Report concerto Domine (02/12/2001)
Ecco a voi (anche se un po in ritardo) il report del concerto dei Domine e dei Beholder tenutosi all’Indian’s Saloon di Bresso il 2 Dicembre.
Una serata fredda ma un ottimo concerto, la plastica dei CD non rende affatto omaggio alla bravura di questi 2 gruppi.
Il Power dal vivo cambia ed esprime veramente una potenza devastante!
Keledan: Bresso, 2 dicembre 2001. Sono le 21, fuori dall’Indian’s Saloon l’aria è molto fredda. Prima di entrare incontriamo Davide, il nuovo cantante dei Drakkar, e chiacchieriamo del più e del meno, nel frattempo le band fanno il check parecchio in ritardo, la nebbia ha rallentato di parecchio il viaggio dei Domine.
L’Indians Saloon è un posto niente male, abbastanza grande da tenere qualche centinaio di persone, oltre che un forno a legna per pizzate post concerto.
Il locale ha qualche risvolto negativo: primi fra tutti il costo e le dimensioni dei micro bicchieri di birra; per tirarti scemo a forza di bicchierini da 0,16 fai in tempo a prosciugare il portafogli e a farti venire il gomito del tennista.
Anche la sonorità dell’ambiente non è il massimo, ma del resto gli spazi per il metal sono così pochi, teniamoceli stretti.
Deloose: Un gran freddo. Così inizia la serata del concerto Domine – Beholder. Tutti fuori nell’attesa dell’apertura del locale che dopo una decina di minuti ci vede entrare.
Non male come posto, ma gia’ alla prima occhiata si capisce che l’acustica non sarà delle migliori, troppo basso il posto e spezzetato dalla cabina di mixaggio a destra e dal bar a sinistra. Bé, stiamo a vedere.
Dal punto di vista tecnico il palco si presenta buono, rialzato e amplio a sufficenza per una band di molte persone. Occhiatina alla strumentazione e sorrisino nel vedere l’ormai straconosciuto Marshall come ampli per la chitarra, e un (personalmente) odiato Peavy per basso.
Enkidu: Si arriva a Bresso verso le 9 di sera, la serata e ghiacciata e ci tocca aspettare qualche minuto fuori per il ritardo dei Domine che hanno incontrato nebbia venendo da quel di Treviso. Fuori incontriamo il cantante dei Drakkar, con cui scambiamo qualche opinione sulla serata e sul metal in generale. Gia lui ci fa capire che Morby è un frontman eccezionale, quindi ci prepariamo ad un ottimo spettacolo.
Entrati nel locale noto subito che il sound non sarà il massimo, do un’occhiata in giro e subito mi prodigo per fare un pò di sana pubblicità a Truemetal.it distribuendo i nostri volantini all’ingresso e scambiando qualche parola con i metallari presenti.
Scambiamo anche qualche parola con Drengist che si trova li al banco dei Beholder.
A Questo punto inizia il concerto:
Leanan Sidhe |
Keledan: Purtroppo non c’è il transennino, quindi con Corrado, simpatico fotografo di Psycho e non so quante altre riviste, prendiamo possesso del fronte del palco.
Intorno alle 22 parte l’intro dei Beholder, e con curiosità armo la mia Canon e mi preparo al mio primo concerto dei Beholder. I ragazzi partono alla grande, dimostrando fin da subito un bel po’ di dinamismo. Patrick, in particolare, salta un po’ dappertutto e spreme i polmoni alla grande. Bella la presenza sul palco di Leanen, la cantante non solo è brava ma è anche carina, ci mette giusto qualche minuto a scaldarsi, mentre Patrick sembra uscito da un microonde impazzito.
Per la maggior parte del tempo attaccato al palco e, come ben sapete, la resa sonora da quelle parti non è il massimo.
La prestazione generale della band mi è sembrata buona, ma lascio la parola agli altri True Metallers presenti in sala.
Deloose: Partono alla grandissima i Beholder, con un suono potente, forse una batteria troppo alta a livello di doppia cassa, ma
Patrick |
aiuta a prendere il ritmo. Riff incalzanti, ben suonati, ma malamente supportati dall’acustica, che come immaginavo crea i peggiori problemi al sound, e quando si parla di sound per un gruppo power ci si gioca il 60% del risultato globale.
