Live Report: Ultimo SoloMacello Fest @ Circolo Magnolia, Segrate (MI) – 28/07/2024
Live Report: Ultimo SoloMacello Fest @ Circolo Magnolia, Segrate (MI) – 28/07/2024
a cura di Jennifer Carminati
Solomacello è il festival della musica pesante che da dieci edizioni anima l’estate di Milano. Quest’anno, domenica 28 luglio, al Circolo di Magnolia è andato in scena l’Ultimo Solomacello, perfettamente organizzato come sempre da HardStaffBooking in collaborazione con il cavaliere nero del metal italiano.
Un festival che da sempre ha unito l‘intransigenza alla buona musica e che quest’anno ha affidato il compito di trapanarci i timpani per un’ultima volta a una serie di amici, tutti italiani, che si alterneranno sul palco: DJ set dei 400 Calci – cinema da combattimento,
Diego Potron, Valerian Swing, Bologna Violenta, HusqwarnaH, Johnny Mox, Səlva e Isaak, a chiudere in maniera definitiva un evento diventato negli anni un appuntamento fisso nel mio calendario estivo. La sfiga ci ha visto benissimo purtroppo anche oggi e gli Ufomammut non hanno potuto esibirsi a causa di un problema di salute improvviso che ha colpito uno dei componenti del gruppo, a poche ore dall’apertura porte prevista per le h 16 di questa caldissima domenica di fine luglio.
“Isola urbana di calore” è l’espressione coniata dai climatologi per descrivere il microclima delle città metropolitane negli afosi mesi estivi. A parte i soliti “consigli per gli anziani”, noi amanti del metallo abbiamo una soluzione migliore per combatterlo: ovviamente, con il festival più assordante dell’estate milanese oggi in un’edizione speciale e alcune tra le migliori realtà della musica pesante nostrana in circolazione.
HardStaffBooking & SoloMacello sono orgogliosi di presentare questo Ultimo SoloMacello, e se qualcuno di voi si stesse chiedendo perché Ultimo, ora ve lo spiego. Qualcosa di definitivo è successo lo scorso marzo, che ci ha lasciati tutti attoniti. Teo Segale è mancato improvvisamente, all’affetto dei suo cari, della sua famiglia vera e di quella creata nel mondo della musica. Era il giorno dopo il suo compleanno, e lui, quel mio messaggio di auguri, non lo ha mai visualizzato.
Oggi siamo qui per ricordare e festeggiare la vita del nostro “Re del Metal”, con tutti gli amici che nel corso degli anni sono sempre stati uniti e complici nell’organizzare questo Festival. Ultimo. Si, forse, tutto questo può essere la fine ma tutto quanto è stato fatto rimane, per sempre, nelle decine e decine di artisti che hanno animato i palchi, nel pubblico che ha assistito ai deliri musicali in almeno una mezza dozzina di locali milanesi, in tutte queste riuscitissime edizioni.
Asciughiamo le lacrime che inevitabilmente scorrono sui nostri visi ricordando Teo e armati di sorriso affrontiamo l’infernale calura estiva di oggi con un unico scopo: ascoltare buona musica rimanendo idratati, responsabilmente, con tante birrette, magari dell’acqua anche, tanto è gratis qui, e dell’ottimo cibo. Chiacchierare e passare del buon tempo in compagnia degli amici qui ritrovati e ricordarne uno in particolare, definito da molti “un’eccezione nel mondo metal”. Due parole doverose vanno spese anche sulla location di questo festival. Sulle rive dell’Idroscalo di Milano, nel comune di Segrate, nella stagione estiva il Circolo Magnolia nell’area verde esterna offre un’area food, a prezzi più che onesti, con varie proposte di ottima qualità, io personalmente adoro il pollo fritto e la pizza cotta nel forno a legna, birra e drink ovviamente, e, soprattutto, acqua gratuita. Inoltre, per chi ci passasse più di qualche ora e volesse rilassarsi un po’, nel mezzo del bosco che lo circonda son presenti delle sdraio in legno oltre che tavoli e panche, insomma, un bel posto dove passare del buon tempo in compagnia ascoltando dell’ottima musica, come quest’oggi.
