Report Blind Guardian
Eccoci finalmente a raccontarvi come è andato il concerto
di Milano del Tour dei Blind Guardian, ma prima di cominciare a raccontare
è d’obbligo avvertirvi che se cliccate sulle foto le potrete vedere
ingrandite.
A causa del traffico infernale di Milano che mi ha costretto a rimanere in coda per più di due ore prima di arrivare in vista dell’Alcatraz, sono arrivato purtroppo in ritardo al concerto dei Blind Guardian.
Arrivato all’incirca verso le 21.00 meno qualche cosa, ho appreso appena entrato che il gruppo di supporto, gli Stormhammer, avevano finito di suonare da poco.
Per fortuna però ero arrivato giusto in tempo per gustarmi dal primo minuto lo spettacolo dei Guardian. Il locale era quasi pieno ma la gente continuava ad arrivare, molto probabilmente altri che come me erano rimasti incastrati nel traffico.
Subito cominciai a farmi strada tra la gente che si accalcava attorno al palco per conquistarmi un posto in prima fila e dopo poco si abbassarono le luci finchè non rimasero che quelle del palco. Erano rimasti solo dei faretti azzurri che fendevano il fumo finto e dagli altoparlanti si diffuse l’intro recitato di Nightfall in Middle Earth: War of Wrath.
Come nel cd al termine dell’intro il gruppo saltò sul palco a intonare Into the Storm mentre subito le gole di tutti urlavano per seguire la canzone e le teste andavano su e giù. Tutte le braccia erano alzate ad inneggiare al gruppo tedesco e la folla ondeggiava a tempo con la canzone.
Inizio al fulmicotone con Welcome to Dying subito a seguire e il pogo che si scatena.
Dopo un’apertura così dirompente con due canzoni così potenti è il momento di una pausa che viene affidata al solo Hansi che parla col pubblico illuminato solo da un piccolo faretto e introduce la successiva Nightfall.
La pausa tra una canzone e l’altra viene adottata per tutto il concerto, dando ai musicisti, ma anche al pubblico veramente calorosissimo per tutta la serata, la possibilità di tirare un po’ il fiato. Hansi introduce tutte le canzoni con un piccolo discorsetto e quando all’inizio del concerto afferma che per i Blind Guardian il ritornare a Milano è per loro come tornare a casa, la platea si infiamma in grida di gioia!
La successiva è Script for my Requiem e per un tale classico il pubblico non si fa pregare a lasciarsi andare a intonare ogni singola parola della canzone per accompagnare Hansi.
Ma le pause tra una canzone e l’altra non sono prive di sorprese e non si limitano certamente solo ad introdurre le canzoni, infatti è proprio in uno di questi momenti che Hansi dà la notizia destinata a rendere indimenticabile la serata per molti dei fan del gruppo tedesco. L’annuncio infatti rende noto a tutti che il concerto di quella serata verrà registrato per essere inserito in un prossimo disco live dei Blind Guardian.
Nessuno si aspettava quella notizia ma se già il pubblico era veramente bollente e conquistato dall’esibizione dei tedeschi, non c’erano più parole per descrivere lo stato di eccitazione che pervadeva la platea.
Tra il gaudio generale e la voce del pubblico che era triplicata di potenza all’annuncio del disco live, i Guardian fecero Lord of the Rings, Valhalla (l’unica canzone dal secondo disco…), The Soulforged (chi pensava che le canzoni dall’ultimo disco venissero male o non potessero neanche essere eseguite dal vivo è destinato a venire sconfessato), Born in a Mourning Hall, Morderd’s Song (veramente splendida, una delle canzoni più travolgenti della serata), Time Stand Still at the Iron Hill, Bright Eyes, Punishment Divine (stesso discorso di prima).
Quando toccò a The Bard Song Hansi quasi non cantò, lasciando la parte da protagonista al pubblico che non delude e come sulla versione live contenuta su “Forgotten Tales” canta dalla prima all’ultima parola senza sbagliare nulla.
Il concerto però a questo punto sembrava quasi finito perchè i Blind Guardian si lanciarono nell’esecuzione di Imaginations from the Other Side, canzone splendida e lunghissima che sembrava potesse essere il commiato scelto dai tedeschi per finire la serata. Infatti alla fine della canzone qualche parola di Hansi ringrazia tutti quelli che erano intervenuti e abbandonati gli strumenti scesero tutti dal palco.
Grande delusione da parte del pubblico che come sempre si aspettava di vedere suonare i propri beniamini per un tempo praticamente infinito, ma soprattutto perchè tutti sentivano che mancava almeno ancora una canzone, una canzone il cui titolo comiciò a venire scandito in coro dalle urla di tutti, nessuno escluso: MIRROR MIRROR.
Come richiamati da questa ovazione i Blind Guardian tornarono a fare capolino da dietro le quinte e allo spuntare delle loro teste i cori aumentarono di intensità di almeno tre o quattro volte, a questo punto non potevano certo tirarsi indietro e così eccoli tornare sul palco a promettere non solo una di bis, bensì ben tre canzoni.
La prima fu una Lost in the Twilight Hall potentissima e velocissima che fece scatenare nel pogo anche chi fino a quel momento era rimasto fermo.
A seguire una canzone che lo stesso Hansi giudicava come impossibile non eseguire nella data italiana del loro tour e al comparire delle chitarre classiche tutti capirono prima ancora che venisse annunciata che il brano non poteva non essere A Past and Future Secret.
Proprio su questa canzone si verificò un fatto che merita di essere menzionato per far capire quale fosse davvero l’amosfera che si respirava in quella magica serata. A un certo punto Andrè sbagliò un attacco su un giro di chitarra, tutti se ne accorsero a partire da Hansi che si girò verso di lui lanciandogli una occhiata di sbieco in maniera scherzosa. I due si sorrisero e poi scoppiarono proprio a ridere, in tutta risposta il pubblico rispose a questo errore che ci faceva apparire anche loro come dei semplici esseri umani, con uno scrosciante applauso. Un fatto questo che mi ha fatto un enorme piacere e che rende ancora più l’idea della bellissima atmosfera e del legame che si era venuto a creare tra il gruppo tedesco e il pubblico.
Infine, per chiudere il concerto in bellezza e per esaudire finalmente le richieste incessanti dal primo minuto del pubblico ecco Mirror Mirror. Tutti sapevano che era l’unica canzone e proprio per questa fu sia suonata dai Guardian che cantata e sentita dal pubblico in maniera particolare.
Per concludere un grande concerto grazie soprattutto ad Hansi, grandioso frontman con un carisma fuori dal comune in grado di creare un magico legame tra il gruppo e il pubblico facendo sentire tutti come a un concerto in cui a esibirsi non c’era un gruppo di un’altra nazionalità che vende migliaia di dischi in tutto il mondo ma dei semplici amici.
Veramente ancora grandi, già non vedo l’ora di poterli vedere di nuovo dal vivo.
Alex “Engash-Krul” Calvi