Peccato per le chitarre un po’ troppo nascoste, non male il basso, poco definite le tastiere, ottima la voce dell’ottimo Patrick, voce potente, sempre intonata e precisa, molto buona anche quella di Leanen, che forse meriterebbe un pelo di riverbero per accentuare la bella voce femminile.
Matt Treasure |
Purtroppo pochi i pezzi presentati, ma che gli si puo’ dire, questa e’ la serata Domine e loro hanno gia’ fatto un’ottima impressione come spalla. Tutto ben fatto e un applauso ai Beholder, a parte qualke ripartenza di batteria decisamente velocizzata, ma subito ben recuperata. Come mi disse Patrick, dal vivo rendono parecchio piu’ che in studio, sara’ anche la foga che lui stesso butta sul palco.
Enkidu: Mi piazzo a 4 o 5 metri dal palco e subito i Beholder partono alla grande. Purtroppo come mi aspettavo il sound non è dei migliori e il suono di chitarra e batteria e decisamente distorto. Patrick e Leanen compongono un duo canore veramente ben assortito (soprattutto dal vivo), Patrick ha una voce profonda e aggressiva, Leanen suadente e armoniosa e anche dal punto di vista dello spettacolo vediamo lui che salta avanti e indietro sul palco preda della frenesia della musica, invece lei sempre molto statica che accenna movimenti lenti e delicati. La prestazione della band è decisamente buona, nulla a che vedere col CD, la potenza espressa dal vivo e enormemente maggiore e di grinta, soprattutto grazie a Patrick, ne hanno da vendere. Le canzoni proposte sono le loro classiche e ovviamente sono poche avendo un solo album alle spalle. Da segnalare la 5a canzone “Wish for Destruction” che è un loro pezzo per il nuovo album, e a quanto sembra la band si sta dirigendo verso un sound decisamente più thrash che power.
Staremo a vedere, comunqe i ragazzi promettono bene, peccato che il CD non lasci trasparire ciò di cui sono in grado dal vivo.
Beholder tracklist:
Enter the realm (intro)
The ring of freedom
Ivory tower
Call for revenge
Wish for destruction
Chains of fate
Morby |
Keledan: Il tempo di farsi due micro birre ed è già il momento dei Domine. Ancora una volta io e Corrado ci schieriamo fieri in prima linea, e ci prepariamo all’assalto.
Morby aggredisce il palco come un leone, inizia subito a dare 5 alla prima fila, saluta, urla, poi è musica. Front Man eccezionale, catalizza l’attenzione, il pubblico è la sua orchestra, prende tutti per mano e fa cantare, saltare, battere le mani, gridare. Enrico e Riccardo Paoli fanno un buon lavoro di chitarra e basso, ma devo ammettere che, come mi diceva il saggio Sergio ‘Ermo’ Rapetti di Metal.it, alla band servirebbe un secondo chitarrista per una migliore resa live. Solo per dovere di cronaca, devo riportare qualche minima imperfezione, ma lo stesso Morby ha ammesso che sono le primissime volte che la band propone le song del nuovo album dal vivo.
Comunque lo spettacolo dei Domine è grandioso, bisogna proprio essere dei pignoli per andare a cercare il pelo nell’uovo!
Grande la prova del nuovo batterista, si vede e si sente che viene dalla musica black.
Su Morby, nulla da ridire, un cantante esagerato, vi assicuro che la fine plasticuccia del cd non riesce a contenere la potenza e la flessibilità della sua voce, dal vivo è veramente massacrante, spara acuti puliti dall’inizio alla fine, ha solo un leggerissimo calo sul finale, quando ricorre a qualche farsetto di troppo, ma sono cose che nota solo il più bastardo dei cronisti.
Enrico Paoli |
Il pezzo che più mi è piaciuto è Ride of the Valkyries, ma qui pesa la mia formazione lirica e classica. Mi piacerebbe vedere Enrico & Co. interpretare Fortuna Imperatrix Mundi e Fortuna Plango Vulnera dai Carmina Burana di Orff, oppure, per essere meno banale, Romeo e Giulietta di Tschaikowsky.
Deloose: Passano i Beholder ed entrano in scena i Domine. E qui un po’ della storia metal italiana scende in campo, con Morby (perche’ Morby?!) che canta all’impazzata, squotendo i lunghissimi capelli per ogni centimetro disponibile sul palco.
