Report: Dismember a Milano – 09 Giugno
Arrivo davanti al Transilvania Live di Milano poco prima delle venti e subito capisco che c’è qualcosa che non quadra. Oltre ad esserci ben poche persone, quelle poche sono decisamente scocciate; qual è il motivo? Semplicemente le porte verranno aperte alle 21,30 e il concerto inizierà alle 22. Il problema è che non si è riusciti a sapere in nessuna maniera a che ora iniziassero a suonare le band, dal momento che nemmeno gli organizzatori della Delirio Concerti me lo hanno saputo dire il giorno prima della data!!!!
Il risultato di tutto ciò è stato che non poche persone che sono venute da lontano facendosi parecchi chilometri di treno sono state obbligate ad andare via prima che i Dismember salissero sul palco perché altrimenti non sarebbero riusciti a tornare a casa!!!
Lasciamo però da parte le polemiche sull’organizzazione e parliamo della musica. Perfettamente in orario nel ritardo alle 22 in punto salgono sul palco i bergamaschi Aleph, freschi della loro recente uscita “In tenebra”. Sinceramente la band rende molto meglio dal vivo che su cd, grazie ad un impatto sonoro di tutto rispetto; il thrash-death suonato dai nostri arriva direttamente allo stomaco come un pugno e brani come “The fallen”, “Mother of all nightmares” e “In tenebra” riescono a scaldare l’audience grazie a riff al fulmicotone che vengono sapientemente alternati a momenti maggiormente sinfonici e d’atmosfera.
Dopo qualche minuto dedicato al cambio palco è la volta dei Cubre, band attiva dal 1998 che si propone di uscire da ogni schema o etichettatura musicale. Il quintetto riesce perfettamente nell’intento sfornandoci un mezzora di sonorità estreme ma al tempo stesso alternative mischiando il death metal classico a parti alla Rage Against The Machine. La musica proposta dalla band è sicuramente innovativa ma di scarso impatto e poco digeribile per la maggior parte dei presenti.
Poco dopo le 23 prendono posto i milanesi Mystical Fullmoon che, dopo più di sette anni di inattività, ritornano alla ribalta con il loro avangarde black metal.
Momenti elettronici accompagnano cavalcate di doppia cassa senza il minimo imbarazzo con l’ottimo risultato di avere qualcosa di molto originale e piacevole sotto tutti gli aspetti. La band riesce a sprigionare una notevole dose di energia che inizia a far riscaldare gli spettatori che continuano ad aumentare di numero.
Poco prima dell’una giunge finalmente il momento dei tanto attesi Dismember di Matti Karki e soci. Bastano le prime violente note di “Fleshless” a scaldare l’ambiente e a far scatenare un pogo infernale che durerà per tutto il concerto. I volumi si alzano e all’audience arriva diritto in faccia un’epocale mazzata sonora che farebbe agitare chiunque. I nostri svedesi coinvolgono il pubblico senza nessuna difficoltà, pubblico che acclama a gran voce la band.
Il gruppo propone una sorta di storia estrapolando brani dai loro lavori più datati come “Override the overture” e “Fleshless” presi dai loro primi due cd, sicuramente più potenti ed incisivi dei successivi album. La differenza di energia tra i brani vecchi e quelli nuovi è evidente; sia chiaro che anche i brani di più recente composizione sono validi sotto tutti gli aspetti, ma a tratti risultano essere troppo freddi. È però sulle note di “On frozen fields” che si scatena un vero e proprio putiferio: headbanging e pogo divertente accompagnano le note del brano per poi concludere con un boato di acclamazione. Il concerto scivola veloce e senza nessun intoppo risultando piacevole sotto tutti gli aspetti grazie anche al carisma di Matti che riesce a mantenere sempre viva l’attenzione del pubblico. Ci sono solo un paio di cose che mi hanno lasciato perplesso: la prima è come mai del loro ultimo cd hanno eseguito solo due brani (“Autopsy” e “Trail of the dead”); l’altra cosa che invece mi è piaciuta poco è il silenzio che intercorreva troppo spesso tra una canzone e l’altra. Erano anche previsti due bis che però non sono stati eseguiti a causa dell’ora tarda (erano già le 2 quando la band ha smesso di suonare N.d.R.).
Torniamo così verso casa sicuramente soddisfatti dalla prestazione delle quattro band che hanno sicuramente dato conferma della loro professionalità e della capacità in sede live, ma comunque amareggiati per i disguidi poco piacevoli che sono capitati prima dell’inizio della serata.
PLAYLIST:
1. Fleshless
2. Pieces
3. Of fire
4. Trail of the dead
5. Medley
6. Tragedy of the faithful
7. Soon to be dead
8. Autopsy
9. Let the napalm rain
10. On frozen fields
11. Misanthropic
12. Override of the overture