Report: Cadaveria + p f h a La Gabbia (VI)
Evento: Cadaveria + p f h
Report: Giorgio Vicentini
Foto: Veronica Mariani
Location: La Gabbia Music Club – Bassano del Grappa – Vicenza
Serata strana quella che ho passato alla Gabbia Music Club di Bassano del Grappa, non tanto per i gruppi sul palco, ma per una variabile banale ma capace di falsare entrambe le prestazioni: il pubblico “non pervenuto”. Il menù dell’incontro prevede due pietanze denominate p f h e Cadaveria, la seconda a me nota da tempo, l’altra tutta da scoprire grazie all’occasione che mi si presenta.
Purtroppo per i padovani, nemmeno la tipica attesa tattica del locale riesce ad ovviare a quello che sarà il must della serata (il non pubblico) e giunge inequivocabilmente il loro momento per salire in scena e cercare di trasmettere emozioni.
Il genere proposto mi lascia da subito perplesso, dandomi l’impressione di voler miscelare varie idee ed influenze di matrice metal, che ho trovato successivamente catalogate come “alternative metal” o “progressive metal”, per offrire un prodotto variegato ed in cerca d’innovazione ma che mi ha colpito più per i singoli elementi sparsi che nell’insieme.
Voce assai convincente del singer Nico nei tratti estremi col suo growl potente e sicuro, molto meno rassicurante la prova nel campo pulito/parlato anche a causa dell’equalizzazione dei suoni non del tutto amica (un leggero problema riscontrabile anche per l’act successivo). Positive le doti tecniche degli altri membri che non escono troppo allo scoperto eseguendo con buona precisione un classico break stoppato o un riff più veloce, uno spezzone più melodico ed uno più rozzo. In scaletta pezzi aggressivi nell’animo più che nel risultato, che cercano spesso di mostrare un grugno ringhioso oltre che spunti più ragionati, ma senza stupire troppo e lasciando l’impressione di essere poco esplosivi. Farebbe ben sperare l’inizio della cover dei The Cure “Lullaby”, che però prosegue in maniera confusa. Una prova sincera, poco accattivante musicalmente e scenicamente per il sottoscritto, ma non credo sia facile per nessuna band che si sta costruendo una strada, suonare di fronte ad una ventina poco più di tiepidi spettatori. Da vedere sicuramente altre volte per capirne veramente lo spessore.
Superato il gruppo spalla, che a prescindere dal risultato riesce a lasciare una sensazione più positiva che negativa, spero che la serata decolli in tutti i sensi con la specialità della casa: Cadaveria.
Il quartetto calca il palco e la minuta singer vi si posiziona al centro. La tracklist prevede vari brani da entrambi gli album pubblicati, prediligendo l’ultimo uscito ma garantendo un buon excursus. Per chi non conoscesse il progetto in questione (non che sia obbligatorio ovviamente), il suo scopo è quello di unire thrash, qualche vaga reminescenza black metal ed alcune atmosfere gotiche sulle ali della una voce femminile graffiante. A suo tempo mi colpì il primo disco solista, mi deluse notevolmente il secondo, ma i brani tratti da quest’ultimo e riproposti in sede live mi hanno soddisfatto più del previsto, lasciandomi una buona sensazione finale ed apparendomi più carichi e convincenti che su disco.
Purtroppo, anche se suonati con perizia e compattezza, i componimenti non mi hanno convinto molto per comunicatività, come privi di quel qualcosa che se da un lato poteva dare un giusto alibi ai giovani p f h, dall’altro risulta più negativo che altro per Cadaveria. Una prestazione senza picchi, che migliora leggermente via-via che la voce della leader si scalda dopo una partenza che definirei “cauta”; senza trasmettere un pathos particolare e facendo scivolare tranquillamente i pezzi sulla pelle dei quattro gatti presenti.
Buoni i suoni, anche se la predominanza delle chitarre sugli altri elementi (già riscontrata nello show d’apertura) ha coperto leggermente la voce, soprattutto nella fattispecie nella quale la cantante non sembrava in una forma smagliante ed un po’ statica, oltre che poco energica/energetica. Anche dopo averla vista live, continuo a restare dubbioso riguardo le sue capacità vocali quando si allontana dai lidi estremi, preferendola di gran lunga quando strilla incattivita.
Di solito si dice “meglio pochi ma buoni” e sicuramente i presenti rappresentavano un pubblico selezionato in tutti i sensi, visto che molti cantavano o seguivano col labiale le canzoni, ma questa volta è prevalsa più che mai la componente “pochi” anzi “pochissimi” e che potevano ben poco. Purtroppo, se pubblico e musicisti mancano nello scambio reciproco per un motivo qualunque, rischiano di pestarsi i piedi a vicenda facendo sembrare il concerto come un compitino, svolto con senso del dovere, evitando di strafare e con una partecipazione sul palco moderata ed in linea con l’appuntamento andato tristemente “a buca”. Fortunatamente, senza atteggiamenti fastidiosi ed infastiditi, la cantante si è gentilmente prestata alle foto di rito con gli affezionati, dimostrandosi estremamente professionale e gradevole.
Peccato, ho assistito ad uno show spompato e senza mordente in una serata sfortunata sotto il profilo dell’affluenza malgrado fossimo nel weekend, partita male e che mi ha lasciato poche tracce. L’unica cosa sicura è l’aver visto dal vivo un mio personale mito musicale al femminile, al quale “concedo” delle riserve in attesa di un’occasione più stimolante per tutti quanti.