Report Impaled Nazarene 18/09/04 al Krossower di Scordia (CT)
Finalmente! Questa è l’unica parola che possa proferire qualsiasi siciliano seguace dell’heavy metal nel varcare la soglia del Krossower di Scordia (CT) il 18 Settembre 2004 in occasione del concerto degli Impaled Nazarene, dopo essere stato oppresso per l’intera estate da deprimenti serate musicali, regalateci da chi è convinto, o si lascia facilmente persuadere da chi come unico ideale ha il profitto, che ai giovani piaccia solo musica reggae, ska, etnica, popolare, rap, tribale, ecc.
Costoro non si rendono conto, o fingono di non capire per convenienze personali, che il giovane non è omologato o imbecille: in ogni caso, è davvero grave ignorare non solo lo storicamente fastidioso heavy metal, ma anche generi più amati dalla gente quali blues e rock, per dare tutto lo spazio a gruppi dei generi suddetti, non solo di livello nazionale (in questo caso portiamo pazienza, pur non condividendo il fatto di chiamare “arte” ciò che è ben lontano dall’esserlo), ma anche a quelli locali, spesso di valore dubbio, se non tendente allo zero assoluto.
Sfidiamo chiunque a provare il contrario di quanto appena scritto (uomini in malafede, fatevi avanti), almeno relativamente alla Sicilia orientale: purtroppo, ci pare che anche nella zona occidentale la situazione sia stata identica, a parte il Temple of Power Metal Festival di Realmonte (AG). Ci scuseranno i defenders dell’Italia settentrionale e centrale, che di certo non hanno di questi problemi, per aver innalzato un grido di dolore così prolungato, che serve, però, a squarciare il silenzio: passiamo alla cronaca, più interessante in confronto a gente che non merita considerazione alcuna, e che già ne ha avuto fin troppa in queste righe iniziali.
Il primo gruppo a calcare il palco è quello dei messinesi Exhuman, per noi la rivelazione della serata: davvero interessanti, ma penalizzati da un soundcheck che non ha reso loro onore. A frenarli può essere la tecnologia, non certo la passione: mezz’ora di death metal, tra cui due inediti. Mai monotoni, a tratti sperimentali, si fanno notare per i cambi di tempo improvvisi, passando con sicurezza e tecnica dalla lentezza del doom a repentine accelerazioni.
L’oscura e magnifica intro (ispirata alla colonna sonora de “Il Presagio”, con l’aggiunta di urla suggestive) accompagna l’ingresso dei romani Ars Macabra: una discreta black metal band, limitata dall’uso della drum machine, ma comunque capace di una prestazione tirata, intervallata da effetti posti al momento opportuno. Ricordiamo, nella mezz’ora a loro disposizione, alcuni brani come “Macinator Tormentorum”, “Sturmgeshutz of Chaos”, “Dawn to an Endless Night”.
I Glacial Fear da Catanzaro non hanno certo bisogno di tante presentazioni, e devastano il Krossower con quaranta minuti di death pesantissimo, a volte tendente al grind più furioso, una vera macchina da guerra. Passano, con la disinvoltura dell’esperienza maturata negli anni, da ritmi disordinati, autentici proiettili sonori, ad alcuni suoni più atmosferici, che ci hanno ricordato a tratti gli ultimi Amorphis. Inizia, finalmente, la partecipazione del pubblico, che durante le esibizioni dei primi due gruppi era stato un po’ in disparte, lontano dal palco.
Dopo una pausa per il cambio di alcune apparecchiature, a mezzanotte appaiono gli Impaled Nazarene, leggenda del black metal europeo, introdotti da un prolungato suono di sirena. Il suono è a dir poco scintillante, ed è normale, dato che la formazione finlandese onora il nostro paese, scegliendo la tournee italiana per la registrazione del loro live di prossima uscita. Il suono, che comunque era migliorato già dopo la performance degli Exhuman, esce nitido dagli amplificatori e i circa 500 temerari, che hanno affrontato la strada (non delle migliori) e la pioggia battente, ricevono la loro ricompensa: una voce acida, stridula, ma potente, chitarre affiatate, base ritmica pulsante, un autentico sterminio sonoro. Certamente gli Impaled Nazarene non brillano per varietà, ma forse è giusto così, perché almeno non si può rimproverare loro di non essere coerenti, e i fans non si sentono traditi: tra i brani ricordiamo la recente “Armageddon Death Squad” e le storiche “Goat Perversion”, “ Sadhu Satana” e “Let’s ***** Die”.
Cause di forza maggiore ci impediscono di assistere al finale dello show: per noi, probabilmente etichettati da molti falsi perbenisti di Siracusa come “cattivi soggetti”, l’amicizia è un valore nobile quanto l’heavy metal, e la salute di chi ci attende a casa ha la precedenza su un concerto, sia pure storico.
Ringraziamo, logicamente, tutto lo staff della Nihil Productions per quest’altra perla nera da aggiungere alla nostra memoria, considerando che senza la pioggia saremmo stati più numerosi, che la potenzialità dell’heavy metal siciliano è enorme, dato che gli apatici non si decidono ad aprire il loro portafoglio (che è ben fornito, almeno a quanto vediamo quando lo svuotano per comprare roba davvero inutile) e soprattutto i loro occhi, e che la nostra violenza (naturalmente non parliamo di quella fisica, esecranda, ma dell’inarrestabile potenza che muove la nostra dedizione alla causa del movimento heavy metal) è ancora pronta ad esplodere nei prossimi concerti, che attendiamo con il cuore pieno di speranza.
Giuliano Latina