Report Heavy Metal Nights del 20-03-04 Necroart e Handful of Hate
Doppia serata all’insegna dell’estremo al Sitting Bull con due band di primo livello, i Necroart, combo della provincia di Pavia dedito a un death elegante e melodico, e gli Handful of Hate, gruppo toscano con vari cd alle spalle che propone una inquietante miscela di black e death.
Tocca ai Necroart aprire la serata e bisogna dire che lo fa nel modo migliore: da quando la band ha cambiato il batterista è diventata ancora più aggressiva e il tempo che è trascorso dal cambio di line-up ha sicuramente aiutato i musicisti ad affiatarsi e a conoscersi di più. Personalmente sottolineerei la sempre ottimissima prova proprio del nuovo batterista, un ragazzo di 16 anni che sembra averne già una ventina di carriera alle spalle per come suona, se queste sono le premesse non mi meraviglierei di rivederlo tra una quindicina d’anni a suonare in band come gli Slayer o i Dimmu Borgir.
Tornando a parlare del concerto, i Necroart hanno suonato per molto tempo. Circa un’ora e mezza, durante la quale ci hanno fatto sentire in particolare tanti nuovi brani e qualche classico preso dal loro secondo demo intitolato Dead Roses Parade che trovate recensito anche qui su TrueMetal.it. Riguardo allo stile della band possiamo dire che fin dai suoi inizi è in continua evoluzione: il loro primo demo suonava più in stile death mentre secondo me il secondo variava più verso un black sinfonico. Ora ho ascoltato diversi dei nuovi pezzi appena composti e credo si possa dire che la band stia prendendo una ulteriore nuova strada viste le tinte folk di cui sembrano essere variegate le nuove canzoni. A tal riguardo devo dire che dopo aver ascoltato qualche brano la cosa non mi dispiace affatto.
Come sempre i Necroart terminano la loro esibizione con la cover di Raining Blood degli Slayer e ammetto che è sempre un piacere sentire delle cover quando vengono in questo modo.
Passa qualche minuto mentre la nuova band si prepara per la sua esibizione e finalmente vediamo gli Handful of Hate salire sul palco. Naturalmente tutti loro portano il face painting come ogni vero gruppo di black metal che si rispetti, mentre per quanto riguarda i costumi di scena sono tutti di stampo militare con pantaloni mimetici, anfibi da sbarco e bandoliere e cinture di proiettili.
Rispetto all’esibizione di chi li ha preceduti gli Handful of Hate suonano relativamente poco, o forse sono i Necroart che hanno suonato davvero tanto, per un totale di circa tre quarti d’ora. Come si diceva prima il genere proposto dalla band toscana è un connubio tra black e death metal, una formula tiratissima di scream e growl su un tappeto di chitarre distorte e batteria martellante. Si tratta ovviamente di un genere che non a tutti piace, le concessioni alla melodia sono davvero poche, niente tastiere, solo chitarre a sega elettrica come ci hanno insegnato gruppi come i Darkthrone di Transilvanian Hunger, che di un suono sporco e grezzo hanno fatto un punto d’orgoglio.
Personalmente la prova degli Handful of Hate è piaciuta molto, forse anche più di quella dei Necroart, ma devo sottolineare che mentre il gruppo pavese avevo già avuto occasione di sentirlo diverse volte, era la prima volta che ascoltavo i toscani e quindi anche il fattore novità ha probabilmente giocato un ruolo fondamentale. Al contrario scambiando impressioni con altre persone del pubblico, in diversi hanno apprezzato più i primi che si sono esibiti dei secondi, forse anche a causa della maggiore melodicità. In definitiva direi che i due gruppi sono usciti piuttosto alla pari da questa serata, che a mio avviso è stata una gran bella serata che mi sarebbe dispiaciuto lasciarmi sfuggire.
Alex “Engash-Krul” Calvi