Live Report: Within Temptation – The Aftermath, a Show in a Virtual Reality 15-17/07/2021
In quest’epoca sempre più votata al digitale, in cui attendiamo ancora con ansia di poterci nuovamente assembrare sotto a un palco cantando a squarciagola i pezzi dei nostri beniamini senza temere di infettare qualcuno o essere infettati dai droplet degli avventori, in tante band hanno percorso la strada dei concerti in streaming per tenere vicini i fan, almeno con lo spirito. In questo processo che sostituisce il telecomando o il mouse al biglietto di ingresso, gli artisti hanno optato per varie soluzioni, dal semplice concerto stile video anni ’80, con un’esibizione domestica o su palcoscenico sparata in presa diretta sulle nostre TV o monitor, come l’ottimo live degli Unleash the Archers dello scorso anno, a show sempre più complessi, dalle coreografie degli Epica di qualche mese fa agli spettacoli totalmente in VR come nel caso dei Nightwish.
Quest’ultima soluzione è quella intrapresa dagli olandesi Within Temptation, con uno show dal titolo The Aftermath – a Show in a Virtual Reality ambientato in uno scenario virtuale post-apocalittico, rilasciato dal 15 al 17 luglio 2021 (dopo essere stato curiosamente rimandato dalla settimana precedente).
Punto forte della produzione l’utilizzo massivo delle luci nella realtà virtuale, che restituisce profondità e tridimensionalità alla scena, in contrasto con le figure bidimensionali dei musicisti in primo piano, in un lavoro di montaggio complessivamente buono ma non straordinario. Buona anche la scelta di muovere dei megaschermi o elementi scenici virtuali con all’interno immagini dei videoclip originali o a corredo, cosa che spesso avviene ormai anche nei live veri (chi non ha mai visto proiezioni dietro al palco?), aggiungendo un ulteriore layer allo spettacolo.
Ma veniamo ai contenuti. Dopo una breve intro narrata da una testa fluttuante artificiale, l’opener del lotto “Forsaken” vede i musicisti posti in varie postazioni in una città distrutta, l’ideale per le atmosfere cupe e cristalline dell’indimenticabile The Silent Force (2004).
La band si riunisce poi su palco sospeso, mentre la palette vira sul rosso per “Our Solemn Hour” dal successivo The Heart of Everything (2007), con le immagini di guerra che hanno ispirato questo brano, tratto da una citazione di Winston Churchill. Di nuovo virata verso il blu per il super-duetto “Paradise” con una Tarja Turnen (ex-Nightwish… ma lo sapete già tutti) scontornata dal clip del brano in cima a un edificio, a duettare con una Sharon in gran forma.
Ogni tre brani avviene un cambio di scena: qui si passa ad un’ambientazione sotterranea, ad accompagnare la recente “The Purge”, con statue enormi che sputano fuoco ed un primo dress change per Sharon, che ora indossa un buffo abito alato. Il palcoscenico virtuale inizia a mutare, i musicisti salgono e scendono a diverse altezze mentre un vortice di corpi volanti dorati (?) scende dall’alto per “Raise Your Banner”. Niente di clamoroso, ma si tratta di interventi necessari per restituire dinamicità ad una scena in cui i musicisti, per forza di cose, sono costretti a restare fermi sul posto, vittime dei propri green screen, senza poter scorrazzare da una parte all’altra del palco – a farci ricordare quanto ci manca l’adrenalina degli show dal vivo.
In una setlist molto “moderna” e avara di classici, di certo più coerente con l’ambientazione futuristica, dopo l’ottima “And We Run” con Xzibit riprodotto su monitor volante arriva l’inedito “Shed my skin (feat. Annisokay)” di nuovo giochi di luce con americane volanti, documentato da video ufficiale tanto di ospite presente a fianco della band. Del brano è stato reso disponibile il videoclip, proprio tratto da questo live, utile a farsi un’idea del prodotto finito.
Molto breve ma intensa la discreta “Firelight con il cantante e chitarrista belga Jasper Steverlinck, che si incontra con la bella Sharon su piattaforme volanti.
Chiude giro delle ambientazioni e dei cambi d’abito un palco nello spazio, con la frontwoman con un discutibile copricapo di corallo, ma a Sharon si perdona tutto. In “Supernova” gli effetti digitali con luci ed orbite rosse e bianche diventano davvero interessanti e coinvolgenti, così come nella successiva “Stairway to the skyes”, sempre da The Unforgiving (2011), che chiude il concerto come in un cosmico fuoco d’artificio.
Ad una prestazione abbastanza basica della band, che si limita a riproporre pedissequamente le note dei dischi, si affianca una interpretazione dei brani un po’ più personale di Sharon, anche in questo caso vera trascinatrice del gruppo olandese. Peccato per i pochi primi piani dovuti ad una palese differenza di qualità dell’immagine tra registrazione video del gruppo e gli atomici effetti 3D che completano l’opera. Segnalo anche a volte che i contorni musicisti in primo piano non appaiono ben definiti, come è possibile vedere anche nel videoclip di “Shed My Skin” in maniera più evidente che in altri pezzi. Problemi veniali, ce ne rendiamo conto, per un prodotto estremamente innovativo e ancora un po’ acerbo nel suo formato. Certo, se abbiamo imparato ad amare gli Within Temptation dal videoclip super tamarro di “Ice Queen” (per non parlare dei videoclip dei nostrani Rhapsody), che personalmente ancora adoro per come è stato in grado di incarnare lo spirito di quei tempi, la band continua ancora ad innovare in quella direzione, guidata dalle movenze sempre irrefrenabili di Sharon Den Adel.
Al termine della visione, in generale il risultato ha superato le mie aspettative. Bene la durata di un’ora, considerato il format online che altrimenti avrebbe stancato. Ho anche apprezzato il fatto, forse banale, che non sia mai comparso in sovrimpressione il titolo dei brani… un’accortezza capace di dare quel brivido in più alle prime note come ben sapete accadere dal vivo, come in un unico flusso musicale. La domanda di chiusura è: questi live in VR saranno casi isolati o ci dovremo abituare a questi eventi digitali in assenza di soluzioni migliori per placare la nostra insaziabile fame di concerti?
Setlist
01. Forsaken
02. Our Solemn Hour
03. Paradise
>
04. The Purge
05. Entertain You
06. Raise Your Banner
>
07. And We Run
08. Shed my Skin
07. Firelight
>
08. The Reckoning
09. Supernova
10. Stairways to the Skyes
Luca “Montsteen” Montini