Report: EP Metal Fest (24-05-08, Bologna)
Report a cura di Riccardo Angelini, Angelo D’Acunto e Federico Mahmoud
Il concerto organizzato per celebrare il quinto compleanno della webzine Entrate Parallele offre l’occasione di trascorrere un sabato pomeriggio all’insegna della buona musica. Lo scenario è offerto dal Sottotetto Sound Club di Bologna, l’appuntamento è fissato per la sera di sabato 24 maggio, il bill è di quelli da non perdere. Cinque formazioni per altrettante differenti interpretazioni del metal di oggi e di ieri: dalla tecnologica violenza dei Delirium X Tremens alla classe sopraffina della Bologna Rock City Band, dalla sperimentazione estrema dei Fury N Grace alla scanzonata vivacità dei Trick Or Treat, fino al culto del Metallo promosso dagli Atroci, popolarissimi a Bologna e dintorni. Le premesse per una giornata di grande musica c’erano tutte, e non sono andate deluse…
Delirium X Tremens
Pronti, via: sul palco del Sottotetto salgono i Delirium X Tremens, pronti ad accogliere i primi spettatori con il tirapugni già armato. Bastano infatti pochi minuti al combo di Belluno per scardinare il palco con un death metal violento e bastardo, moderno nei suoni, senza compromessi nell’attitudine. I presenti (ancora pochi e timidi, purtroppo) sono letteralmente travolti dal terremoto scatenato dalla band, che macina uno dietro l’altro un’incessante sequenza di riff segaossa, sorretta da una sezione ritmica esplosiva e trascinata dall’indemoniato frontman Ciardo. Quest’ultimo si cala nella parte fin dall’inizio con il giusto spirito: ottima la sua prova vocale ma soprattutto straordinaria la sua interpretazione scenica, icona degli eccessi di rabbia e follia sprigionata dalla band tutta. Chi, come il sottoscritto, era giunto all’appuntamento senza conoscere nulla del passato dei Delirium X Tremens si è trovato davanti una formazione solida, esperta e a dir poco scatenata, che nelle esibizioni dal vivo trova sicuramente la propria dimensione ideale. Complimenti davvero.
Riccardo Angelini
Fury N Grace
C’è grande attesa e curiosità per la prova dei Fury N’ Grace. Il recente esordio Tales Of The Grotesque And The Arabesque ha messo in luce il grande potenziale di una band capace come poche altre di dire qualcosa di realmente nuovo nella scena odierna: si tratta ora di saggiarne la tenuta dal vivo. I suoni, purtroppo tutt’altro che ottimali (le chitarre si sentono a stento), non agevolano il compito del combo di Varese, che tuttavia dimostra una solidità impressionante, sbaragliando tutti i presenti con una prestazione da lasciar senza parole. Le qualità tecniche sono quelle già ammirate su disco, con una sezione ritmica chirurgica e un cantato allucinante; l’autentico valore aggiunto è però rappresentato proprio dall’atmosfera live, che esalta le qualità delle composizioni mettendone in luce la carica espressiva. Considerata l’estensione non proprio contenuta della maggior parte degli stessi, la lista dei pezzi in scaletta non risulta particolarmente folta: ciò non preclude tuttavia l’inserimento di un succulento antipasto dal prossimo album targato Fury N Grace (già in cantiere e annunciato per un futuro non troppo lontano). Una prova insomma da primi della classe per il combo lombardo, che si dimostra fin da ora una delle realtà di spicco della già agguerrita scena tricolore. E chi c’era se ne sarà ben reso conto.
Riccardo Angelini
Trick Or Treat
Nati inizialmente come semplice cover band degli Helloween, i Trick Or Treat sono uno degli act più affermati della scena tricolore. Divertenti, spensierati e sopratutto tecnicamente dotati: ecco come si presenta la band di fronte agli occhi del poco pubblico presente al Sottotetto di Bologna. La maggior parte dei brani presenti in setlist attingono da Evil Need Candy Too, l’ottimo full-length d’esordio del combo modenese; a cominciare dalla spumeggiante Evil Needs Candy Too che ci mette in mostra le ottime doti tecniche del singer Alessandro Conti, con una voce che farebbe rabbrividire lo stesso Deris in persona. Non da meno la prova degli altri componenti del gruppo con l’ottimo lavoro della coppia di asce Cabri/Benedetti e del bassista Villani-Conti. L’unica nota negativa si registra nella prestazione del drummer, il quale si ritrova molto spesso in evidente difficoltà a seguire quello che è l’ottimo operato degli altri componenti del gruppo. In ogni caso la band non demorde e continua a dare il meglio di sé con la furiosa Joyful In Sadness passando per l’ormai classica Like Donald Duck (cantata a squarciagola da tutti i presenti), per poi passare al gran finale che viene dedicato ad un divertentissimo riadattamento di Girls Just Wanna Have Fun di Cindy Lauper e ad Eagle Fly Free dei maestri Helloween.
