Live Report: WFRadio Day @ Slaughter Club – 12/03/2023
Solitamente la domenica è un giorno un po’ malinconico, in cui si vivacchia pensando al weekend in esaurimento e all’incombente minaccia della nuova settimana lavorativa. Un bella giornata di musica dal vivo potrebbe porre rimedio a questa situazione…se non ricordo male, però, è addirittura dal 9 giugno 2002 che non partecipo ad una giornata di concerti organizzata di domenica. In quell’occasione ero a Monza per il Gods of Metal, non troppo lontano dal Comune di Paderno Dugnano in cui mi trovo oggi. Perché fare una bella scampagnata di 180 km in una calda domenica di marzo? Semplice: i ragazzi del collettivo We Fuckin’ Rock mi hanno offerto l’opportunità di prendere parte ad un evento intrigante e insolito. WFR ha architettato un format innovativo, in cui la musica dal vivo di tre gruppi e alcune interviste agli artisti e agli addetti ai lavori si fondono per dare vita ad un programma radiofonico, ascoltabile in diretta su Rock and Roll Radio. La giornata, inoltre, verrà registrata nella sua interezza dai ragazzi della Scuola di Cinema F.Fellini di Torino, capitanati dal Prof Marco Allemandi: ciò significa che, grazie al loro lavoro, ci si potrà godere in differita lo svolgimento del programma. Gli organizzatori, clementi nei confronti di chi si sveglia alle 6 del mattino il giorno dopo, hanno selezionato una fascia oraria comoda: l’apertura dei cancelli è prevista per le 17 e la fine degli spettacoli più o meno per le 22. Il palco prescelto per questa interessante giornata è quello dello Slaughter Club, come molti di voi ormai avranno indovinato leggendo poc’anzi il nome del Comune di Paderno Dugnano. Da ora in avanti potrò indovinarlo anch’io: devo ammettere che, per un motivo o per l’altro, non mi sono mai trovato a varcare i cancelli dello Slaughter Club prima di oggi. Arrivato sul posto, infatti, fatico a individuare il locale, incastrato tra gli indistinguibili capannoni di una zona industriale. Fortunatamente, passando in automobile di fianco all’ingresso del locale, identifico a prima vista Marco Genitoni, uno dei boss di WFR e vecchia conoscenza di Truemetal.it. Dopo aver trovato con estrema gioia parcheggio a pochi metri dal locale, attraverso l’ingresso e mi dirigo verso Marco, costantemente intento a definire gli ultimi dettagli organizzativi. Ciò non gli impedisce di farmi da cicerone per un breve giro turistico del locale: è la prima volta in cui metto piede nello Slaughter Club ma qualcosa mi dice che non sarà l’ultima.
Il locale è ospitale e gli spazi sono predisposti bene: pur non essendo enorme, l’area concerti è organizzata in modo tale che le dimensioni del parterre permettano a tutti i presenti, più o meno numerosi, di vedere gli artisti sul palco piuttosto da vicino. Noto poi nel soppalco dedicato ad ospiti e artisti un buffet ricco e curato, affiancato da un frigorifero pieno di birrette pronto per essere svuotato…tutti elementi che divengono ben presto obiettivi secondari a cui dedicarmi più avanti nella serata. Cercherò di tenere a mente le sante parole di mia moglie: ‘Non abbuffarti come fai di solito se no non ti chiamano più’. Inizio pertanto a studiare le migliori tattiche per avvicinarmi di soppiatto al buffet, come ad esempio approfittare del buio in sala durante le interviste, mentre la musica dei Black Rage risuona tra i muri dello Slaughter Club colpendomi come un treno in corsa. La band è impegnata nell’ultima fase del soundcheck e sarà la prima a calcare il palco; dopo i Black Rage toccherà ai Madness of Sorrow e agli Yokoano. Il programma prevedeva inoltre gli Sharks in Your Mouth in ultima posizione, purtroppo impossibilitati a presenziare a causa di un inatteso problema di salute di uno dei membri. Lo stesso discorso vale per uno degli ospiti invitati da WFR, Giuliano Girlando di Repubblica XL; sono comunque presenti tutti gli altri ospiti: Flegias (Necrodeath), Diego Galeri (ex-Timoria, Adam Carpet), Enrico Giannone (Time to Kill Records) e il sottoscritto, in rappresentanza di Truemetal.it.
