Black

Live Report: Watain + Bölzer + Concrete Winds @ Campus Industry, Parma 17/05/2023

Di Gianluca Fontanesi - 18 Maggio 2023 - 17:20
Live Report: Watain + Bölzer + Concrete Winds @ Campus Industry, Parma 17/05/2023

Vivere in Emilia significa eccellenza, benessere, ma tutto questo ha un prezzo. La mia è una terra che chiede il conto, che ogni tanto trema, che convive col grande fiume e che nutre verso i suoi confronti un grande timore atavico. Lui stavolta non c’entra, il lavoro è stato fatto dai discepoli minori e il macello è comunque pazzesco. Il mio pensiero è là, in Romagna, mentre si intravede un raggio di sole sulla via verso il Campus. Oggi il traffico non c’è, chiudo la tabaccheria alle 19 e alle 19.50 sono già dentro al locale, roba da mettersi a piangere dalla gioia, in condizioni normali. Oggi no, c’è un senso di amarezza e impotenza latente, e ne risente anche la serata, che alla fine conterà un centinaio di spettatori o poco più. Mezza regione bloccata, un cambiamento doppio di location (Parma-Bologna-Parma) e il gioco è fatto. Anche il Campus non è attrezzato per le grandi occasioni: via la gradinata di fianco al mixer, via il paninaro e il bar fuori e tutto si svolge all’insegna della massima sobrietà.

Nonostante il mio arrivo insolitamente precoce (e prematuro, come se fosse Antani), i Concrete Winds sono già sul palco da qualche minuto, e possiamo tranquillamente parlarne assieme alla successiva esibizione dei Bölzer. Due buone band senza basso, che tanto non serve, e due prestazioni asettiche e sprizzanti formaldeide. I finlandesi propongono un black tiratissimo, che si potrebbe anche catalogare come grindcore, mentre gli svizzeri un black/death con alcune venature sludge soprattutto a livello vocale. Entrambe le band appaiono lì per caso, intrappolate e immortalate nel loro mondo che non permette un minimo contatto col pubblico. L’interazione è sotto lo zero e, manco a dirlo, si volatilizzano tutti come dei ladri alla fine delle loro esibizioni. Meglio sicuramente i Bölzer, anche se dal vivo gli ottimi pezzi estrapolati da Hero perdono parecchio: non bastano una chitarra a dieci corde e un batterista che pesta come un dannato, in studio riesci sempre a metterci una pezza ma dal vivo si ha l’impressione cha manchi qualcosa.

Alle 22 il palco diventa rossonero, pare che persino i Watain mi prendano per il culo, e alle 22.10 gli svedesi salgono sul palco. Prestazione di ben altro livello questa rispetto alle due band precedenti e la platea pare gradire parecchio. I suoni sono più definiti rispetto a quello sentito qualche tempo fa con gli Overkill, anche se siamo comunque lontani dalla perfezione e, alla lunga, il filtro perenne sulla voce di Erik risulta fastidioso tanto quanto il simpatico ed esotico olezzo nell’aria del Campus. Il concerto dura un’oretta buona ed è praticamente spoglio da ogni piromanzia, tranne un piccolo fuocherello durante l’entrata in scena della band. Erik appare in gran forma e abbiamo anche un bassista al top, con un barba e capelli in grado di fare impallidire quelli di Jovanotti dopo aver percorso il periplo di Cuba in bici senza mai utilizzare un bagno. Immancabile la spruzzatina di sangue sulla platea, che pare sia molto più contenuta rispetto a quella di Ciampino la sera prima e, nell’esatta metà della tracklist, gli svedesi fanno una pausa di un minuto di orologio dove parte una brevissima base acustica registrata, momento francamente inutile. Concerto in fin dei conti piacevole, un assalto frontale ben concepito e sorretto da una sezione ritmica che è risultata un vero e proprio carro armato. Anche qui l’interazione è ai minimi termini ed è tutto frutto di una precisa scelta scenica. Organizzazione come sempre perfetta e con un timing quasi certosino; nessun intoppo tranne ogni tanto un ritardo di una frazione di secondo della resa audio totale, quasi come un calo di framerate in un videogioco e piuttosto ricorrente durante tutta la setlist dei Watain.

E’ giusto e doveroso spezzare una lancia a favore dei banchetti del merch, che propongono prezzi onestissimi: 10 euro un cd, 25 una maglietta e 25 un vinile autografato; da tabaccaio, non posso che sorridere davanti al cartello “Cash is the king” e a un’illegalissima commissione di 3 euro applicata in caso di pagamento col pos. Il ritorno verso casa è pacifico, deserto e mortifero, con un silenzio e una pochezza automobilistica quasi irreale. Rimane nelle narici quell’odore nauseante: un misto tra liquame, putrefazione e bandiere dell’Inter che fa venire voglia di usare lo sturalavandini come Ace Ventura, ma il metallo è anche questo e gli si vuole bene lo stesso.

SETLIST WATAIN

Night Vision
Ecstasies in Night Infinite
Legions of the Black Light
The Howling
Sworn to the Dark
Sacred Damnation
Serimosa
Devil’s Blood
Total Funeral
On Horns Impaled
Malfeitor
Waters of Ain