Report Heavy Metal Nights del 05-01-04 Endless Time e Bejelit
Doppia esibizione questa sera al Sitting Bull all’insegna del power e dell’heavy metal classico con gli Endless Time e i mitici Bejelit!
La prima band a salire sul palco sono gli Endless Time, fautori di un power piuttosto classico con l’aggiunta di tastiere e doppia voce: maschile e femminile, per impreziosire il tutto. Dall’ultima volta in cui avevo avuto occasione di ascoltare questo gruppo ci sono stati alcuni cambiamenti, via la precedente vocalist che era anche bassista e dentro un nuovo bassista di ruolo e una nuova vocalist.
Ovvia quindi la mia curiosità di fronte alla nuova formazione per ascoltare come si sono evoluti i brani del gruppo in seguito ai nuovi innesti.
Cominciano subito con un paio di song proprie, My Land e Book of Blind, seguite da Fear of the Dark degli Iron. A questo punto però si impone da parte mia il bisogno di fare un inciso: normalmente quando recensisco la prova live di un gruppo underground cerco sempre di trovare e di mettere in luce quanto di buono fatto, mettendo un po’ in ombra le pecche. Il motivo è semplice, si tratta sempre di ragazzi che suonano per passione, non è gente che ha contratti da milioni di euro per ogni disco che fanno, ma gente che suona nel tempo libero, rubando tempo allo studio o che tenta il tutto per tutto lasciando la scuola e decidendo di dedicarsi solo alla musica e che tira avanti come può. Nonostante tutto questo sinceramente la prova degli Endless Time è stata da dimenticare.
Rispetto alla line-up precedente che già di per se aveva alcune incertezze, sono riusciti a peggiorare, il motivo non è solo dovuto ai volumi che meriterebbero una critica a parte. La voce femminile era troppo bassa, ma forse avrei preferito non sentirla proprio, quando ha cantato Fear of the Dark, la chitarra solista troppo alta, nascondeva tutto il resto mettendo ancora più in luce i suoi errori, infatti si sentivano solo quelli.
Il concerto è continuato alternando brani propri a cover famose, gli Endless Time hanno suonano Dark Cave Melody, Unwanted Treason, The Final Countdown degli Europe, Circle of Thunder e infine Ivory Gates.
Per quanto riguarda la loro prova sinceramente il giudizio è un voto gravemente insufficiente, spero che il tempo, le prove e un assestamento della nuova formazione possa farmi ricredere durante una delle loro prossime esibizioni.
Per fortuna a tirar su di morale il pubblico intervenuto ci ha pensato la seconda band sul palco questa sera e cioè i Bejelit, un gruppo che sembra apprezzare davvero molto il Sitting Bull perchè tutte le volte che suona qui riesce a sfornare delle esibizioni pressochè perfette e dall’impatto impressionante.
Si comincia subito con due brani nuovi di quelli che andranno a comporre il loro primo disco in uscita a breve (si spera) per la Underground Symphony: Slave of Vengeance e Skull Knight Ride, subito seguiti da Be Quick or Be Dead degli Iron Maiden. Subito dopo vengono due classici come Death Chariot, la prima song composta dai Bejelit, Bloodsign, una song veramente dirompente e macinaossa, e The Haunter of the Dark, che è forse la mia song preferita tra quelle finora scritte dal gruppo di Arona.
Poi di nuovo una cover degli Iron Maiden, questa volta tocca a Run to the Hills, seguita poi da Bejelith e una cover nuova presentata in anteprima al pubblico pavese e mai eseguita prima di questa serata, si tratta di Valhalla dei Blind Guardian. Naturalmente i Bejelith fanno centro ancora una volta e la canzone risulta quasi più potente di quando viene normalmente eseguita dal gruppo tedesco. Spazio poi alla song più lunga finora composta dal gruppo: In Void We Trust, un brano di quasi 10 minuti, seguito da un altro classico, la titletrack del loro demo: Bones and Evil.
A chiudere il concerto due cover e un bis, sto parlando di The Trooper degli Iron Maiden e Breaking the Law dei Judas Priest, un brano ormai diventato un classico delle esibizioni del gruppo, infine un bis per Death Chariot richiesta a gran voce da tutto il pubblico.
Per concludere, una serata agro-dolce questa al Sitting Bull che per fortuna ha avuto un piacevole finale grazie all’esibizione dei Bejelit che una volta in più hanno regalato un concerto coi fiocchi che ha saputo infiammare gli animi di tutti i convenuti.
Alex “Engash-Krul” Calvi