Cambiati quindi i tempi e l’ordine delle esibizioni ma non la “caricanza” che ci anima tutti quest’oggi iniziamo il racconto di quest’ultima edizione devastante, a dimostrazione che al cavaliere nero del metal “nun je devi cagà r’cazzo!”.
Per Teo, questo Live Report è per te.
Diego Potron
Il primo artista ad esibirsi è il brianzolo Diego “Deadman” Potron, che, armato di chitarra e carisma, ci propone “una setlist elettrica e voce, piuttosto crudele e basata sull’improvvisazione”, come da lui stesso definito. Un’anima blues convinta e convincente al tempo stesso, che si rifà alla tradizione del delta del Mississippi, con l’aggiunta di un tocco di personalità nostrana. Uno show genuino e autentico, come questo bluesman lombardo, che con ostinazione porta avanti da anni il suo progetto di one-man-band country blues, cosa non certo facile nel panorama musicale italiano. Se si chiudono gli occhi e ci si lascia trasportare dalla voce e dalla chitarra di Diego, il viaggio in sua compagnia ci porta davvero lontano, almeno per questa mezz’ora intensa non siamo qui a sudare all’idroscalo milanese ma sullo sponde paludose di un altro corso d’acqua, altrettanto pieno di zanzare però. Un’artista certamente atipico che dà luogo ad una proposta interessante, perfettamente in grado di tenere alta l’attenzione del pubblico in solitudine, e riempire l’aria di questo Magnolia, con solo la chitarra e la sua voce sporca, a raccontarci storie come un menestrello stradaiolo dei giorni nostri. Non conosco molto bene il musicista di Carnate ma me ne avevano sempre parlato tutti molto bene, e ora capisco il perché.
Una piacevole sorpresa come inizio di quest’ultima edizione del SoloMacello Fest.
Lineup
- Diego “DeadMan” Potron – OneManBand
Valerian Swing
Un veloce cambio palco, nel senso che fisicamente ci spostiamo dal piccolo set live creato al coperto di fianco al DJ set al palco all’aperto, e cambiamo anche regione. Tocca ai Valerian Swing, da Correggio, prendersi la scena: una band ormai perfettamente consolidata nel panorama musicale nostrano, giunta al suo quarto album in studio, Liminal, che ci faranno sentire interamente questa sera.
Sono rimasta davvero colpita dalla loro bravura e capacità di rendere in sede live quello che su disco è un post-rock o post metal che dir si voglia, spesso ostico e indecifrabile. Arrangiamenti originali a tratti sorprendenti e improvvisi cambi di tempo, rendono la loro esibizione più che piacevole e travolgente, anche per chi si imbatte nel loro ascolto per la prima volta.
Derive fusion jazz e musica elettronica, il dub che coesiste con melodie post-rock, synth dai tratti metal e pesanti a tratti, in un meraviglioso connubio di elementi che rendono la proposta dei Valerian Swing tanto atipica e originale quanto di rapida presa ed effetto, in sede live soprattutto, e credo che in una dimensione al chiuso renderebbero ancora meglio.
Il trio emiliano è perfettamente in grado di farci sentire “a casa” tra le note che solo a loro sono realmente famigliari del tutto. La mezz’ora a loro disposizione risulta quindi coinvolgente e densa di sensazioni distopiche, le stesse che si respirano ascoltando le loro articolate canzoni, mai scontate né banali, dolci e violente al tempo stesso, in una parola sola forse le definirei oniriche.
Impressionante l’energia che i tre emiliani sono capaci di sprigionare dal vivo, bravi davvero ragazzi, poi ve lo vengo a dire al banco del merch.
Un live dall’evidente impatto emozionale, come non mi capitava di vedere da un po’.
