Report: Blaze Bailey all’Indian’s Saloon 26/05
Report a cura di Massimo Galeazzi.
Foto cortesemente fornite da Stefano Bon
Serata indimenticabile per i presenti sabato 26 maggio scorso presso l’Indian Saloon di Bresso. Blaze Bailey, storico singer inglese noto ai più per la sua quinquennale presenza dietro ai microfoni della band metal più popolare del pianeta, gli Iron Maiden, è in Italia per una serata promozionale della sua ultima fatica discografica, “Blood & Belief“, un album di ottima fattura e che rilancia in pieno un artista per troppo tempo sottovalutato e schiacciato dal peso di “sostituto di Bruce” durante la sua esperienza maideniana.
Che non si tratti di una serata qualsiasi è evidente dal fatto che Blaze di lì a poco non si sarebbe limitato a qualche autografo di rito, bensì si sarebbe unito ad una delle più promettenti Iron Maiden cover-band in circolazione, i comaschi The Clairvoyants, per l’esecuzione di pezzi della band britannica e della sua carriera solista. Quanto ai The Clairvoyant, si tratta di un gruppo sulla scena ormai da qualche anno che ha maturato una buona esperienza live in molti locali dello stivale (molti ricorderanno la loro presenza qualche mese fa all’Alpheus di Roma per la storica Iron Maiden Fan Convention).
Gli elementi per una serata di successo ci sono tutti anche se l’atmosfera a inizio serata non lascia certo immaginare quello che sarebbe di lì a poco scatenato: sono da poco passate le nove che un Blaze Bailey tranquillamente seduto al tavolo quasi fosse una persona comune, è intento a siglare autografi e a scattare fotografie di rito con gli appassionati che cominciano a riempire il locale. Un pubblico appassionato e caloroso che alla fine risulterà essere la nota più positiva della serata, facendo definitivamente decollare la serata grazie al grandissimo coinvolgimento e a dispetto degli innumerevoli “contrattempi tecnici” che di lì a poco non avrebbero tardato a manifestarsi.
Sulle ormai celeberrime note di “Doctor Doctor” degli storici UFO, alle ore 23.30 si spengono le luci e ha finalmente inizio la serata. Ad aprire le danze è “Wildest Dreams“, primo singolo e uno dei pezzi più diretti dell’ultima fatica dei Maiden e ideale per scaldare gli animi dei presenti che di lì a due ore sarebbero divenuti “bollenti”. Segue subito dopo l’ottima “The Wicker man“, tratta dal penultimo fortunato album della reunion “Brave New World“. I The Clairvoyant sembrano decisamente in palla, la tensione e l’emozione, senz’altro presenti nei vari membri del gruppo per il fatto di essere al cospetto di un grande, sono ben dissimulate, tuttavia sul lato destro dello stage ci si accorge sin da subito che non tutto procede al meglio. Un problema piuttosto serio all’amplificatore della chitarra di Ivan McSimon (voci di corridoio dicono addirittura che lo show non è andato lontano dalla cancellazione) costringe il gruppo a una prima sosta forzata. Per la cronaca, il guasto non verrà mai del tutto sistemato appieno e condizionerà il rendimento complessivo del bravo chitarrista comasco per tutta la serata costringendo agli straordinari l’altro axe-man, Massimo. Ma è la musica a tornare presto protagonista con “Children Of The Damed” e “The Evil That Man Do“, eseguite con grande tecnica e precisione e tali da non deludere i numerosi presenti che infatti tributano la meritata acclamazione. Bravi a dettare in particolare i due chitarristi, abili a scambiarsi equamente gli assoli dei loro idoli Dave Murray, Adrian Smith e Janick Gers. In “Wratchild” è invece il bassista Paolo ad essere sugli scudi, riproponendo con grande perizia tecnica le note del grande Steve Harris.
