Report: Dark Tranquillity, Chimaira, Hatesphere – 16/12/05 Trezzo (MI)

Di Redazione - 9 Gennaio 2006 - 20:15
Report: Dark Tranquillity, Chimaira, Hatesphere – 16/12/05 Trezzo (MI)

Dopo le date di febbraio, tornano a calcare i palchi d’Italia i Dark
Tranquillity accompagnati ancora una volta dagli infaticabili Hatesphere
(presenti anche ad aprile con i Morbid Angel) e dagli americani Chimaira.
Nonostante il freddo pungente, i disagi autostradali e il remake di un evento
gia vissuto in parte ad inizio anno, non sono mancati i fedelissimi che hanno risposto
alla chiamata dei beniamini con il solito affetto, a riempire un locale che si è
dimostrato puntuale nel far affluire all’interno i fan e adeguato per l’evento.

TrueMetal ringrazia ImagoLive (www.imagolive.com) per la gentile concessione delle foto.

Hatesphere

Aprire gli show e scaldare il pubblico è diventato ormai un’abitudine per
questi ragazzi, che sfornano una prestazione ad hoc, tutta energia e thrash
metal. Nei 40 minuti a loro disposizione si confermano una band molto attenta ad
interagire col pubblico in sala, il quale ci mette poco ad assecondare i danesi.
Godendo di un suono più che accettabile, i nostri incentrano la scaletta
principalmente sul nuovo disco (The Sickness Within) uscito da pochi mesi. The
Fallen Shall Arise, In A River Of Blood, The Sickness Within, Murderous Intent,
Heaven Is Ready To Fall vengono riprodotte fedelmente, con una prestazione
maiuscola da parte di tutti i componenti, anche se la parte del leone appartiene
a Jacob. Mai un calo di voce, nessuna esitazione, grinta da vendere e vero
mattatore della serata, con continui cenni d’intesa con i fan accalcati alle
transenne. Una bella prova, che raccoglie sicuramente più consensi rispetto
all’esibizione tenuta in aprile con i Morbid Angel. Il punto debole della band
risiede forse nella non originalissima proposta, che centra l’obiettivo se
assunta in piccole dosi, ma che rischia di annoiare leggermente se dovesse
protrarsi per lungo tempo. Comunque sia, promossi.














Chimaira

Devo ammettere che l’unico motivo d’interesse per seguire l’esibizione dei
Chimaira (oltre a dover scrivere questo report) era incentrata unicamente sul
loro batterista, tale Kevin Talley, talentuoso (e posso dire anche
simpatico) musicista che mi ha deliziato nella sua permanenza nei Dying Fetus.
Ma procediamo con ordine, dopo una breve sosta, si presentano sul palco i sei
americani, acclamati da un numero importante di sostenitori. Se prima della loro
esibizione mi chiedevo il motivo per cui la band fosse tanto acclamata negli
Stati Uniti, posso dire che il dubbio è rimasto anche dopo l’ora di thrash/core
in chiave moderna e tendente al nu (ripeto tendente…) in cui si prodigano i
nostri. A scapito loro la qualità dell’audio scema in modo netto, con chitarre e
basso quasi sempre impalpabili (gli assoli di chitarra si dovevano più che altro
immaginare), ed un volume della batteria troppo alto. Per giunta il cantante
Mark Hunter perde nettamente la sfida ai punti con la prestazione precedente di
Jacob degli Hatesphere. Voce poco incisiva e presenza scenica deludente. Anche
il resto del gruppo sembra poco incline ad interagire con i tanti sostenitori
accorsi, dandomi l’idea di una band ancora poco esperta a saper intrattenere il
pubblico. Non giocano a loro favore anche le canzoni proposte, mediamente lunghe
ed molto articolate, che avrebbero meritato più ascolti su disco di quelli che
ho potuto concedergli, risultandomi il più delle volte stucchevoli. L’unico che
si erge su tutti è manco a dirlo Talley, che svolge un lavoro preciso ma tutto
sommato ordinario (rispetto alla bravura dimostrata nei suoi gruppi passati), e
l’unica volta in cui gli hanno lasciato scatenarsi in una breve assolo mi ha
lasciato davvero senza parole. Una prova che avrà certamente soddisfatto i fan,
ma che vista da un “neofita della formazione” è apparsa un po’ fiacca e slegata
rispetto agli altri gruppi della serata.
















Dark Tranquillity

Quando alle 23.30 circa si presentano sul palco i paladini del death
melodico, la sala gia riempita pende dalle labbra di Stanne e soci.
Un’accoglienza calorosissima riservata a tutti i componenti del gruppo, che si
trasforma in un urlo da stadio per l’entrata del biondo cantante che ripaga
l’affetto ricevuto con una prova straordinaria. Carisma, teatralità,
potenza, delicatezza, espressività, sono tutte doti che appartengono da anni al frontman svedese che appare in grande spolvero. Ormai i Dark Tranquillity sono
una macchina ben rodata ed esperta, che sa come “giocare” con gli spettatori,
ora violenti ora sognanti, mostrano di saper trasmettere alla perfezione tutte
le sfumature della propria musica. La coppia Henriksson/Sundin
riesce ad incantare senza ricorrere ad un approccio scenico esasperato, un
Nicklasson trascinante, con Jivarp e Brändström, in parte nascosti dai loro
strumenti, a lavorare senza sbavature. Ad aprire le danze è The Treason Wall,
accolta con cori e salti da far tremare il pavimento del locale. Seguono Lost To
Apaty, Zodiackyl Light, salutate con lo stesso calore. Una scaletta rivolta
prevalentemente agli ultimi due dischi della band, Damage Done e Character, con
ben nove brani (dai quindici totali), che esclude Skydancer e regala la sola
Punish My Heaven da The Gallery. L’unica nota negativa è rivolta ai suoni, che
specialmente nelle prime 2/3 canzoni non appaiono precisi a dovere, salvo poi
migliorare successivamente. Ammetto di non essere mai stato un sostenitore degli
svedesi, ma nei momenti in cui la mia attenzione ai movimenti e all’esecuzione
dei nostri calava, non ho fatto alcuna fatica a lasciarmi trasportare dalla note
e dalle melodie profuse. Se sono riusciti a compiere questo “piccolo miracolo”
con me immagino quanto sia stata emozionante l’ora abbondante di concerto per i
fedelissimi della band. A ben vedere risulta quasi superflua questa mia
descrizione dell’evento, sarebbe bastato dire che i Dark Tranquillity, nel loro
campo, sono fra le massime espressioni che il metal abbia contemplato in questi
anni, e se non siete ancora riusciti a vederli dal vivo dovete colmare questa
lacuna. Per tutti gli altri, una splendida conferma.



























Dark Tranquillity setlist:

  1. The Treason Wall
  2. Lost To Apathy
  3. Zodiackyl Light
  4. Damage Done
  5. The New Build
  6. The Wonders At Your Feet
  7. White Noise Black Silence
  8. Haven
  9. Therein
  10. Senses Tied
  11. Indifferent Suns
  12. Monochromatic Stains
  13. Punish My Heaven
  14. My Negation
  15. Final Resistance