Lineup
- Stefano Villani – chitarra, synth
- Francesco Giovanetti – chitarra, synth
- David Ferretti – batteria
Setlist
- Gor-ai
- Atacama I
- Badman (Ting)
- The Ritual
- Indigo
- Pond Riddim
- Home
Bologna Violenta
Ore 19.15, chiamata all’appello per lo straordinario duo Manzan e Vagnoni, che dopo tanti anni rivedo volentieri dal vivo, e per la prima volta posso scriverne tra le pagine di TrueMetal, che ringrazio per la possibilità di farlo liberamente. La voglia di stare sul palco di questo Ultimo SoloMacello e di suonare per Teo e non solo è tanta, e l’aria che si respira questa sera è tutto sommato distesa e scherzosa, come giusto che sia. Nicola Manzan e Alessandro Vagnoni, oggi con una batteria elettronica, con le loro divertenti camicie floreali sfoggiate per l’occasione, sono bravissimi nel riproporci in sede live, purtroppo senza l’ausilio dei visual, parte integrante delle loro esibizioni, la musica di Bologna Violenta, aka del poliedrico Manzan, un personaggio con cui ho avuto il piacere di scambiare due chiacchiere quest’oggi, e vi assicuro che definirlo autentico e surreale al tempo stesso, non rende bene l’idea.
Brani che si susseguono come schegge dissonanti, spesso interamente strumentali, arie popolari apparentemente rassicuranti unite ad un drumming estremo e riff di chitarra spesso distorti al limite del disturbate. Spezzoni audio da documentari e film poliziotteschi anni ‘70, oppure le cronache giornalistiche, nella miglior tradizione del progetto. Parte integrante di Bologna Violenta è la loro ironia, intelligente e spesso al vetriolo, che riproposta con un piglio progressive allucinato, da luogo ad un qualcosa di davvero unico e sconvolgente nel panorama musicale italiano.
Grind e noise, musica classica, elettronica e avant-garde, mescolati sapientemente a una feroce e crudele schizofrenia, in un disturbante delirio sonoro di fronte al quale è impossibile rimanere indifferenti. Nulla è lasciato al caso in questo duo stravagante e interessante al tempo stesso, di cui speriamo se ne parli ancora a lungo. Abbiamo sempre più bisogno di qualcuno che racconti, senza censure e col sorriso sulle labbra, attraverso la musica, l’assurdità delle nostre deliranti esistenze. Le bizzarrie dell’essere umano raccontate tra il serio e il faceto dal trevigiano Nicola Manzan sono un’esperienza che consiglio a tutti di fare, su disco anzitutto, e rafforzarne poi la conoscenza vedendoli in sede live.
Bologna Violenta è un progetto per certi versi estremo, che può piacere o meno, ma quello che è importante è non fermarsi alle apparenze: non è solo rumore cacofonico e disturbante, qui di sostanza ce ne è davvero tanta. Le loro canzoni restano impresse, per un motivo o per l’altro, per la musica o per i testi, o per entrambi, invitano a fermarsi un attimo a riflettere, un lusso che ci concediamo troppo poco in questi tempi frenetici.
Dovremmo tutti quanti fermarci a pensare un momento di più ogni tanto, non trovate? E dopo questa folle ed estrema esibizione forse saremo tutti più portati a farlo, o almeno ci voglio sperare.
Bello il ricordo di Nicola a Teo, con quella sua prima esibizione come Bologna Violenta, grazie alla sua telefonata, al MIODI Fest e questa di oggi, all’Ultimo SoloMacello Fest, a lui dedicata, col sorriso in viso e una cicatrice sul cuore.
Lineup
- Nicola Manzan – polistrumentista
- Alessandro Vagnoni – batteria
Setlist
- IL NUOVISSIMO MONDO
- TRAPIANTI GIAPPONESI
- MALEDETTA DEL DEMONIO
- I FELICI ANIMALI DEL CIRCO
- COLONIALISMO
- STRONZI
- ALLEGRO DRAMMATICO
- ANDANTE CON MOTO
- TUK-TUK EXTRAVAGANZA
- VORREI SPOSARE UN VECCHIO
- UTOPIE
- DANZE CECENE
- COSTRUIRÒ UN CASTELLO PER LEI
- SANGUE IN BOCCA
- METRI CUBI DI STERCO
- MI FAI SCHIFO
- INCREDIBILE LITE AL SUPERMERCATO
- DISCORDIA
- UN MIO AMICO ODIA IL PROG
- LEVIATANO
- PASSETTO
- IL TEMPO DELL’ASTINENZA
- L’UOMO: ULTIMO ATTO?
