Hard Rock

Live Report: Vanilla Fudge a Torino

Di Redazione - 6 Maggio 2014 - 20:30
Live Report: Vanilla Fudge a Torino

A Torino qualcosa sembra stia cambiando. Da un po’ di tempo a questa parte ci sono più concerti, più gruppi che passano dal Piemonte in generale e questo non fa che giovare all’economia musicale. In particolare, la serata che vede protagonisti i Vanilla Fudge è una di quelle sicuramente più riuscite degli ultimi tempi: ottima location, buona affluenza, organizzazione svizzera e suoni ottimali.

All’ingresso nel locale, il colpo d’occhio va subito all’età media degli intervenuti, cioè sui 50 abbondanti. Cosa normale, visto che la band in questione ha visto i natali a metà degli anni ’60. La partecipazione dei presenti ha visto i 4 musicisti molto soddisfatti e contenti, salvo qualche siparietto tra Mark Stein (tastiere) e il tecnico delle luci, in evidente difetto per ciò che riguarda la comprensione della lingua inglese. Dal punto di vista della tecnica e delle canzoni, non è nemmeno il caso di dirlo, il quartetto non sbaglia un colpo e si rende protagonista di una performance stellare.

Privi di scenografia e di gruppi spalla, i Vanilla Fudge si presentano sul palco portando con sé giusto gli strumenti e la loro (non poca) esperienza. Sin da subito, il calendario torna indietro alla fine degli anni ’60 e, dopo un’intro, i Nostri danno il via alle danze con la loro interpretazione del classico dei BeatlesTicket To Ride”. Parecchie le cover proposte, stasera: oltre quella già citata, meritano menzione anche “Bang Bang”, “Eleanor Rigby” e “Dazed And Confused”.

Il concerto, cominciato verso le 22, va avanti per circa due ore, durante le quali gli ormai ex-ragazzi, pur ripercorrendo a grandi linee tutta la loro carriera, decidono di concentrarsi maggiormente sul loro primo disco, quel ‘Vanilla Fudge‘ datato 1967, che tanta fortuna portò ai Nostri.

Dopo un breve intro, ecco che i quattro partono subito col piede sull’acceleratore con la splendida ‘Ticket to Ride‘, già portata al successo nientemeno che dai Beatles. Da qui in poi sarà un continuo sciorinare classici, che non faranno altro che scaldare ancor di più il pubblico accorso. Si prosegue senza sosta sino a ‘Eleanor Rigby‘, che chiude tra gli applausi una prima ideale parte del concerto tutta dedicata, come si diceva in precedenza, al full-length di esordio degli americani.

Si prosegue nell’ordine con ‘Good Good Living‘, bonus track estratta da ‘Near the Beginning‘, seguita da ‘Some Velvet Morning‘, ‘Season of the Witch‘ e ‘Shotgun‘.

Uno dei punti più alti della serata è toccato quando questi veri e propri paladini precursori del metal introducono la celeberrima ‘Dazed and Confused‘: il tastierista e cantante Mark Stein presenta il pezzo affermando che durante un tour americano dei Vanilla Fudge, ci fu una band in apertura appena formatasi dalle ceneri dei New Yardbirds, ossia quegli stessi Led Zeppelin autori di Dazed.

Non contenti dei 12 brani già suonati, i Nostri non si risparmiano, proponendo in chiusura la bellissima Hanging On, accolta con il solito calore dal pubblico.

Siamo giunti così alla mezzanotte, minuto più, minuto meno. E’ tempo per i Vanilla di congedarsi da un pubblico che, conscio di aver avuto la possibilità di assistere a uno show convincente sotto ogni punto di vista, saluta i propri beniamini con il calore che solo una band di questo calibro merita.

 
Setlist:
Intro
Ticket To Ride
People Get Ready
She’s Not There
Bang Bang
Illusions
Take Me For A Little While
Eleanor Rigby
Good Good Living
Some Velvet
Season Of The Which
Shotgun
Dazed And Confused
Encore: Hanging On