano a conquistarsi qualche fan in più e vanno ad indirizzare la scaletta su quanto di meglio e di più trascinante possano estrapolare dallal loro discografia. Dopo l’incipit affidato a “Rawk Back To The 80’s” Lo show sale di quota  con le varie “Love Sensation”, “Oughtograugh” e “Get On With The Action”: quest’ultimo probabilmente il brano più acclamato e partecipato da band e spettatori, talmente caldi da dover essere rinfrescati con frequenti lanci d’acqua, da parte del singer Pelle. Dopo qualche problema tecnico, che rallenta ma non ferma la marcia degli svedesi on stage, i musicisti riprendono subito in mano lo show, per poi andare a concludere l’esibizione con “Air It Out” ed il successivo encore “Let’s Rawk The Nite”. I fragorosi applausi dei presenti sono sinonimo di successo per i Grand Design; la gente li chiama in coro, ma i tempi tecnici stabiliti devono essere rispettati e la band scende dal palco. Chi li conosceva già ha avuto, dopo lungo tempo, anche la conferma del valore on stage del gruppo; per tutti gli altri invece, l’approfondimento continuerà su disco in attesa della prossima apparizione italiana.

Setlist:
Rawk Back To The 80’s
Love Sensation
Oughtograph
Piece Of The Action
No Time For Love
Get On With The Action
Slugged Out
Air It Out

Encore:
Let’s Rawk The Night

 

I The Poodles mancano dal suolo italico da ben quattro anni (l’ultima volta fu al Sottotetto di Bologna nel 2010); una lunga assenza dai palchi italiani che richiama un buon numero di persone in questo venerdì sera milanese e che di certo sprona il quartetto a dare il meglio di sé. Come sempre il Blue Rose Saloon, per come strutturato, permette un’interazione pressoché totale tra pubblico e musicisti e, nonostante la band svedese, negli ultimi anni si sia abituata a calcare palchi ben più importanti, non ha problema alcuno ad adattarsi alla situazione offrendo comunque un’ottima performance.

I barboncini vanno dunque a pescare a piene mani il meglio dai loro album, dal più recente “Tour De Force” fino al più datato “Metal Will Stand Tall”: Jakob Samuel e soci hanno solo l’imbarazzo della scelta su cosa proporre per far divertire il pubblico. La partenza è al fulmicotone con “Misery Loves Company” e “Metal Will Stand Tall”, due brani che consentono agli svedesi di riscaldarsi, prendendo le misure coi suoni, per poi far scatenare subito i presenti sulle note di “Cuts Like A Knife” e del nuovo singolo “Shut Up!”. Purtroppo nel corso dell’esibizione, qualche problema con la chitarra di Henrik Bergqvist non mancherà, ma quando ci si vuole divertire lo si fa a prescindere, e stasera è proprio una di quelle nottate. Dalla scaletta, non sappiamo se per scelta o per obbligo, viene tagliata la versione acustica di “I Rule The Night”, ma l’esecuzione da pelle d’oca di “Crying” sopperisce in maniera egregia: senza dubbio uno dei momenti più alti ed intensi della serata, qualcosa che resterà dentro i nostri cuori per molto tempo.
 

Una jam session strumentale sfocia, poi, nella tracimante “Caroline”, occasione per un nuovo incontro ravvicinato del terzo tipo con la voce di Samuel, vocalist impressionante e, soprattutto, figura carismatica in grado di mandare in brodo di giuggiole il folto pubblico femminile presente, totalmente rapito! Dopo l’esecuzione di “Like No Tomorrow” e “Seven Seas”, il sudatissimo combo svedese si prende qualche istante di pausa (più che meritata) per poi imbracciare nuovamente gli strumenti e proporre l’accoppiata finale “Echoes From The Past” e “Night Of Passion”, cantata da tutti i presenti, nessuno escluso. Dopo i saluti ed i ringraziamenti di rito, i The Poodles si concedono ai presenti per foto, autografi, strette di mano e saluti.
 
Anche stasera abbiamo ricevuto la nostra dose di Rock N’ Roll (di quello buono!), e mentre l’orologio segna le 2 passate, è tempo per ognuno di tornare a casa con un bel sorriso sulle labbra, a testimonianza della piena soddisfazione per quanto visto e sentito questa sera!

Setlist:
Misery Loves Company
Metal Will Stand Tall
Cuts Like A Knife
Shut Up!
Shadows
Line Of Fire
Crying
Instrumental
Caroline
Kings & Fools
Like No Tomorrow
Seven Seas

Encore:
Echoes From The Past
Night Of Passion

Live Report a cura di Alex Casiddu, fotografie a cura di Alex Casiddu e Andrea Donati