Husqwarnah
E torniamo di nuovo sul palco all’aperto, per fortuna direi, almeno si respira leggermente di più, per vedere gli altri brianzoli della serata, con cui si cambia decisamente registro. I miei amici Husqwarnah, orfani all’ultimo minuto, per problemi di salute, del bassista Lorenzo Corno, sempre perché la sfiga ci vede troppo bene a volte. Sono solo le 20 quando i nostri irrompono sul palco e di fronte ad un pubblico pressoché inerte danno inizio al concerto. Come ho già avuto modo di scrivere in altre occasioni, e ribadisco con piacere, il loro genuino death metal, aggressivo e violento, è veramente ben fatto. Scaletta di 8 pezzi, che pesca dall’ottimo album di debutto Front: Toward Enemy e con qualche anteprima del prossimo, come la conclusiva Tower of Suicide, micidale.
Brani veloci e cattivi, che fanno subito capire la professionalità dei nostri: il growl impressionante di Maurizio
Caverzan, espressivo e versatile, è supportato egregiamente da Riccardo Rjillo dietro le pelli e dai due chitarristi JP Lisi e la new entry Emanuele Biondi, a tirare le fila di questo loro death metal che in sede live viene riproposto in maniera compatta ed efficace, tecnicamente ineccepibile.
Certo, la mancanza di Lorenzo al basso si è fatta sentire e i volumi non erano ottimali, ma gli Husqwarnah in questi soli 30 minuti a loro disposizione hanno dato luogo a un’esibizione potente, che colpisce duro chi ha di fronte, non lasciandolo certo indifferente, ed è per questo che con mia gioia vedo accorrere un po’ degli astanti al loro banco del merchandise, e ora ci vado pure io, per vedere la “nuova collezione” di t-shirt.
Ci rivediamo presto ragazzi, per sentire dal vivo ancora più brani del vostro secondo album in studio, Purification Through Sacrifice, in uscita a settembre per Time To Kill Records che non vedo l’ora di avere tra le mani. Certamente, ci aspetta un nuovo assalto implacabile al mondo del vero death metal.
Lineup
- Maurizio Caverzan – voce
- Lorenzo Corno – basso
- JP Lisi – chitarra
- Emanuele Biondi – chitarra
- Riccardo Rjillo – batteria
Setlist
- Melting Face
- Death Proof
- Mass Grave
- Graboids
- Screams from the Cellar
- Reincarnation 2
- Wheel of Torture
- Tower of Suicide
Johnny Mox
Dopo questo ceffone sonoro potente e ben piazzato, non mi resta che andare a mangiare e bere qualcosa, in compagnia dei miei compagni di concerto di oggi, Luca e Claudio, che si è fatta una certa. e lo stomaco brontola per tutti.
Sono le 20.30 di questo Ultimo SoloMacello ed è giunto il momento dell’unico artista di oggi che ammetto di non conoscere affatto. Con curiosità mi approccio quindi ai prossimi minuti di pensieri e parole fatte in musica in un continuo crescendo di bit elettronici. Johnny Mox mescola musica elettronica, psichedelia e tanta sperimentazione, non ci si annoia nemmeno per un attimo ad un suo live. I tempi e modi teatrali di interpretare le canzoni lo rendono un personaggio istrionico e per certi versi, certamente “fuori dal coro”. Mi è sembrato quasi una sorta predicatore carismatico, bravissimo nell’intrattenere un pubblico sorpreso e non sempre convinto. La sua proposta è tutt’altro che banale, complessa e sconvolgente, e non è facile approcciare. Johnny Mox: il progetto del polistrumentista trentino Gianluca Taraborelli merita la nostra attenzione, con i suoi spesso intricati loop di beatbox, e le centinaia di concerti in giro per l’Italia, e non solo, ha sviluppato nel tempo uno stile del tutto personale che va approfondito per poter essere capito.
