Report: Andre Matos e The Clairvoyants a Orzinuovi (BS)
Live Report e foto a cura di Alberto “prince_of_the_sky” Viale.
Venerdì 27 maggio 2005, Buddha Cafe – Orzinuovi (BS)
La seconda edizione del Flash Party vede protagonisti in quel di Orzinuovi (BS) la cover band Iron Maiden The Clairvoyants con un ospite a dir poco sensazionale conosciuto ed apprezzato da tutti gli amanti della melodia e del power d’autore: Andre Matos. Musicista, direttore d’orchestra, poliglotta, e chi più ne ha più ne metta, l’ex Angra ed ora frontman degli Shaaman torna in Italia dopo qualche anno fresco di nuovo album ( vedi recensione) e si presenta al pubblico italiano pronto ad interpretare una serie di successi Iron Maiden… e non solo.
Se Matos è un artista affermato a livello internazionale e non ha sicuramente bisogno di presentazioni, meritano una menzione i The Clairvoyants. Nati musicalmente nel 2000, questi cinque ragazzi comaschi hanno ormai alle spalle un centinaio di spettacoli nei maggiori locali del Nord Italia ed alcune partecipazioni con ospiti illustri come l’ex vocalist dei Maiden Blaze Bayley e quello dei finnici Stratovarius Timo Kotipelto, quest’ultimo in occasione della prima edizione del Flash & Metal Shock Party sempre qui al Buddha Cafe. La line-up attuale è composta da Gabriele Bernasconi al microfono, Paolo Turcatti al basso, Ivan McSimon e Luca Princiotta (anche chitarrista dei Blaze) alle chitarre, Manuel Pisano alla batteria e Fulvio Trinca addetto al management e nell’occasione organizzatore di questo evento.
Torniamo allo show di stasera: in un Buddha Cafe gremito, la prima parte dello spettacolo è tutta e solo dei The Clairvoyants che suonano per circa 45 minuti inanellando una serie di hit di Steve Harris & C. L’opener, affidata a Wildest Dreams, tratta dall’ultimo full-length Dance of Death ci introduce ad una vera e propria scorpacciata di metallo. Passando da The Trooper al loro cavallo di battaglia The Clairvoyant, attraverso Can I Play with Madness, la loro performance si conclude con la doppietta The Number of the Beast e Fear of the Dark.
Si chiude il sipario, la band saluta e dal pubblico si alza il grido “Matos Matos”… Come non detto ed ecco riaccendersi i riflettori sul palco e partire, preceduto dalle parole di W. Churchill, l’inconfondibile riff di Aces High. Ma questa volta Gabriele rimane nel backstage ed ecco sbucare Andre Matos! Pantaloni, maglietta e camicetta neri, il brasileiro di San Paulo cavalca la melodia della canzone accarezzando con una precisione e pulizia incredibili le note del chorus ed aggredendo come il miglior Bruce, quelle delle strofe. Personalmente era un po’ di tempo che non ascoltavo una Aces High fatta ‘si tanto bene, e la qualità di questa interpretazione, credo proprio abbia tolto ogni dubbio a chi credeva che Matos non riuscisse più a cantare su tonalità così alte…
La seconda song proposta è 2 Minutes to Midnight; Andre canta in coppia con Gabriele, il risultato è ottimo ed il pubblico sembra apprezzare intonando a tutta voce le parole del ritornello.
Sempre in coppia è cantata è Flight of Icarus; il successo da Piece of Mind è uno di quelli che il pubblico apprezza sempre e quindi Andre non fatica a trovare il giusto feeling con la platea e ciò che ne esce non può che non essere una prestazione notevole, valorizzata dall’acuto finale veramente impossibile!!!
Fra un saluto e l’altro al pubblico (in perfetto italiano!!!) la setlist prosegue con Hallowed be Thy Name e con un Andre che sporca e appesantisce la sua voce per cercare, e trovare, la cattiveria necessaria per esprimere la sofferenza che la canzone trasuda. Poi, passando dalla stupenda Wasted Years da Somewhere in Time, che Andre canta con Gabriele si passa all’immancabile Run to the Hills, che assieme alla successiva Children of the Damned , a mio parere, costituiscono forse gli spunti migliori di tutta la serata. Davvero impressionante la potenza che riesce a trasmettere Matos con la melodia inconfondibile della sua voce!!!
Si torna indietro con gli anni, siamo nel 1980 in piena era Di Anno, e le ultime due songs sono Running Free, in cui Gab e Andre dividono il pubblico facendogli urlare il celebre “I’m running free”, e la massacrante Iron Maiden.
Si chiude nuovamente il sipario ed al rientro on stage Andre e la band son pronti a stupire tutti (forse non me che mi ero già gustato un ricco sound check nel pomeriggio, ma che purtroppo mi ha tolto la sorpresa…eh eh) con un trittico imprevedibile.
La prima canzone è Pride ( canzone dall’album degli Shaaman, Ritual, che vede la partecipazione di Tobias Sammet), in cui Andre e “Gab-Bruce-Tobias” si alternano nel botta e risposta nelle strofe mentre fan una sola voce nel chorus. La seconda song è annunciata da Andre come uno degli inni dell’Heavy Metal per antonomasia…cosa sarà? Nientedimeno che Paranoid di zio Ozzy & Soci, riprodotta in una versione che è sicuramente all’altezza dell’originale.
Dulcis in fundo, Andre annuncia che la prossima, e ultima, sarà dei Judas Priest… Molti dal pubblico invocano Painkiller, ma invece ecco iniziare un altro grande classico: Breaking the Law. Una chiusura così era difficile da immaginare!
Luci accese e saluti a tutti, arriva anche una bandiera brasiliana che inorgoglisce il capelluto cantante e Andre dal palco sembra non volersene andare.
La serata musicale termina qui ma l’aftershow prosegue con un Matos disponibilissimo che fino alle 2 e mezza accontenta i fans con autografi e foto ricordo.
Quella di questa sera è stata senza dubbio un’occasione per ascoltare non solo un cantante, ma un artista in senso assoluto, capace di interpretare col fioretto delle hit che trasmettono una potenza inaudita. E soprattutto Matos ha dimostrato di saper e voler fare ciò che vuole con la sua voce, smentendo tutti quelli che non credevano più nelle sue qualità e confermando che le nuove sonorità dell’ultimo album sono una scelta puramente stilistica.
E forse ciò che abbiamo ascoltato fa crescere il rimpianto della scelta di Steve Harris al tempo della ricerca del sostituto di Bruce Dickinson nel ’93 in cui venne scelto Blaze Bayley a discapito di un Matos terzo classificato…ma questa è un’altra storia…
Up The Irons
Up The Clairvoyants
Up Andre Matos
Setlist
Solo Clairvoyants:
1) Wildest Dreams
2) The Evil that Men Do
3) The Trooper
4) The Clairvoyant
5) Wrathchild
6) The Wicker Man
7) Can I play with Madness
8) The Number of The Beast
9) Fear of the Dark
Con Andre Matos
1) Aces High
2) 2 Minutes to Midnight
3) Flight of Icarus
4) Hallowed Be Thy Name
5) Wasted Years
6) Run to the Hills
7) Children of the Damned
8) Running Free
9) Iron Maiden
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10) Pride
11) Paranoid
12) Breaking the Law
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