Report: 19/06 Dismember a Scordia (CT)
Notevole affluenza il 19 Giugno al Krossower di Scordia (CT) per l’attesissimo concerto degli svedesi Dismember, storica death metal band, in attività dai tempi gloriosi in cui non si stava a distinguere tra “melodic” e “brutal”, ma si suonava un unico death: proprio quello proposto dai Dismember, a tratti forse un po’ ripetitivi ma, senza ombra di dubbio, degni di rispetto per la coerenza, che nel 2004 è una qualità che pochi possiedono.
Senza addentrarci nella nostalgia, passiamo al resoconto musicale: alle 22 aprono i Dark Secret da Caltanissetta, in formazione rinnovata, presentati da un’intro melodica e malinconica, stupenda. E’ solo un’illusoria dolcezza, che ci introduce al massacro, molto apprezzato dai fans. I Dark Secret sono, purtroppo, penalizzati dal suono, tanto che a volte la voce è incomprensibile, ma ci offrono ugualmente mezz’ora di death metal suonato con autentica dedizione.
Alle 22.45 appaiono gli Astimi, black metal da Agrigento, molto interessanti, poiché propongono la particolarità, certamente unica, di alternare la lingua inglese al dialetto siciliano. Inutile dire che, per chi non è del luogo, il dialetto risulta incomprensibile, ma è da apprezzare il coraggio del gruppo nell’affrontare un approccio così estremo: è così che tra, “Holy Abortion” e “Odiu”, il leader Agghiastru presenta brani degli altri progetti musicali in cui è coinvolto, come Inchiuvatu e Maleficu Santificatu. Acclamatissimi, gli Astimi si congedano dopo mezz’ora tiratissima, ma ancora penalizzata dai problemi d’audio.
La terza band, The Tombers da Novara, non si esibisce, per via del cambio di batterista subito recentemente dal gruppo, che preferisce avere il tempo di provare meglio i pezzi e si scusa, promettendo di suonare in Sicilia in un’altra occasione: nell’heavy metal esiste anche la cortesia, contrariamente a quanto molti “profani” pensano, e questa è una prova inconfutabile!
Alle 23.45 salgono sul palco i catanesi Schizo, leggenda del metal tricolore. La formazione guidata da Alberto Penzin, forte del nuovo chitarrista Fabio Monaco, infiamma i presenti: l’audio migliora, ed ascoltiamo un eccellente thrash metal, che non è per niente scomparso, come alcuni, in malafede, sostengono. Sono presentati brani nuovi, a nostro parere tendenti pericolosamente al crossover (l’avverbio “pericolosamente” è soggettivo, dato che molto probabilmente altri diranno “meravigliosamente”; de gustibus…), ma il delirio avviene nel finale, con due brani tratti dal primo album “Main Frame Collapse” del 1988, come “Violence at the Morgue”, dedicata al cantante dei Dismember, e la conclusiva “Sick of It All!”, che chiude quaranta minuti davvero favolosi.
I Dismember iniziano intorno all’una con “Where Ironcrosses Grow”, proseguendo con “Casket Garden”, e con “Soon to be Dead” dal primo album; si continua con la nuova, a tratti melodica, “Tragedy of The Faithful”, quindi “Let the Napalm Rain” e “Skin Her Alive”, in cui il cantante, particolarmente loquace, chiede “noise” al pubblico, che risponde con calore. Si passa alla recente “Forged With Hate”, poi altri brani, tra cui “On Frozen Fields”, dedicato alla Svezia, la lunga “In Death’s Sleep”, l’oscura “Where Angels Fear to Tread”, e “Of Fire”, dedicata ai ragazzi sotto il palco. Il primo bis è la storica “Override of The Overture”, il secondo il death – doom di “Hate Campaign”, che chiude la devastazione e prepara i Dismember all’assedio dei fans.
Da notare, tra tanta frenesia, l’assenza di incidenti e, ovviamente, di delitti o tentativi di suicidio: lo precisiamo perché, se mai un giorno qualche manipolatore di notizie dovesse leggere, si accorgerà che l’heavy metal, in qualunque sua forma, è divertimento e passione, non morte. Far finta per anni che il movimento heavy metal non esista, e portarlo alla luce dei riflettori quando capita qualche tragedia, cioè quando conviene, è pura strumentalizzazione, nonché offesa all’intelligenza umana, perché chi legge o ascolta le notizie possiede una testa per capire che spesso, dietro all’assassino, ci sono interessi di gente insospettabile, che nulla ha a che vedere con la musica.
Ringraziamo, come sempre, la Nihil Productions, per i sogni che i defenders siciliani stanno vivendo in questo magico 2004 musicale, sperando che il futuro sia ancora migliore, e che anche i ragazzi che finora non sono intervenuti si sveglino dal letargo e partecipino attivamente agli eventi. E’ improduttivo predicare bene e razzolare male!
Giuliano Latina