Scendo dal soppalco con una birra in mano e mi godo l’ultima oretta di Sole nel dehors dello Slaughter, seguendo l’esempio dei primi clienti e di alcuni artisti. Riconosco Enrico Giannone e Flegias seduti a fare due chiacchiere e ho il piacere di conoscere Dave Arri, storica voce dei Last Rites e da poco voce dei Node, anche lui in attesa dell’apertura dei cancelli. Nel frattempo i clienti iniziano ad arrivare, i ragazzi dello Slaughter sbrigano le immancabili pratiche per la sottoscrizione all’associazione ACSI e il pit accoglie i primi spettatori. I ragazzi di WFR annunciano ufficialmente dal palco l’inizio dell’evento…e tocca al Vostro Affezionatissimo aprire le danze con la prima intervista. Verrò bonariamente tempestato di domande sulla mia attività di redattore da Francesco Ruvolo, altro boss di WFR nonché cantante dei Rawfoil, e dal succitato Marco Genitoni, che non perde l’occasione per ricordare l’intervista che gli feci nel 2021 dopo averlo conosciuto (i Lettori che volessero vivere un momento in pieno stile amarcord possono recuperarla cliccando qui). Al termine dell’intervista Francesco annuncia i Black Rage, già pronti sul palco. Inutile dire quanto io mi senta onorato di aver contribuito a dare il via alle danze…
Black Rage
Oggi è un giorno ricco di prime volte: prima visita allo Slaughter e primo ascolto dei Black Rage. Normalmente, quando so che andrò a gustarmi un concerto di un gruppo a me ignoto, resisto alla tentazione di ascoltarne la produzione musicale per non rovinarmi la sorpresa…e che sorpresa! Il gruppo propone un tiratissimo Death Metal melodico impreziosito da influenze Thrash e Black Metal: l’obiettivo, centrato in pieno, è di regalare al pubblico un’abbondante mezz’ora di massacro sonoro. L’impatto dei Black Rage è devastante e i musicisti apparentemente non sbagliano un colpo, nonostante un lungo periodo di stop alle attività. Tra pandemie e cambi di formazione la band è stata ferma per qualche anno; questa data primaverile ne ufficializza il ritorno sulle scene. L’occasione è ottima per presentare agli astanti l’ultimo EP, “Ablaze in a Frostbite”, pubblicato nel 2022 e riprodotto fedelmente nella scaletta odierna. L’unica concessione alla precedente produzione dei Black Rage è l’ultima canzone, “Six Feet Under”, pescata dal primo album del gruppo pubblicato nel 2013: “Silent Scream”. Altro che ‘urlo silenzioso’…il cantante Viking Rage passa con naturalezza dal growl allo scream come se non facesse altro dalla mattina alla sera, mettendo sul piatto, esteticamente parlando, un bel ‘carico da 11’ aggiuntivo. Se WFR avesse messo in piedi un concorso per la miglior t-shirt della serata ci sarebbe un posto già assicurato sul podio. Il cantante dei Black Rage, infatti, si è presentato sul palco con la maglietta di un conosciutissimo e apprezzato sito web di Ornitologia, visibile nelle foto seguenti. Un piccolo colpo da maestro che aggiunge un po’ di ironia ad un’ottima esibizione: il gruppo, alla faccia della pausa più o meno forzata, si mostra in ottima forma e lascia tutti i presenti con un bel sorriso stampato sul volto. Avanti tutta, a questo punto, verso il banco del merch in cui, tra l’altro, campeggiano alcune salsicce sottovuoto prodotte dal chitarrista John Pino Lisi. Penso che sia la prima volta in cui mi imbatto in una versione culinaria del merchandise…complimenti per l’idea! Se, come me, non conoscevate i Black Rage rimediate subito approfittando dei link seguenti:
https://www.facebook.com/blackrage
I Black Rage su Spotify
SCALETTA BLACK RAGE
“Black Mirror”
“I Shall Rise”
“Frostbite”
“Ocean of Hate”
“The Outsider”
“Six Feet Under”
La conclusione dello spettacolo dei Black Rage lascia spazio alla prima estrazione a premi. Tra le tante sorprese, infatti, i ragazzi di WFR hanno organizzato due piccole estrazioni a premi distribuite in due momenti distinti. La prima estrazione vede protagonista una delle padrone di casa, Nyva Zarbano di Rock and Roll Radio. Dopo aver raccontato brevemente la storia della radio partner dell’evento, tocca alle sue tatuatissime mani pescare il primo numero. Il fortunato proprietario del biglietto estratto può dirigersi verso il bancone del bar dello Slaughter: lo aspetta una bella consumazione gratis.