Forse per me Johnny Mox resterà una questione irrisolta, per molti altri invece tutt’altro. Va bene così, anche questo è il potere della musica. Toccare le corde più profonde e intime di alcuni, e lasciare quasi indifferenti altri.
Lineup
- Johnny Mox – polistrumentista
Səlva
Finalmente il sole se ne è andato definitivamente, almeno per oggi, e possiamo assistere agli ultimi concerti della giornata con un pochetto meno di calura addosso. È vero che posto all’ombra c’è, è vero anche che le birrette e acqua fresca non mancano, ma il livello di sopportazione della calura estiva, almeno per la sottoscritta, è pari a zero, e oggi qui all’Idroscalo è stato un vero e proprio Inferno in terra, in termini di caldo, afa e zanzare. Tocca ai lombardi Səlva riportarmi al qui e ora, con il loro post-black metal davvero convincente, come dimostrato dalle decine di persone qui presenti al Magnolia che per il prossimi 40 minuti muoveranno la testa ritmicamente sulle note delle cinque canzoni proposte in setlist. Sono solo in tre i lodigiani Səlva ma riescono a creare un muro di suono potente che ti colpisce diretto al centro dello sterno, dove si sprigionano le emozioni più profonde.
Sfuriate black metal e massacranti blast beats, ritmi ossessivi, momenti tetri ed oscuri che si alternano ad altri di più ampio respiro, lasciando spazio ad un cenno di quasi serena melodia. Chitarre abrasive, voci furiose e a tratti disperate, una seziona ritmica compatta e spietata nel suo incedere pesante. Alma, accompagnato su disco ottimamente dagli archi di Nicola Manzan (Bologna Violenta), che i sarei aspettata salire sul palco e invece no, è il brano che nella sua complessa varietà ho apprezzato maggiormente: chitarre dissonanti, doom e stoner che si mischiano alla brutalità del black metal.
Ascoltando Nostà lgia, si ha proprio la sensazione che tutto stia per finire, in un lento incedere che svanisce piano piano…perfetta conclusione di una setlist azzeccatissima e di una prestazione eccellente. Talento e passione sono cresciuti con loro, questo mi viene da dire ascoltandoli in sede live oggi dopo tanti anni dall’ultima volta che li vidi in occasione dell’uscita del loro primo album, Life Habitual, ormai 10 anni fa. Con la loro indubbia personalità e uno stile unico, danno luogo ad un spesso confuso caos di suoni annichilente che in sede live funziona alla perfezione, trovando qui la loro dimensione migliore.
Lineup
- Alessandro Andriolo – chitarra, voce
- Andrea “Gino” Pezzi – basso, voce, sample
- Tommaso Rey – batteria
Setlist
- Soire
- Silen
- Alma
- Indaco
- Nostà lgia
Isaak
Giungiamo così, in men che non si dica, perché quando il tempo si passa in buona compagnia scorre sempre troppo velocemente, all’ultimo gruppo che si esibirà sul palco di questo SoloMacelloFest, giunto purtroppo come ribadito più volte alla sua ultima edizione.
Tra le realtà più consolidate dello stoner italiano, e non solo, i genovesi Isaak, dai loro esordi nel 2007 con il moniker Gandhi’s Gunn e l’album di debutto The Longer The Beard, The Harder The Sound del 2013, ne hanno fatta di strada, evolvendosi senza mai snaturarsi. E la scaletta scelta per quest’occasione speciale, che predilige ovviamente l’ultima release Hey del 2023, ma senza dimenticare gli esordi, ribadisce come gli Isaak siano fortemente legati ai suoni polverosi e fragorosi del desert rock, con momenti in cui spingono pesantemente sull’acceleratore. Il loro stoner diretto e denso di suoni saturi è frutto dell’ottimo amalgama tra i componenti della band, e la voce di Giacomo è un qualcosa di sorprendente, ricca di sfumature e in grado di prendere direzioni inimmaginabili. Si parte con la distorsione amplificata di Miracle B, seguita dal groove desertico di Hey, brano che ben rappresenta a mio avviso chi sono gli Isaak oggi, su disco e dal vivo più che mai travolgenti, grazie anche al carisma incalcolabile del frontman, davvero bravo e coinvolgente. Ci propongono anche The Whale dallo split album uscito lo scorso maggio, Interstellar Cosmic Blues & the Riffalicious Stoner Dudes, scritto in collaborazione con i Geezer, gruppo stoner rock di NY.
