Report HTP (Zingonia – 8/3/2004)

Di Redazione - 17 Marzo 2004 - 18:42
Report HTP (Zingonia – 8/3/2004)

Finalmente giunge l’8 Marzo in quanto la fatidica data coincide con il concerto che maggiormente attendevo, poiché si tratta di vedere in azione il mio più grande idolo in campo musicale, ovverosia The Voice Of Rock: Mr Glenn Hughes. In compagnia di Turner, nel 2002 il nostro ha realizzato il progetto Hughes-Turner Project ormai giunto al secondo cd più il live album. Toccando l’Italia per la seconda volta con una sola data al Motion di Zingonia, i due singer giungono a pochi Km da casa mia, quindi doppia soddisfazione. Ho ancora negli occhi e nelle orecchie la travolgente esibizione che i nostri offrirono in quel di Brescia, regalando una serata che ancora non ho dimenticato. Bisogna affermare che anche il concerto al Motion è stato ottimo, anche se un po’ penalizzato da un suono non proprio all’altezza della situazione e qualche incertezza esecutiva. Raggiunto il luogo del concerto, il prode Alex mi conferma che la serata sarà aperta da una fetta di storia del metal italiano ovverosia i due ex Vanadium, Pino Scotto alla voce, e Lio Mascheroni alla batteria con il nuovo progetto Fire Trails.
Con la pubblicazione del Vanadium Tribute su Underground Symphony nel 2003, i due con nuovi compagni d’avventura hanno continuato un discorso intrapreso anni fa che si era concluso definitivamente con la pubblicazione di Nel Cuore Del Caos. Verso le 21: 20, i nostri salgono sul palco e subito mettono in chiaro che non faranno prigionieri, regalando ai presenti mezz’ora tirata di heavy-rock di classe. La voce di Pino si è fatta ancora più grezza e tagliente di un tempo, resa tale da vent’anni di rock’n’roll. Non sono neanche riuscito a segnare i pezzi perché ero troppo preso a gustarmi i ragazzi sul palco: grande prova da parte di tutto il gruppo.
Conclusasi in maniera più che soddisfacente l’esibizione dei nostri Fire Trails, dopo una mezz’ora d’attesa salgono sul palco i due mitici singer, aprendo il con la bella e settantiana Hold On è posta in apertura, ma purtroppo appare subito chiaro che il suono non è all’altezza e penalizzerà i primi brani del concerto quando i due si cimenteranno in acuti e cose varie non sarà una delizia per i presenti, ma un fastidio per i padiglioni auricolari. Segue You Cant’t Stop Rock’N’Roll (dal primo album) resa qui in una bella versione, ma un tantino sottotono, forse per colpa del fonico che aveva le fette di prosciutto nelle orecchie. Poi Joe ci porta ai tempi di Difficult To Cure dei Rainbow con I Surrender, suscitando così un’ovazione del pubblico. E’ la volta di Losing My Head e Alone I Breathe (dal secondo album) che scorrono via che è un piacere, ma sempre penalizzate dal sound orrendo. Arriviamo a Mistreated e le cose sembrano cambiare in meglio: Turner lascia il palco al solo Hughes e JJ.Marsh si trasforma nell’uomo in nero quando accenna gli accordi iniziali e naturalmente il pubblico approva. Glenn si lancia in una versione stellare del brano, soprattutto nel finale quando si produrrà in una serie di mirabolanti vocalizzi soul da brivido, strappando un’altra ovazione generale. Da qui in avanti, per conto mio, l’adrenalina sale di brutto ed il concerto spicca il volo offrendo momenti di pura esaltazione, come appunto in Mistreated. Turner torna sul palco per offrire al pubblico Street Of Dreams, facendo rivivere la leggenda dell’arcobaleno. Dopo tocca ancora a Hughes regalare un paio di brani leggendari al suo pubblico, ovverosia la funkeggiante Getting Tighter e la splendida ballad You Keep On Moving (da Come Taste The Band) che strappa parecchi applausi. E’ la volta di Turner, con una scatenata versione di Death Alley Driver cui fa seguito l’hard-funk di Stormbringer resa qui in una versione molto aggressiva. Quindi i nostri salutano ed escono, ma non è finita qui perché richiamati a gran voce tornano sul palco con Devil’s Road (dal primo album) seguita da Spotlight Kid molto bella e trascinante. Ma poteva mancare la celeberrima Burn? Assolutamente no, e parte così a palla una versione molto dura e veloce del mitico brano.
In conclusione un concerto molto bello, che, nonostante qualche indecisione ed un sound non eccezionale, ha avuto dei momenti sublimi, confermando, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la classe in possesso ai due è ancora lontana dall’attenuarsi, per nostra fortuna. Ora attendo di vedere Glenn Hughes in versione solista con la sua band. Gran bella serata.

C’mon Guys, The Rock’n’roll Is Back.
Hold On
I Surrender
Losing my Head
Alone My Breath
Mistreated
Street Of Dreams
Getting Tighter
You Keep On Moving
Death Alley Driver
Stormbringer
Devil’s Road
Spootlight Kid
Burn