Giunge ora il momento di accogliere altri due ospiti della giornata. Il primo a prendere posizione sul comodo divano delle interviste è Flegias. Noto ai più per essere cantante dei Necrodeath e batterista dei Cadaveria, in quest’occasione Flegias esplora la sua carriera parallela di videomaker, di cui personalmente non ero a conoscenza. Rimanendo in tema Necrodeath, dopo l’intervento di Flegias, prende posto l’ospite successivo: Enrico Giannone, boss di Time to Kill Records. Per chi non lo sapesse si tratta dell’etichetta responsabile di aver diffuso l’ultimo bel disco dei Necrodeath, “Singin’ in the Pain”, e non solo: nel roster della Time to Kill compaiono nomi di assoluto rilievo come Fulci, Violentor, Inno, Napoli Violenta e molti altri. Giannone parla del ‘dietro le quinte’ del suo lavoro, forte dell’esperienza accumulata non solo con la Time to Kill ma anche con l’agenzia di produzione di eventi Kick Agency.
L’interessante parentesi con Flegias e Enrico Giannone volge al termine. Sul palco si muovono alcuni tenebrosi personaggi, i cui volti coperti da abbondanti strati di trucco ricordano i vampiri cinematografici di qualche decennio fa…è il turno della seconda band, i Madness of Sorrow.
Madness Of Sorrow
‘From fuckin’ Valle d’Aosta…e Torino’: così ci svelano la loro provenienza i quattro componenti dei Madness of Sorrow. Capitanati dal cantante polistrumentista Muriel Saracino, i ragazzi allungano i loro artigli sul sottobosco Underground italiano dal 2011, anno in cui i Filthy Teens cambiano il loro nome per trasformarsi negli attuali Madness of Sorrow. Il gruppo propone un Heavy/Gothic Metal fortemente contaminato da sonorità groovy e, soprattutto nella sezione ritmica e in alcune linee vocali, impreziosito da elementi provenienti dalle frange più estreme della galassia Hard ‘n’ Heavy. Il particolare stile musicale, capace di chiamare in causa tanto Marilyn Manson quanto certi lavori dei nostrani Death SS, viene arricchito da inquietanti intermezzi atmosferici preregistrati, come se la musica della band facesse parte della colonna sonora di un film Horror d’antan. A questo si aggiungono le scelte estetiche del gruppo, ispirate anch’esse al cinema Horror classico, con un abbondante uso di face panting vampiresco e abiti di scena vistosi: uno su tutti, vale la pena ricordare l’abito rosso da ‘prete demoniaco’ indossato dal cantante che potete ammirare nelle fotografie seguenti. I Madness of Sorrow hanno composto la loro scaletta con un occhio di riguardo nei confronti dell’ultimo EP “666: The Disciple”, pubblicato a gennaio 2023 e oggi riprodotto nella sua interezza. I quattro brani dell’EP vengono separati da alcuni evergreen del loro repertorio, come ad esempio “Seed of Evil”, estratto dall’album del 2015 “III: The Beast”, oppure “Sanity”, pescato dall’ultimo full length del 2018 “Confessions from the Graveyard”. Dopo aver presentato al pubblico l’ultimo brano della scaletta, “The Ogre” da “Take the Children Away from the Priest” del 2013, i boss di WFR approfittano del momento per fare qualche domanda a Muriel Saracino, pronto ad approfondire le coordinate estetico/musicali del gruppo. I Lettori desiderosi di approfondire la conoscenza della band possono cliccare sui link seguenti:
I Madness of Sorrow su YouTube
https://www.facebook.com/Madnessofsorrow
I Madness of Sorrow su Spotify
SCALETTA MADNESS OF SORROW
“Possessed”
“Seed of Evil”
“Sanity”
“Damned”
“King Must Die”
“Metamorphosis”
“Disciple”
“The Ogre”
Il cambio di palco può essere effettuato senza fretta: l’attenzione dei presenti è stata nuovamente attirata dai divanetti delle interviste, occupati in questo momento dagli Yokoano. Il gruppo ha il compito di chiudere la serata con la sua musica, piuttosto diversa dallo stile dei due gruppi precedenti. Cosa ci fanno quattro artisti in bilico tra Punk e cantautorato italiano in una tana di metallari? Quello che fanno tutti i presenti: si divertono, a prescindere dal genere musicale, dallo stile e dall’immagine. La condivisione e la disponibilità al dialogo sono tutto ciò che serve e che conta, alla faccia di certi elitarismi utili solo per ‘spegnersi’ eticamente e culturalmente. A confermare ulteriormente il tema, dopo la frizzante conversazione con gli Yokoano, giunge sui divanetti Diego Galeri, chiamato a parlare della sua attività nel mondo musicale. Oltre a essere ex batterista dei Timoria e membro attuale degli electronic rockers Adam Carpet, infatti, il musicista si è da qualche anno buttato nella produzione musicale, oltre a esercitare la sacrosanta professione di insegnante di batteria.
Le interessanti interviste agli Yokoano e a Diego Galeri lasciano il posto alla seconda estrazione della lotteria, affidata per l’occasione a…me, con buona pace di chi si aspettava nuovamente una valletta d’eccezione. Francesco di WFR, durante la mia intervista, mi ha assicurato che le luci selezionate per i divanetti del WFRadio Day snelliscono e appiattiscono le panze degli ospiti…sperando che anche l’illuminazione del palco abbia le stesse caratteristiche, provo l’ebbrezza di salire al centro della scena ed estraggo un biglietto: vince una maglietta di WFR una fortunata spettatrice. Arriva sul palco anche Simone Anaclerio di Rock and Roll Radio, chitarrista che con i suoi SKW suonerà allo Slaughter Club insieme a Mindahead e Onelegman il 1 aprile 2024. I tre gruppi elencati introdurranno gli Exilia per il primo di una serie di tre concerti organizzati da WFR nel mese di aprile: seguiranno infatti due date altrettanto bollenti che vedranno come headliner nientemeno che Naglfar e Sinister. Chiunque voglia saperne di più può iscriversi al gruppo Facebook di We Fuckin’ Rock o cliccare sui seguenti link agli eventi:
WFR NIGHT Release Party Exilia/Skw/Onelegman/Mindahead
NAGLFAR/Grand Harvest/Darkend/Harkane/Amalekim
WFR FEST – Sinister/Node/Crowdead/Rawfoil/Sluggore/Disciplina
Yokoano
Meno di due mesi fa ho avuto il piacere di intervistare il gruppo Punk piemontese Quarantena. Una delle loro canzoni, “Arturo Bandini”, ospita la teatrale voce di Daniele Marceca, già cantante e chitarrista degli storici punk rockers Pornoriviste e attualmente titolare al microfono degli Yokoano. Il gruppo, a me totalmente sconosciuto prima che se ne facesse menzione nella succitata intervista, fin dal primo momento ha attirato le mie simpatie grazie al nome quantomeno goliardico. Col senno di poi sembra che io abbia vissuto un vero complotto volto a farmi conoscere ed apprezzare gli Yokoano…praticamente