Nota di demerito per la camicia nera troppo stile Rhapsody (eheheh). Ottimo il sound del chitarrista e maggior compositore del gruppo. Un appunto anche per lui: sugli assoli ci vorrebbe una maggior precisione, passi per i nuovi pezzi, che richiedono una maggior abilita’ rispetto agli assoli dei brani passati, ma ogni tanto perdeva davvero il tempo, riuscendo, da ottimo musicista qual’e’, a torvarsi comunque sempre riattaccato quando tornava in ritmica.
Che dire, i pezzi sono molto buoni, tre dei comunque pochi pezzi proposti sono davvero fantastici, con cori spettacolari e atmosfere davvero riuscite, e tutta la band dimostra l’esperienza che ormai si porta dietro da qualche anno. Qualche problema col mixerista, che bestemmiava come pochi (non ripeto le parole che gli leggevo sulle labbra eheh) nel cercare di sistemare al volo il rapporto batteria resto del mondo eheh.
Morby e Enrico |
Davvero grandi, senza ombra di dubbio, meriterebbero un ritaglio ancor maggiore di quello che gia’ si sono costruiti. Un’ultima cosa… personalmente i loro vecchi brani mi piacciono parecchio di piu’ dei nuovi presentati, quest’ultimi figli di un power metal troppo pomposo, portato in auge da quei Rhapsody che non riescono piu’ a mantenere gli alti livelli dei primi lavori, cosa che i Domine comunque mantengono anche in questo loro terzo lavoro, anche se non a livello dei primi due, forse proprio per la “raffinazione” del tutto, quando sappiamo tutti benissimo quanto faccia bene l’essere grezzi per il sano e puro Metal che amiamo.
Enkidu: Dopo qualche minuto di pausa salgono sul palco i Domine, e subito il pubblico inizia a scaldarsi, non a caso il gruppo è da considerarsi ormai come il 3° più importante italiano. Con quasi nessuno sul palco parte l’intro che ci butta con una potenza spaventosa in “Thunderstorm”. Ragazzi Morby è qualcosa di ultraterreno, è un frontman eccezionale, dirige il pubblico e fa cantare tutti, si muove e muove soprattutto i suoi chilometrici capelli facendoli roteare all’impazzata e poi che voce. Immaginavo una voce spettacolare ma mai avrei pensato che fosse così potente e alta, anche qui il CD non gli rende merito, dal vivo spara certi acuti paurosi e ha una voce sempre precisa e limpida, anche se si lamenta un pò con Enrico Paoli per la canzone “The Hurricane Master” dicendogli: “Penso che tu non abbia pensato al cantarla dal vivo quando hai scritto questa canzone!”, ed in effetti non deve essere facile sparare degli acuti sempre più alti come fa lui nella parte finale della canzone.
Stefano Bonini |
Ottimo anche il lavoro di Enrico Paoli alla chitarra, soprattutto nel pezzo “The Ride of the Valkyries” dove fa un assolo nella parte centrale veramente ben fatto. Si nota poi molto il nuovo elemento della band, Stefano Bonini, alla batteria che con il suo modo di suonare black ha dato una potenza non indifferente alla band, veramente un ottimo acquisto. Mi è sinceramente dispiaciuto per il mancato inserimento nella scaletta di alcune canzoni come “The Ship of the Lost Souls” e “Dawn of a New Day”, le avrei viste benissimo al posto di “Blood Brothers’ Fight” e “The Midnight Meat Train” che sono forse le canzoni che meno apprezzo dei Domine, ma comunque nessun appunto, infatti sono state suonate e interpretate benissimo anche queste.
Un concertone quindi, queste 2 band sono deciamente un’altra cosa dal vivo e soprattutto Morby è una forza della natura, probabilmente uno dei migliori cantanti metal sulla scena italiana, sicuramente uno dei migliori frontman in circolazione.
Domine tracklist:
Intro
Thunderstorm
Blood Brothers’ Fight
Horn of Fate
The Ride of the Valkyries
The Hurricane Master
Stormbringer (The Chronicles of the Black Sword)
True Leader of Men
Dragonlord
The Midnight Meat Train
Defenders
Un ringraziamento a Debbie di Hard Staff, alle band, ai due prodi True Metallers Deloose ed Enkidu per la loro collaborazione.
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