Report: Enthroned – 20 febbraio – Codevilla (PV)

Di Redazione - 2 Marzo 2005 - 12:19
Report: Enthroned – 20 febbraio – Codevilla (PV)

Report e Foto di Mario Munaretto

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Il viaggio di andata verso il Thunder Road di Codevilla, ridente località sita nell’Oltrepo Pavese, è foriero dell’apocalittico viaggio di ritorno verso casa, che mi avrebbe visto qualche ora più tardi, solo, perso e spaesato nel piatto deserto bianco della tundra padana. Nel bel mezzo quindi di una virulenta nevicata, che andava di minuto in minuto aumentando copiosamente d’intensità, raggiungo il locale nel tardo pomeriggio, grazie soprattutto all’aiuto e al supporto telefonico del collega Engash-Krul, oscuro e misterioso indigeno di queste inospitali lande, con lo scopo di mettermi subito al lavoro intervistando gli Enthroned, con i quali mi ero precedentemente accordato, e chiacchierare con un paio di persone di mia conoscenza. Dopo il sound check di rito e l’essere stato arruolato da Sabathan per un turno di piantonamento al banchetto dei belgi, il concerto ha inizio mentre la gente comincia ad arrivare alla spicciolata. C’è da dire però che a causa dell’abbondante nevicata e dello stato quasi impraticabile di strade e autostrade, le persone presenti si potranno poi contare intorno al centinaio scarso, un vero peccato per un appuntamento così ghiotto e ben organizzato.

 

           

Il concerto viene aperto dai milanesi Stormcrow, che avuto già modo di ascoltare nel recensire il loro ottimo demo Wounded Skies, sulle note dell’intro Keeping the Serpent’s Path. Particolare la presenza del singer e drummer Goraath, che tra un blast beat e una rullata, urla come un forsennato i suoi scream, mentre i due chitarristi, Loki e Narchost, imbastiscono i loro muri di suono con il supporto di Zedar e del suo basso. Dalla loro violenta performance live, ho avuto la conferma di quanto ascoltato su dischetto ottico ( potete leggere la recensione a questo indirizzo ), e senza dubbio la band ha delle buone potenzialità.

                                   

Dopo una breve pausa è l’ora dei genovesi Sacradis. Ho avuto modo di leggere e sentire degli ottimi pareri su questo gruppo da parte degli addetti ai lavori, e nel tragitto da casa a Codevilla, ho potuto ascoltare superficialmente il loro recente debut Darkness of Our Souls, che avrò modo di recensire nei prossimi giorni. Sul palco sono una vera sorpresa e i cinque fanno sul serio coinvolgendo alla grande il pubblico, grazie al carisma dell’indiavolato cantante Kadath e al bassista Winternius, che sembra posseduto. I cinque indemoniati sciorinano con grande intesità il loro raw black metal, tiratissimo e monolitico, pescando a piene mani dal loro ultimo lavoro, che riproposto dal vivo sprigiona veramente un’energia primitiva, non immediatamente percepibile su cd. Niente da dire dunque, la prova del combo ligure è davvero convincente.

                                      

 

Terzo act della serata sono i siciliani Inchiuvatu, guidati dall’indiscusso leader Agghiastru e fautori di un concerto molto particolare e ricercato, con un impatto visivo minimale ma di sicuro effetto e una prova musicale che da una parte ha esaltato uno zoccolo duro di astanti, presente per tutto il tempo sotto il palco e pronto a cantare a memoria tutte le canzoni proposte da Astru e soci, mentre una parte del pubblico si è fatta coinvolgere meno, accogliendo più freddamente il set della band.

             

                  

                 

Chiudono la serata gli headliner Enthroned, in quella che per ora è l’unica data effettuata sul suolo italico, dopo l’uscita lo scorso autunno dell’ottimo Xes Haeriticum. Ed è proprio sull’ultima fatica discografica che la band belga imposta gran parte dello show, occasione anche per presentare la rinnovata line-up del gruppo, che al fianco dei veterani Lord Sabathan e Nornagest, vede il chitarrista Nguaroth e il drummer Glaurung. Gli Enthroned attaccano subito con un uno-due micidiale portato da Radiance of Mordacity e The Antichrist Summons The Black Flame, tratte rispettivamente dal precedente Carnage in Worlds Beyond e Towards the Skullthrone of Satan. Dopo aver deliziato i presenti con una violentissima Scared by Darkwings, dal leggendario Prophecies of Pagan Fire, i belgi inanellano una devastante sequenza di pezzi presi dall’ultimo album: Dance of Thousand Knives, Last Will, Blacker Than Black, Vortex of Confusion e Hellgium Messiah. Qui e là vengono dispensate perle pregiate come The Ultimate Horde Fights, Rites of the Northern Fullmoon e Evil Church, che mostrano il gruppo in serata, nonostante qualche piccolo inconveniente tecnico. C’è anche tempo per un bis, durante il quale gli Enthroned massacrano selvaggiamente i loro strumenti per una cover di Under the Guillottine dei Kreator, che chiude in bellezza la serata e il concerto, che se non fosse stato per il tempo oltremodo malevolo, sono certo che avrebbe riscontrato un maggiore afflusso di interessati.