Prog Night (Le Orme + New Trolls)
“Prog Night” è il nome della collaborazione tra due band derivate dalla costola di altrettanti complessi storici del prog italiano (Le Orme e i New Trolls). Di conseguenza, più che un vero e proprio concerto di Le Orme e NT, è una serata dedicata alla musica dei rispettivi gruppi, guidata da alcuni membri originari di queste storiche formazioni.
Le Orme:
Ottima esecuzione! Michi dei Rossi in formissima, il suo tocco rimane inconfondibile e possiamo anche dire che ha acquistato in potenza e in presenza sonora. I due compagni di viaggio sono molto affiatati, Michele Bon è un grande virtuoso, perfettamente equilibrato tra passato (organo e moog a cascata) e futuro (l’avveniristico guitar simulator costruito da lui stesso) e Trentini è un cantante e strumentista molto preciso, in particolar modo al basso, in cui dà il meglio di sé sorreggendo con raffinatezza e precisione le architetture sonore di Bon e dei Rossi. L’effetto complessivo però è un po’ straniante.
Perché la verità è una, pura e semplice: non sono Le Orme. Se dovessi prendere in prestito la terminologia dell’ambiente jazz, il vero nome di questa band è “Michi dei Rossi Trio”. Perché, con l’esclusione de “La via della seta”, i brani eseguiti sono tutti composti dalla coppia Tagliapietra-Pagliuca…. E nessuno dei due si trova sul palco! L’ambiente del rock è molto legato alla superficialità dei monicker, il nome del gruppo annulla e sovrasta i singoli, con effetti alquanto sconcertanti. Questo effetto straniante è aumentato proprio dal ritorno alla formazione in trio. Perché Le Orme senza Tagliapietra io le avevo già viste un paio di anni fa in tandem con il Banco, e in quell’occasione si presentarono con una formazione di 5 elementi, con un chitarrista elettrico e il grande Jimmy Spitaleri alla voce. Questa formazione inusuale e dal sound rinnovato permetteva di accantonare con più facilità l’assenza degli altri due membri storici. Quest’anno invece Le Orme ritornano in trio, e di conseguenza il paragone con la formazione storica diventa inevitabile e per forza di cose schiacciante: perché lo stile di Pagliuca lo si può imitare anche bene, ma non lo si può replicare e la voce di Tagliapietra è una delle grandi bandiere del prog italico, e il diligente Trentini, nell’esigenza di rispettare i brani, non riesce a liberarsi dall’ombra lunga del predecessore.
Scaletta:
1) Sintesi ragionata dei primi 4-5 brani dell’ultimo album di inediti “La via della seta”
2) La porta chiusa
3) Era inverno
4) Cemento armato
5) Sintesi ragionata di Felona e Sorona con testo inglese di Peter Hammill
Formazione:
Michi dei Rossi (membro originario e fondatore): Batteria
Michele Bon: Tastiere e seconda voce
Fabio Trentini: voce solista, basso, chitarra acustica
New Trolls
Una cosa che impressiona è scelta dei brani proposti: la scaletta risulta ben bilanciata tra grandi classici prog, materiale più recente e brani meno eseguiti, su cui spiccano “La prima goccia bagna il viso” e “Il treno”, con una speciale menzione per l’interpretazione di De Scalzi, che sembra trasudare il testo dalla sua stessa anima. Brivido. Così come da brividi è l’esecuzione. De Scalzi è l’ennesima conferma, il suo flauto acquista personalità e vigore ogni anno che passa e come cantante la sue capacità interpretative non smettono di guadagnare in intensità e spessore. I tre turnisti sono affiatati ed efficienti, e la resa rock dei brani è sempre inappuntabile.
Bisogna però dire che il suono della band è supportato da un continuo rinforzo preregistrato. Vittorio ha alla sua sinistra un controller da cui gestisce tutta una serie di sequenze (i suoni dell’orchestra in Monte Calvo e Concerto Grosso, alcuni accompagnamenti di tastiera e qualche coretto più insidioso) che sicuramente completano il risultato sonoro ma ne diminuiscono inevitabilmente la freschezza e la spontaneità. Su Nico non mi esprimo, perché è una situazione delicata di cui sapevo già prima di comprare il biglietto e su cui scelgo di sorvolare. Perché Nico non è su quel palco per dimostrare qualcosa ma solo per raccogliere ciò che si è meritato sul campo.
Scaletta:
1) Una notte sul Monte Calvo
2) Quelli come noi
3) Visioni
4) La prima goccia bagna il viso
5) Il treno
6) Concerto grosso – 1 tempo Allegro
7) Concerto grosso – 4 tempo Shadows (for Jimi Hendrix) (con duetti e divagazioni strumentali di flauto e chitarra solista)
8) Concerto grosso n 2 – 1 tempo Vivace
9) Concerto grosso The 7 seasons – Baroque and roll
10) Quiet seas
11) Le Roi Soleil
Vittorio de Scalzi (membro originario e fondatore): voce, flauto, tastiere, programmazione e clicks, chitarra elettrica (solo ne La Miniera)
Nico di Palo (membro originario e fondatore): voce, tastiere, computer, grande cuore e meritata presenza
Andrea Maddalone: Chitarra elettrica e cori
Francesco Bellia: Basso elettrico (5 corde) e cori
Giorgio Bellia: Batteria e cori
Bis:
Durante il bis i due gruppi salgono insieme sul palco eseguono alcuni dei brani più noti, brani che stavolta passerò in rassegna uno per uno.
1) Concerto grosso: 2 tempo: Adagio (il refrain orchestrale non è pre registrato ma riarrangiato per pianoforte e suonato live da Vittorio; comprende un duello elettrico tra Maddalone e Bon con il guitar simulator)
2) Gioco di bimba (con la frase di synth raddoppiata da un controcanto del flauto di Vittorio e cantata in duetto da Vittorio e Trentini)
3) La miniera (Vittorio alla chitarra, duetto tra lui e Trentini e ritornello “di Nico”)
4) Sguardo verso il cielo (Il flauto di Vittorio duetta con le tastiere di Bon, rinfrescando di molto il sound del pezzo; piccola sezione del brano, “la maschera di un clown in mezzo a un gran deserto…”, riarrangiata con andamento quasi reggae. Impatto bruttissimo ma dura pochi secondi, è solo un breve inside joke e poi il brano riprende con l’arrangiamento tradizionale fino al tripudio finale)
I musicisti si tolgono gli strumenti e raccolgono gli applausi. A questo punto, c’è un pazzo con una penna e il libretto di “Concerto Grosso Trilogy” che si precipita sotto il palco: sono io. Alcuni dei tizi vicino a me seguono il mio esempio. Michi dei Rossi, vedendo questa reazione, dice a Vittorio di suonare ancora col flauto il refrain di “Sguardo”, mentre lui ci fa tenere il tempo con i claps e si precipita alla batteria. Anche il resto della band lo segue e jammano allegramente per un paio di minuti sul tema di “Sguardo” e noi saltiamo balliamo sudiamo. A questo punto è davvero finita. Dalla mia privilegiata posizione sotto il palco, mi becco autografi di Dei Rossi, dei fratelli Bellia e di Nico e Vittorio. L’orario è l’una di notte, circa e io sto bene.