sono passato dal non averne mai sentito parlare ad un fulmineo recupero di tutta la discografia, culminato poi in quest’ottima esibizione domenicale. Grazie ai Quarantena, sicuramente, ma grazie anche ai ragazzi di We Fuckin’ Rock, che in questo WFRadio Day hanno ‘osato’ un così ardito accostamento di generi diversi. Inquadrare lo stile musicale degli Yokoano è arduo. Si potrebbe liquidare il tema appiccicando alla band l’etichetta ‘Punk Rock cantato in Italiano’, tenendo sempre presente che le etichette servono a mettere un po’ d’ordine e nulla più, eppure ciò che ascolto risulta essere ben più articolato e innovativo. La musica degli Yokoano difatti è difficilmente ‘etichettabile’, sempre in equilibrio tra ritmiche Punk e riff che nascondono molto più Metal di quanto possa sembrare ad un primo impatto. Appena raggiunta questa consapevolezza ecco che le carte in tavola si mischiano di nuovo: arrivano alle mie orecchie echi di Queens of the Stone Age, Marlene Kuntz, Afterhours, System of a Down…il tutto condito dalla bravura del cantante Daniele, in perenne lotta con l’asta del microfono, che si sgola per tutto lo show assordando piacevolmente il pubblico con la potenza delle sue melodie. La scaletta preparata per oggi è un bel compendio di tutti i tre album pubblicati finora: l’omonimo “Yokoano” del 2010, “Ventre” del 2013 e il recente “Le Onde” pubblicato nel 2020. Trovano spazio anche gli ultimi due singoli, “Vomito” e l’intensa “Il Mio Cielo Nero”: quest’ultima canzone, la ballad del lotto, sfocia in un pesante e inatteso duetto basso/batteria che conclude in modo singolare un concerto coinvolgente, un po’ danzereccio e un po’ schizofrenico, che avrebbe meritato una presenza di pubblico ben più sostanziosa. Per quanto mi riguarda, canzoni come “Io non Esisto” e “Il Mio Stato” diverranno una presenza fissa nelle mie playlist, in attesa che i miei timpani vengano nuovamente fracassati dagli acuti di Dani Marceca al primo concerto che vedrà gli Yokoano protagonisti. Bravi, originali, convincenti…che volete di più?
SCALETTA YOKOANO
“Le Onde”
“Vomito”
“Morfeo”
“In Alto Mare”
“Credo”
“Il Mio Stato”
“Voglio la Merda Guerra”
“Etere”
“Io non Esisto”
“Vuoto”
“Il Mio Cielo Nero”
Il WFRadio Day è arrivato alle battute finali: i boss di WFR e l’ultimo ospite rimasto nel locale (il sottoscritto) si scambiano saluti e commenti a caldo seduti sui divanetti delle interviste, giustamente stanchi ma contenti per la riuscita della serata. Come ho accennato poco fa l’occasione avrebbe meritato una partecipazione di pubblico decisamente maggiore, considerando il fatto che raramente si può trovare qualcosa di meglio da fare la domenica sera…i concerti domenicali dovrebbero diventare obbligatori per legge, perbacco. Il test comunque è andato bene e spero che la formula verrà riprodotta in molte altre situazioni. Dal mio punto di vista partecipare ad un evento curioso come il WFRadio Day è stato stimolante e spassoso. Oggettivamente, invece, una giornata come questa rappresenta un ottimo esempio di ciò che si può realizzare quando si ha una buona idea e si possiede sufficiente caparbietà per concretizzarla. Non posso che augurare cento di questi giorni ai ragazzi di We Fuckin’Rock: arrivederci alla prossima occasione!