Ma torniamo alla musica, i nostri 5 ripartono alla grande e cominciamo a macinare chilometri di note, spaziando tra pezzi più recenti ad autentici classici immortali, da “Hallowed Be Thy Name ” a “The Number Of The Beast “, da “Aces High” a “The Trooper“. La serata scorre veloce e la riproposizione di brani di tale caratura scalda definitivamente la serata, anche se ovviamente, data la mole della produzione targata Maiden, non è possibile accontentare proprio tutti. Dopo “Run To The Hills” il gruppo è costretto ad una nuova interruzione che però fortunatamente risolve in via definitiva i problemi tecnici sul palco. Dopo circa un quarto d’ora di sosta forzata, è la volta di “Iron Maiden“, ben interpretate dal bravo singer abile a dialogare simpaticamente con il pubblico, specie all’atto di presentare “Wasted Years“, che come in versione live ufficiale da parte di Bruce viene qui storpiata in “Wasted Beers”, per il compiacimento di qualche figura “alticcia” presente in sala. A questo punto lo show è decisamente in discesa e raggiunge il suo climax nel finale grazie alla riproposizione di tre tra i brani più rappresentativi dell’intera carriera della Vergine di Ferro. La conclusiva “Run to the hills” chiude magicamente la prima parte dello show facendo cantare tutto il locale.
Una pausa di qualche minuto consente di tirare il fiato, dopo di che, signore e signori, è la volta del nostro Blaze, che viene accolto sul palco da un’autentica ovazione dai presenti sulle note conclusive di “Running Free“. La prima parte dello lungo show (anche se ci sarebbe piaciuto poter avere Blaze ancora più a lungo) vedono alla ribalta i pezzi tratti dal suo ultimo album, vengono riproposti in particolare “Alive” e “Kill & Destroy” che hanno un buon riscontro presso il pubblico e vengono eseguite magistralmente trasformandole in una vera e propria bordata musicale. Altrettanto coinvolgente la presenza on stage della band che sciorina un’esecuzione tanto tecnica quanto coinvolgente tanto da trasmettere una grane carica di energia a tutti i presenti, oltre quattrocento presenti. E’ poi la volta dei pezzi dei Maiden, che scaldano davvero i presenti: Blaze, mai così mobile e coinvolgente nella sua esperienza nel gruppo, è invece in palla come non mai e corre come un ossesso da una parte all’altra del palco, non disdegnando un contatto costante con quel pubblico che alla fine gli riserverà il dovuto ringraziamento. I pezzi scelti per la serata sono alcuni di quelli che a suo tempo interpretava nel gruppo, quindi “Man On The Edge“, “Lord Of The Flies” e “Futureal“. La chicca della serata è però la riproposizione di qualcosa di assolutamente inedito, “2 AM“, un brano di “The X factor” che ha una resa davvero buona in chiave live. La serata (sono ormai passate quasi due ore, dall’inizio del concerto e quasi 45 minuti dal primo pezzo di Blaze) si conclude con quello che testualmente viene presentato da Blaze come “Uno dei migliori pezzi mai scritti dai maiden: “Fear Of The Dark“, qui dettata insieme al singer Gabriele Bernasconi. Le galoppate e le armonie del pezzo, i cori e il coinvolgimento del pubblico, il ritorno di Gabriele a duettare con Blaze contribuiscono a rendere Fear Of The Dark perfetto brano di chiusura per una serata davvero indimenticabile.
Set THE CLAIRVOYANTS
Intro – Wildest Dream – The Wicker Man – Wrathchild – The Evil That Man Do – Children Of the Damned – Aces High – The Trooper – Wasted Years – Hallowed Be Thy Name – The Number Of The Beast – Run To The Hills – Iron Maiden – Running Free
Set THE CLAIRVOYANTS + BLAZE BAYLEY
Alive (Blaze) – Kill & Destroy (Blaze) – 2AM – Stare At The Sun (Blaze) – Futureal – Lord Of The Flies – Man On The Edge – Fear Of The Dark
Foto (cliccare sull’immagine per vederla ingrandita):