Report: Gods of Demential (Bologna, 12/01/2007)

Di Redazione - 20 Gennaio 2007 - 13:48
Report: Gods of Demential (Bologna, 12/01/2007)

12 Gennaio 2007, Nuovo Estragon: Bologna – Gods of Demential

La serata più nebbiosa dell’intera stagione invernale non impedisce a oltre cinquecento esuli in cerca di divertimento di godersi un’adunata di band goliardiche e demenziali protagoniste di un bill che fa dello scherno e della battuta sempre pronta la sua impronta indelebile: lo spettacolo è quasi assicurato. Il tutto si svolge al Nuovo Estragon di Bologna, locale che abbiamo imparato ad apprezzare per la sua notevole capienza e soprattutto per una serie di voci positive di cui spesso sentiamo la mancanza: un palco spazioso, un’ottima acustica, un impianto audio/luci notevole e servizi (bar, parcheggio e compagnia) all’altezza della situazione.

Longobadeath (Nicola ‘nik76′ Furlan)

Tocca a Ul Mik alla voe, Ul Marco alla chitarra, Ul Giurgin alla batteria e Ul Teo al basso aprire il concerto. I quattro dell’alto milanese/varesotto, orfani per questa serata dell’axeman Ul Rubert, riescono davvero a dimostrare di saperci fare. La gente è ancora poca, Ul Marco inciampa un paio di volte nel proprio jack, ma il frontman Ul Mik non cade dalla scena, anzi tiene viva con tutta la sua aggressività espressiva, Ul Teo tolta la maglietta sembra finalmente trovarsi a suo agio saltando come un grillo sul palco mentre il già citato Ul Marco sopperisce in buona maniera alla mancanza della seconda chitarra. L’unico che appare ancora non a suo totale agio è il drummer, che interagisce poco con gli altri tre. Il risultato finale è ottimo e la band riesce, sebbene si esprima in dialetto anche negli intramezzi tra le song, a determinare un risultato finale comprensibile, originale e di grande particolarità. Musicalmente il loro heavy bullonato di thrash ha un rendimento elevatissimo che centra ogni bersaglio delle aspettative live quando vengono proposte le varie “L’Ass de Picch”, cover di “Ace of spades” dei Motorhead rivisitata nelle sole lyrics e la famigerata “Polenta Violenta”, groovy masterpiece da pogo sfrenato. Chi non li ha visti non li perda alla prossima occasione: una band che vi renderà la serata adrenalinica e ricercata. Davvero una realtà nostrana che merita. Pure anime rock.

Setlist: Giacumin StrasciaBusecch, Ul Fradel Del’Amis Del Cugnà, L’Ass de Picch, Barone Fanfulla da Lodi, L’Amis Ciuchee, Giuan Gratacu, Polenta Violenta, A Voeri Vess Un Quai Vun

Prophilax (Alessandro ‘Zac’ Zaccarini)

Quando tocca ai romanissimi Prophilax il pubblico comincia a muoversi in buon numero verso le prime file: giovanissimi e non solo si fanno avanti per gustarsi da vicino una delle band più divertenti e sfrontate della penisola. Il tempo per loro non è moltissimo (circa trequarti d’ora) e non lascia molta scelta alla band che condensa nel tempo a disposizione tutti i classici della loro discografia. Dimentica della propria prima incarnazione – i blasfemissimi San Culamo, di cui la band è solita eseguire un paio delle cover più politically correct, ma non stasera per problemi di tempo – e si butta sulle nuove produzioni, in modo particolare su “Il Quinto Escremento”. Si viaggia così a suon di brani à la Dora Daccela Ancora e Pornografia Unica Via. La band è in formazione ridotta, orfana del secondo chitarrista e del tastierista, ma si muove più che egregiamente grazie soprattutto alle notevolissime evoluzioni di Sbohr, spettacolare alle sei corde e all’improbabile accostamento canottierina a rete/occhiale trendy e pantalone a righe, e all’inimitabile simpatia del proprio condottiero Ceppaflex, che come da tradizione non si lascia scappare la possibilità di scherzare sul download, sulla pornografia e di dedicare la sua attenzione ai pontefici, presenti e passati…

Gli Atroci (Alessandro ‘Zac’ Zaccarini)

Ultimo act della serata che tocca da vicino le coordinate editoriali di Truemetal sono Gli Atroci, band ormai in giro da diversi anni e famosa per il modo assolutamente demenziale di approccio alla musica pesante. Il loro show attira davvero molti curiosi e fan e si basa, al solito, soprattutto su costumi e scenette recitate dall’usuale folle orda di strambi personaggi che invade in palco: il nano Merlino, l’Orrendo Maniscalco, la Bestia Assatanata, il Lurido Cavernicolo e il Boia Malefico, il Professor Tetro, tutti guidati ovviamente dall’immancabile Profeta, sempre più nudo col passare dei brani. La band è brava e professionale nel proporre uno spettacolo piacevole e divertente, che pesca dai due dischi all’attivo – il primo migliore del secondo – entrambi pronti ad offrire i loro episodi musicali e le loro storie demenziali alla causa, per una serata che li vede tornare nella quinta dimensione sicuramente tra i vincitori. Come detto, sono soprattutto i brani del primo lavoro a fare la voce grossa e a trascinare il pubblico presente, Arrivano gli Untori, Peppino l’Usuraio e I Tuoi Amici Atroci (cover di Paint It Black dei Rolling Stones) su tutte.

La serata si conclude con l’esibizione degli Skiantos, creatura dall’anziano retaggio che tiene fede al proprio nome, con i folkloristici slogan e con tutti i propri classici, a suon di sbarbine, porno e carnazza.