Live Report – Within Temptation (Praga 11/03, Incheba Arena)
INTRODUZIONE
Quando vivevo in Italia, se volevo vedere un concerto di una band metal non troppo grossa, nella migliore delle ipotesi ero costretto a prendere la macchina e guidare per oltre un’ora fino Roncade, paesello sperduto tra Treviso e Venezia (almeno agli occhi di un friulano). A Praga invece ti basta un quarto d’ora in tram e ci sei. Ciò che differisce stavolta, rispetto agli altri concerti visti qui, è la location. Non la Tipsport Arena dove di solito lo Sparta gioca a hockey e dove si va a vedere Dream Theater e molti altri, ma la Incheba. La quale Incheba Arena sta lì dietro alla Tipsport e di solito lo Sparta vi si allena. Mi ci vuole un po’ per trovarla, visto che la zona è un ricettacolo di capannoni più o meno dismessi attorno ad una stazione dell’ottocento ora riadibita a zona esposizioni (anche il museo Orsay lo è).
Dopo aver dribblato un paio di bagarini rigurgitanti biglietti invenduti raggiungo la struttura, che come detto sta proprio dietro alla Tipsport ed al confronto della quale pare un funghetto (la Tipsport ha capienza 14000 più il parket, l’Incheba forse arriva ai 2000 più il parket). Arrivo 5 minuti prima dell’inizio, quindi mi perdo l’opening act (band ceca gothic di cui non ricordo il nome) ma trovo l’Arena dignitosamente costipata – alla fine saremo 5000, quindi decisamente non male, probabilmente anche per i bagarini. A primo impatto noto che il pubblico non si compone soltanto da metalloni e gothichini, ma ci sono pure alternativozzi e arzilli cinquantenni con figli al seguito. Segno evidente che il cambio sonoro degli olandesi ha giovato in termini di fan, per lo meno nel nord Europa.
ESIBIZIONE
E i Within devono averlo capito più che bene, poiché la scaletta privilegia soprattutto i brani del nuovo Hydra e di The Unforgiving. Se dunque avete in programma di vederli a Milano fra tre mesi, state in guardia, poiché molto probabilmente molti brani storici non saranno proposti. L’esibizione ad ogni modo si rivela essere di ottima qualità, i nuovi pezzi, leggeri, semplici ed immediati, trasmettono subito una grande energia ai presenti, che accolgono con l’immancabile boato anche canzoni nuove come Shot in the Dark o Paradise, e non si fanno problemi se poco spazio viene lasciato ai pezzi storici
A livello estetico poi, il concerto rispecchia i ruoli della band su disco, vale a dire con Sharon den Adel sempre in primo piano e gli strumentisti sullo sfondo. Il che è un bene, perché la olandese fornisce una delle migliori prove dal vivo che in tanti anni mi sia mai capitato di vedere. Oltre a questo, si segnalano ottimi giochi di luci e i video fantascientifici sullo sfondo, probabilmente già usati per il tour di Unforgiving.
Unico problema del concerto è il fatto che Hydra è un album tempestato di duetti. Le parti degli ospiti infatti sono campionate e non vengono ricoperte dal vivo da Sharon o da Martijn Westerholt. Il che è un peccato soprattutto nel caso di And we run, dove avrebbe sortito maggiore effetto qualche buon rutto in luogo dell’hip-hop di Xzibit. Ora, i cechi non si son fatti grandi problemi, pure non credo che i neerlandesi superanno indenni la data italiana proponendo questa canzone ed in questo modo. Altro piccolo problema, le 3 pause strumentali durante la quale il gruppo si ritira e ci lascia per 5 minuti buoni in compagnia di distorsioni elettroniche. Purtuttavia si tratta di pause logistiche per permettere a Sharon i cambi d’abito (2) sui quali non mi dilungo perché avrete modo di vederli coi vostri occhi.
Sul finire i nostri danno spazio ance ai brani storici come Stand My Ground o Ice Queen. Il bis infine viene aperto da Fire and Ice, accolta da un autentico boato da stadio, cui segue una cover di Lana del Rey (Summertime Sadness), a dimostrazione che anche il pop più plastificato può risultare coinvolgente se suonato con le palle. Chiude immancabilmente Mother Earth e durante i ringraziamenti Sharon ci chiede di urlare “Prague”, perché alcune date del tour saranno registrate ed alcune canzoni finiranno nel live album che immancabilmente seguirà.
Magnifico insomma, una grande esibizione, quasi due ore di energia pura. Se siete fan dei Within, andate tranquilli. Se pensate che si siano svenduti con The Unforgiving, andate lo stesso, magari cambierete idea.
Qualche video
Forum – Topic sui Within Temptation
SETLIST
Dragon (Short Movie)
Let Us Burn
Paradise (What About Us?)
Faster
Silver Moonlight
Edge of the World
Mother Maiden (Short Movie)
Shot in the Dark
In the Middle of the Night
Dangerous
And We Run
Tell Me Why
Elements Intro
See Who I Am
Stand My Ground
Jillian (I’d Give My Heart)
The Cross
Covered By Roses
Ice Queen
BIS
Fire and Ice
What Have You Done
Summertime Sadness (Lana Del Rey cover)
Mother Earth