Report Heavy Metal Nights del 04-01-03 Unscarred e Darklight
Le vacanze invernali sono state un periodo molto positivo per le Heavy Metal Nights, infatti una sera dopo l’altra abbiamo presentato una serie di gruppi dell’underground italiano che definirei dalle rosee prospettive, non fanno eccezzione neanche i due gruppi di stassera, cioè gli Unscarred e i Darklight.
I primi con un demo all’attivo che sarà presto recensito qui su TrueMetal.it e i secondi giunti al terzo demo autoprodotto, già recensito su questo sito, e con una line-up rinnovata che molto ha giovato al suond della band.
Ad aprire gli spettacoli sono gli Unscarred, solida band che propone un altrettanto solido e valido thrash e che affianca alcune cover delle band per loro di maggior riferimento a diversi pezzi loro presi dal demo e altri inediti.
Proprio con un brano inedito si apre la loro esibizione, una song dal titolo Neo Genesis Project, a seguire la prima delle cover, una versione personale di I’m Alright degli Overkill. E’ poi la volta di altri due pezzi propri The Hand of God e Hurt Yourself, il primo ancora un inedito e il secondo preso dal demo.
Poi di nuovo una cover con Got the Time degli Anthrax, un altra canzone inedita Wings of Death, una spassosissima cover si Surfin’ Gabana degli Intrusco (e qui confesso che mi hanno dovuto fornire gli estremi perchè non ci sarei mai arrivato… n.d.r.), un altro brano preso dal demo, cioè I Burn e per chiudere un’altra cover, cioè United Forces dei SOD.
Finito il concerto degli Unscarred è la volta dei Darklight che per il proprio spettacolo sembrano aver deciso di fare le cose in grande.
Un enorme telone nero con il logo della band in bianco è stato tirato su un muro del locale, tastiera microfoni, casse e il resto della strumentazione fissa vengono adornati di ragnatele, così come un candeliere che regge un teschio. I membri della band per prepararsi bene all’esibizione sono andati a cambiarsi mezz’ora prima e ora sfoggiano i propri costumi di scena che nel caso del bassista arrivano ad essere un gonnellino simile a quelli scozzesi.
Scopro parlando con loro tra l’altro che la bellissima cantante Silvia è anche solita cucirsi un abito nuovo per ognuna delle loro esibizioni, abito che lei sfoggia solo in quella occasione e che viene tenuto nascosto al resto della band fino a che non salgono sul palco, non ho finito questo discorso con il chitarrista Luca che la cantante esce dal camerino con un lungo vestito bianco che io avrei visto benissimo anche indosso a una sposa.
Prontissimi i Darklight salgono sul palco e cominciano il proprio spettacolo, e oserei dire che spettacolo perchè sono veramente bravissimi. I brani che propongono sono quasi tutti presi dal loro ultimo demo tranne un paio di brani più vecchi e un paio di canzoni nuove. Si era pensato anche a una o due cover ma nonostante il gran numero di canzone prese in esame nessuna di esse si adattava bene allo stile del gruppo.
I Darklight infatti presentano una musica che io penso di poter etichettare solo come heavy metal per il gran numero di influenze che hanno al loro interno e allo stesso tempo per l’idea di classico metallo che riescono a veicolare. Nelle loro canzoni ci sono una voce femminile potente e aggressiva, passaggi sinfonici e tastiere, power e thrash con un po’ di prog, frutto delle diverse influenze dei membri della band ma tutto rimescolato con il loro marchio di fabbrica che li rende originali.
Una miscela interessante, bella e coinvolgente che mi ha conquistato su cd, ma spesso alla prova live tanti gruppi impeccabili in studio risultano deludenti, il concerto si apre quindi con Loneliness’ Hell e prosegue in rapida successione con Disciple, Apocalypse (la mia preferita sul demo con il finale strumentale della canzone che si trasforma in un pezzo della quinta sinfonia di Beethoven suonata con batteria, chiattara, basso e tastiera… n.d.r.), The Minstrel, la titletrack del demo I Know the End (… and Make the Start), Funeral Song, una nuova canzone a cui manca ancora il titolo e provvisoriamente chiamata appunto Innominata, Dutterfly’s Wings, Bright Tears, Falling Tears e la conclusiva Shadow of Satan.
Dopo la loro esibizione sono a dir poco senza parole, ero convinto che avrebbero suonato bene visto che li conoscevo e mi sembravano della gente seria, ma mai mi sarei aspettato una cosa simile, in particolare la voce di Silvia dal vivo si eleva a livelli impressionanti. Unica nota di demerito riguarda il volume della tastiera che per tutto il concerto è rimasta un po’ alta coprendo in un paio di occasioni il cantato e gli altri strumenti.
Nonostante questo sicuramente uno dei concerti più belli a cui ho assistito finora tra quelli tenutisi al Sitting Bull, grandi emozioni e grande prova tecnica da parte dei musicisti che si sono esibisti questa sera, in particolare da parte dei Darklight, un gruppo secondo me da tenere sicuramente d’occhio per il futuro.
Sono ansioso di rivederli presto dal vivo.
Alex “Engash-Krul” Calvi