Angelo D’Acunto
BRC Band
Un’autentica all-star band, che raduna vecchie glorie e nuove promesse della scena hard ‘n heavy tricolore. E’ il turno della BRC Band, supergruppo improvvisato che si regge su una coppia d’asce tutta felsinea (Franco Nipoti, chitarra dei Crying Steel e Stefano “Pera” Peresson, ex-Danger Zone e attuale leader dei Markonee) e ospita a rotazione una nutrita schiera di talenti al microfono. Il repertorio, manco a dirlo, è tutto improntato su classici d’annata, tra i Settanta e gli Ottanta: si parte con Rock And Roll, di zeppeliniana memoria, intonata dall’ugola squillante di Gabriele Gozzi (Markonee). Tra i monopoli di Deep Purple (un’esplosiva Burn, Stormbringer, Highway Star) e Judas Priest (Breaking the Law, Metal Gods, You’ve Got Another Thing Comin’) s’inseriscono una corale Fool For Your Loving, Highway to Hell e Paranoid, con uno scatenato Neil (Neurasthenia). Finale in pompa magna con Rock And Roll All Nite, che invita sul palco organizzatori e musicisti per un tributo collettivo a una grandissima band recentemente transitata in Italia. Ma di Storia con la S maiuscola, che sia cronaca di un passato glorioso o testimonianza di un fulgido presente, ce n’era anche al Sottotetto: Luca Bonzagni (Crying Steel), il “compianto” ex-Rain Alessandro “Tronco” Tronconi, Max Gazzoni… e mancava un certo Bud Ancillotti! Tra le “nuove leve” pregevoli i contributi firmati Tarchon Fist e Neurasthenia. Grande spettacolo, alla faccia di suoni ballerini e prove dell’ultim’ora: it’s only rock & roll…
Federico Mahmoud
Gli Atroci
Acclamati da un pubblico festante e curioso, per lo più composto da giovanissimi (gli stessi che, pochi minuti prima, facevano orecchie da mercante durante l’esibizione della BRC band), gli Atroci confezionano uno show pittoresco e ad alto tasso demenziale. Dopo anni di rodaggio la ricetta non si cambia, anche se permane l’impressione che la parodia del metallaro medio, con tutto il carrozzone di cliché, funzioni meglio nei brani più datati: quelli dell’omonimo debutto, per intenderci, più grezzi e vincenti nell’overdose di battute inequivocabili; non è un caso se classici del repertorio come Curati La Gotta o l’anthemica I Guerrieri del Metallo risultino ancora pezzi forti e richiestissimi della scaletta. In attesa di un nuovo album, il terzo ufficiale nella carriera della band bolognese, il sestetto capitanato dal Profeta si diverte e diverte le prime file tra lenti strappalacrime (La Mamma è Importante) e siparietti immancabili, come l’ambita consegna dei pass (cumulabili) per una notte di sesso sfrenato. E se le movenze del Nano Merlino e del compare Boia Malefico divertono fino a un certo punto, ben altro interesse desta l’operato de La Bestia Assatanata (al secolo Alberto Bergonzoni, uno che non si limita a tenere la chitarra a tracolla). Tra un inno e l’altro (la contagiosa Volevo Un Taglio Semplice, I Dieci Metallamenti) ce n’è per tutti i gusti, anche se la formula della band cede il fianco sulla lunga distanza; ma chi riempie il locale (mai visto un Sottotetto “murato”) ha sempre ragione! Esilaranti.
Federico Mahmoud
L’edizione del 2008 dell’EP Metal Fest è stata insomma un grande successo: una serata da non dimenticare per i presenti, che con la minima spesa hanno potuto fare il pieno di grande musica. A livello di presenze, colpisce la sproporzione fra la folla radunatasi per l’esibizione degli Atroci (e composta perlopiù da ragazzini e adolescenti) contro la partecipazione decisamente più scarsa riservata alle prime band, che pure hanno offerto tutte una prestazione di altissimo livello, tanto che a voler guardare alla pura qualità probabilmente ciascuna di esse avrebbe egualmente meritato la posizione più alta in scaletta. C’è da dire che stavolta, considerate le favorevoli circostanze contingenti (era sabato sera e non c’erano altri concerti di richiamo nei paraggi), gli appassionati non avevano scuse: chi non c’era o è arrivato tardi stia pur sicuro di essersi perso qualcosa per cui vale la pena mangiarsi le dita. Chi è stato presente fin dall’inizio ha dal canto suo potuto assistere a un festival del tutto riuscito, dal primo all’ultimo minuto. Un plauso dunque per l’organizzazione dell’evento, che fra i grandi di ieri e quelli di domani ha radunato sotto lo stesso cinque formazioni di grande valore, e una bella celebrazione per i ragazzi di Entrate Parallele, che ci hanno una volta in più ricordato che il potenziale della scena metal italiana non ha davvero nulla da invidiare. A nessuno.