Live Report: Toto a Villafranca di Verona (VR)

Di Fabio Vellata - 18 Luglio 2011 - 21:24
Live Report: Toto a Villafranca di Verona (VR)

Live report a cura di Luca Corsi

Nel 2011 tutti oramai sono a conoscenza di come sia nata e sia giunta alla meritata popolarità una band di fama mondiale, anzi interplanetaria, come gli statunitensi Toto.

Sempre contraddistinta, pur nelle sue varie formazioni, da musicisti di prim’ordine, dal forte carisma, perizia tecnica, preparazione e gusto per la melodia, la band di Steve Lukather, David Paich e dei fratelli Mike, Steve e Jeff Porcaro (prematuramente scomparso nell’agosto del 1992) è divenuta nel corso degli anni – ben 31 ne sono passati dal loro debutto discografico – leggenda non solo del rock, ma dell’intero panorama musicale, con oltre 30 milioni di dischi venduti.
Ma anche dei veri e propri dei delle classifiche possono essere scossi da notizie tanto tragiche quanto inaspettate: il 27 luglio 2010, sul sito ufficiale della band viene riportata la notizia che il “fratello” Mike Porcaro (così ama definirlo affettuosamente lo stesso Lukather), storico bassista, è afflitto dalla famigerata quanto temibile SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica).
Così il gruppo, che negli ultimi anni aveva centellinato sempre di più le proprie prestazioni dal vivo, decide di intraprendere un tour estivo nel 2010, con la volontà di raccogliere più fondi possibili da destinare poi alle cure del fratello Mike, e, inoltre, per sostenere al meglio Fergie Frederiksen, singer della band dal 1984 al 1985, purtroppo colpito da un cancro incurabile.

Nell’estate del 2011, il sestetto americano riparte pieno di speranza alla volta di un nuovo tour mondiale – e molto probabilmente anche l’ultimo prima dello scioglimento definitivo – che, ringraziando il cielo, concede a noi italiani di gustarceli in tutta la loro infinita classe per un’ultima volta. Il luogo prescelto per questo imperdibile e tanto atteso evento è il suggestivo Castello Scaligero di Villafranca, alle soglie di Verona, cornice ideale e che ben si adatta all’eleganza dei nostri.

La formazione con la quale i Toto si presentano sul suolo italico amalgama, come un “calciomercato” ottimamente concluso, vecchie bandiere e nuovi innesti: il capitano è sempre il dio della chitarra Steve Lukather, fedelmente seguito dalle tastiere di David Paich (più volte osannato dalla folla) e Steve Porcaro. Il ritmo è invece ordinato e condotto con maestria da un altro mostro sacro della batteria come Simon Phillips, e dal neo talentuoso bassista (ma sulle scene da oltre trentacinque anni) Nathan East. Dietro il microfono, escluso il rientro del grande Bobby Kimball, viene ri-arruolato il cantante Joseph Williams, famoso per l’aver prestato la voce a capolavori come “Fahrenheit” e, soprattutto, “The Seventh One”.

La perfezione e la precisione di musicisti dal valore inestimabile si nota sin dai più minimi e apparentemente insignificanti dettagli: lo show inizia alle 21.30 spaccate, come da programma, e ad aprire le danze è la storica quanto splendida intro “Child’s Anthem” (dall’esordio “Toto”, 1978), seguita da uno dei pezzi più riusciti dell’era Williams: “Till’ The End”. I nostri sono in forma smagliante, e sembra quasi di trovarsi comodamente seduti sulla poltrona di casa e ascoltare ad occhi chiusi e le cuffie all’orecchio un loro studio album per quanta dimestichezza e puntigliosità il gruppo riesce ad esprimere. Una serie interminabile di hit si precipita all’orecchio dei numerosissimi supporter presenti entro le mura del meraviglioso castello: “Afraid Of Love”, “Lovers In The Night”, “Rosanna” e la sempre acclamata “Africa” – cantata a squarciagola dalla platea – vengono pescate dal best seller “IV” (1982). Com’è ovvio, è cospicua la presenza dei pezzi storici cantati da Williams: quest’ultimo si dimostra un ottimo interprete anche in sede live, nonostante gli anni passino anche per lui, incantando il pubblico con la sua voce calda e suadente sulle note di “Somewhere Tonight” (piacevolmente rispolverata dopo una vita, durante la quale fa capolino pure “No Woman No Cry”) e “Lea”, entrambe nel segno di “Fahrenheit” (1986), e sulle più attese e partecipate “Pamela”, “Stop Loving You” e la sempre stupefacente “Home Of The Brave”, direttamente da “The Seventh One” (1988).

Lukather è l’autentico mattatore della serata, i suoli soli sono puntuali quanto trascinanti, e la sua voce è sempre intensa e calorosa, come quando va ad intonare la speranzosa e pacifica “Gift Of Faith”. Momenti di gloria anche per la coppia di tastieristi Paich-Porcaro, che deliziano la folla con un momento di “stravaganza tastieristica”. Nel mentre c’è anche il tempo per una cover di Michael Jackson: “Human Nature”, scritta proprio da Steve Porcaro per il re del pop. La degna chiusura di un concerto memorabile quanto, probabilmente, irripetibile, è invece affidata – e non poteva essere altrimenti – all’amata e desiderata “Hold The Line”, una delle canzoni simbolo di un’era che fu, e che vede al basso la sorpresa Sam Porcaro, figlio del grande Mike.

Sono i concerti come questi che non fanno che accrescere la malinconia: non solo perché questo 17 luglio 2011 ce lo ricorderemo come “l’ultima volta che i Toto sono venuti in Italia”, quasi alla pari di un evento bellico; ma soprattutto perché fanno riflettere molto su quanto di grande e di irripetibile una decade come gli anni ’80 ci abbia saputo offrire, e quanto pochi, ahinoi, siano gli eredi sulla scena odierna degni di allacciare perlomeno le scarpe a queste istituzioni viventi.

 La perfezione esiste: si chiama Toto.

Luca Corsi

 


 


Setlist:

Child’s Anthem
Till The End
Afraid Of Love
Lovers In The Night
Somewhere Tonight / No Woman No Cry
Pamela
Lea
Gift Of Faith
(Keyboards Extravaganza: David Paich-Steve Porcaro solos)
Africa
Human Nature
Rosanna
(Steve Lukather’s solo)
Georgy Porgy
Stop Loving You
Home Of The Brave
Hold The Line

Line Up:

Steve Lukather – Chitarra
David Paich, Steve Porcaro – Tastiere
Simon Phillips – Batteria
Joseph Williams – Voce
Nathan East – Basso