Report: Gotthard 22-10-05 Milano
Sabato 22 Ottobre ’05, al Transilvania Live di Milano sono di scena i Gotthard, che finalmente tornano a calcare gli stage Italiani con una certa regolarità. Giungo al locale abbastanza presto, per l’incontro prefissato con Leo Leoni, giusto in tempo per beccare prima Steve Lee e poi lo stesso Leo per una foto ricordo.
Dopo aver cambiato etichetta e chitarrista, con il nuovo album, il gruppo Elvetico sembra che abbia inserito una marcia in più, tornando a rockare come ai vecchi tempi.
La serata è stata da incorniciare in quanto davanti ad un Transilvania gremito, i nostri hanno sciorinato uno show di quasi due ore d’energico e salutare hard-rock, suonato con grinta e passione, divertendosi e di conseguenza divertendo anche il pubblico.
Alle ventuno passate, un simpatico terzetto chiamato The Godus sale sul palco e tra cover degli AC/DC e pezzi propri, hanno allietato i presenti per una mezz’ora scarsa. Dalle notizie in mio possesso sapevo che dovevano esserci i nostrani Wine Spirit ad aprire la serata, ci tenevo a vederli dal vivo, pazienza sarà per un’altra volta.
Annunciati dal tour manager, alle ventidue salgono sul piccolo palco i Gotthard, che sparano in faccia ai presenti la Zeppeliniana All We Are, cui fa seguito il boato del locale ormai pieno. A ruota segue la trascinante Dream On ed una versione bella tosta della mitica Hush. Poi tocca alla power-ballad I’Ve See An Angel Cry, interpretata alla grande da uno Steve Lee in forma smagliante. E’ la volta dell’unico brano estratto da Human Zoo, la cadenzata Top Of The World, mentre ancora dall’ultimo lavoro in studio arrivano I Wonder e Said & Done. Calano i ritmi con la splendida ed acustica One Life One Soul cantata da tutto il pubblico, seguita da una versione ispirata di Let It Be tratta da G del 1996 e la blueseggiante Sister Moon introdotta dall’armonica di Steve. E’ la volta di The Other Side Of Me e Fist In You Face, mentre dal primo album arriva una tosta Firedance, cui fa seguito Cupid’S Arrow sempre da Lipservice. Finalmente arriva uno dei pezzi che maggiormente mi esalta, ovverosia la rocciosa Mountain Mama da Dial Hard secondo album della band Svizzera. Mighty Queen, cover di Bob Dylan, chiude la prima parte dello show. Si ripresentano poi sul palco Steve ed il tastierista che intonano l’ispirata Heaven. Segue la trascinante Lift U Up, che con il suo ritmo incalzante ti conquista da subito. Anytime Anywhere pone le parola fine allo show. La gente non ne ha ancora abbastanza, ed a gran voce richiama la band, e qui il vecchio rocker che c’è in me ha un sussulto quando Steve intona l’urlo d’Immigrant Song facendo volare di nuovo alto il dirigibile sopra le nostre teste, qui resa in una versione adrenalinica che purtroppo stavolta sigilla la fine di una serata da incorniciare.
In conclusione la serata è stata eccezionale, i Gotthard hanno suonato molto bene offrendo uno show d’alto livello. Grande spazio viene dato a Lipservice con una decina di brani nella set-list, mentre le ballate sono ridotte al minimo. Steve Lee è un mattatore e sul palco è riuscito a catalizzare l’attenzione della gente, mantenendo sempre alta la tensione ed il contatto con il pubblico, coinvolgendolo sempre nei cori.
Grandissimi Gotthard, un concerto rock come non ne vedevo da tempo.
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All We Are
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Dream On
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Hush
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I’ve See An Angel Cry
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Top Of The World
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I Wonder
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Said & Done
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One Life One Soul
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Let It Be
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Sister Moon
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The Other Side Of Me
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Guitar solo: Fist In Your Face
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Firedance
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Cupid’s Arrow
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Mountain Mama
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Mighty Quinn
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Heaven: keyboard solo
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Lift U Up
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Anytime Anywhere
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Immigrant Song