Una vera e propria dichiarazione d’intenti dei nostri, con chitarre massicce ed un basso fragoroso. OBG, è uno dei brani più originali degli Isaak, dove il sound fuzz acido della chitarra incontra il punk rock travolgente e ci ricorda di non dare importante alle apparenze ma a chi siamo veramente. Goodbyes Are Always Very Sad è un vero pugno allo stomaco, in questa giornata più che mai, e si, è proprio così, “gli addii sono sempre molto tristi”, e se fosse solo un “Arrivederci?”. La chiusura è affidata a Flat Earth, sempre dall’ultimo split album, e combina un ritornello che ti entra subito in testa con un riff mastodontico e implacabile, e come ci siano riusciti resta un mistero, bravi proprio. Il loro stoner rock dai ritmi sincopati risulta davvero convincente, gli elementi allucinati e psichedelici oggi l’han fatta spesso da padrona, e con gli Isaak li abbiamo ritrovati nuovamente, fino alla fine.
“Musica grezza per palati fini”, ho letto in una recensione a loro dedicata, e direi che mi trovo pienamente d’accordo.
Lineup
- Giacomo Boeddu – voce
- Francesco Raimondi – chitarra
- Gabriele Carta – basso
- Francesco Borelli – batteria
Setlist
- Miracle B
- Hey
- B.Balance
- Fountainhead
- The Whale
- Dormouse
- OBG
- Almonds & Glasses
- Taste 2.0
- Rotten
- Goodbyes are Always Very Sad
- Hypothesis
Encore
- Flat Earth
E giungiamo così davvero al termine di questo assordante viaggio chiamato SoloMacello Fest, un sogno speciale divenuto realtà grazie alla forza di volontà di Teo e di tutti gli amici qui presenti ad onorare e ricordare la sua memoria.
Grazie a Te per aver condiviso parte della tua vita con me e con tantissime altre persone che hanno avuto la fortuna di incontrarti lungo il percorso.
Grazie ad Hardstaff Booking, Circolo Magnolia, SoloMacello e a tutte le band che hanno partecipato oggi all’ultime edizione del SoloMacello Fest e a tutte quelle che sono salite sul palco nelle edizioni precedenti.
Un’ultima edizione indimenticabile, come lo sei tu, Teo.
E che altro posso dire alla fine di questo sentitissimo LiveReport. Lo scopo è stato pienamente raggiunto.
Un ultimo pensiero personale lo voglio dedicare anche io a Teo, un “amico di musica”, come amo definirlo, insieme a molti altri ancora in vita e non. Lo ricorderò sempre col suo viso pacioso, da persona buona e gentile quale era. Sempre disponibile e volenteroso nel divulgare la musica che tanto amiamo, con passione e forza di volontà, unite a simpatia ed umiltà. Con la sua prematura dipartita abbiamo avuto una grande e grave perdita.
Ci mancherai Teo, il mondo della musica metal italiana ha perso un pezzo importante, eri un’eccezione in questo ambiente, e continuerai ad esserlo.
Le risate del tuo “metal quiz” si sono spente definitivamente, con te che ci hai lasciato così improvvisamente, senza darci modo di rispondere alla domanda: “Perché?”.
Noi tutti qui presenti e anche chi non c’era ma ti porta nel cuore, sappi che non ti dimenticheremo mai.
Ci sono emozioni che si fanno fatica a spiegare, io c’ho provato in questo Live Report del tutto speciale.
Ultimo SoloMacello Fest, è riduttivo, tutto questo continuerà fino alla fine e oltre.
R.I.P. Teo and Stay Metal on the other side.
Jennifer