Report Heavy Metal Nights del 17-09-04 Endless Time e Bejelit
Serata doppiamente all’insegna del power ‘n’ heavy questa al Sitting Bull-Defender di Certosa di Pavia con due band di spessore come gli Endless Time e i grandi Bejelit, qui finalmente a presentare il loro debut-album che TM.it ha prontamente recensito pochissimo tempo fa.
Ad aprire la serata tocca agli Endless Time, una vecchia conoscenza del Sitting Bull-Defender, ma che finora è sempre andata incontro a qualche problema di line-up, personalmente infatti non mi è mai capitato di assistere a due soli loro concerti in cui i componenti del gruppo fossero gli stessi. Era questa probabilmente la causa di alcune loro esibizioni da vivo che purtroppo non mi sono piaciute moltissimo, devo quindi ammettere, notando l’ennesima nuova line-up, che temevo già il peggio. Al contrario invece gli Endless Time sono riusciti a stupirmi molto favorevolmente.
L’ingresso di un nuovo cantante molto grintoso e dotato di una buona estensione vocale ha davvero cambiato faccia a questa band che finora avevo sottovalutato. Personalmente penso ancora che abbiano dato il proprio meglio solo sulle cover, per esempio con brani come Fear of the Dark degli Iron Maiden, I Want Out degli Helloween oppure Mirror Mirror dei Blind Guardian. Mentre siano stati un po’ meno brillanti sui pezzi propri, ma bisogna anche tener presente che le canzoni sono state composte e scritte per una voce diversa da quella che le ha eseguite l’altra sera. La band ha però saputo sapientemente mixare nella propria scaletta delle serata sia brani propri che cover così da coinvolgere tutto il pubblico, anche quelli che non conoscevano a memoria le loro canzoni.
Dopo gli Endless Time tocca finalmente ai Bejelit salire sul palco ad offrire la propria prova. L’occasione è speciale: finalmente dopo più di un anno di attese, e un secondo disco già in cantiere da un pezzo, esce il loro album di debutto intitolato Hellgate. Solo un piccolo ritardo nelle consegne non permette alla band di presentasi al locale carica di cd da vendere, in compenso però ci sono le prime magliette ufficiali del gruppo. Si può quindi dire che sia la prima data del tour promozionale del cd e la scaletta non può essere altro che l’intero disco, più un paio di chicche
Si parte subito con un cavallo di battaglia a dir poco devastante come Bloodsign, un vero e proprio rullo compressore che dà subito la carica alla band e al gruppo che immediatamente si lascia conquistare dalla grinta e dall’aggressività dei ragazzi di Arona. A seguire tocca a The Haunter of the Dark, la mia canzone preferita tra quelle dei Bejelit, come sempre Fabio, Sandro, Daniele, Giorgio e Giulio suonano davvero benissimo e il fatto che Giulio si sia scolato una mezza dozzina di bevande “energetiche” alla Red Bull dona al pubblico una sezione ritmica davvero “terremotante”.
Ma stavo dicendo delle chicche, beh, naturalmente tutte le canzoni sono delle chicche quando abbiamo brani così belli e ispirati e ragazzi che si trovano a occhi chiusi come loro, in questo caso però mi riferivo in particolare alle uniche due cover della serata e a un brano inedito. La prima non stupisce essendo un brano già da tempo proposto dai Bejelit, cioè Run to the Hills degli Iron Maiden, la seconda invece è una magnifica versione di Hail and Kill dei Manowar che Fabio riesce a rendere davvero bene da par suo.
Vera sorpresa della serata è però, come vi dicevo, un brano inedito, il primo brano inedito che i Bejelit ci fanno sentire dopo quelli registrati sul loro debut-album, uno di quei brani che i ragazzi hanno già composto e che andranno a formare, si spera, il loro secondo disco. La canzone si intitola The Evil Inside, per usare le parole di Fabio: “Bastardo Dentro!”, purtroppo però la sede live non è il posto migliore per giudicare a freddo e in maniera analitica una nuova canzone, per cui tutti i miei giudizi sono per il momento sospesi.
Serata magnifica insomma, anche un pochino rovinata dall’intervento dei Carabinieri che hanno chiesto gentilmente di abbassare un po’ il volume dell’amplificazione. Richiesta prontamente soddisfatta senza neanche disturbare i Bejelit che stavano suonando, ma un po’ il ribassamento di volume si è avvertito purtroppo. Per fortuna la band ha risposto da par suo aumentando il ritmo e l’aggressività per non far notare troppo la cosa al pubblico. Insomma, che vi devo dire, una grande serata, come tutte quelle in cui si esibisce al Sitting Bull-Defender una grande band che sa suonare e far divertire il proprio pubblico. Lunga vita ai Bejelit e al Sitting Bull-Defender!
Alex “Engash-Krul” Calvi